L'ostruzionismo rischia di mettere in pericolo il timing delle riforme. La settimana in corso si concluderà con la discussione generale sul ddl di riforma costituzionale caldeggiato dal governo e dalla maggioranza ma, considerando gli ottomila emendamenti presentati, non è detto che sia possibile iniziare a pronunciarsi sulle proposte di modifica a partire dalla seduta di lunedì. Per il momento nessuno si sente in grado di proporre forzature, anche perché il Regolamento non consente nessuna scorciatoia quanto si affronta il processo di revisione costituzionale. Dietro l'angolo c'è il rischio concreto di un ingorgo di provvedimenti. L'esecutivo dovrà scegliere se continuare a discutere di ordinamento statale e Titolo V e mettere in pericolo la conversione di una serie di decreti-legge oppure accantonare le modifiche alla legge fondamentale e concentrarsi sulla conversione dei provvedimenti urgenti in scadenza. Dopo una serie di incontri trasversali tra le forze politiche, oggi la Conferenza dei capigruppo deciderà come gestire i lavori d'Aula. “Nessuno pensi a contingentare i tempi”, ha sottolineato Loredana De Petris, capogruppo di Sel. Con le riforme costituzionali è difficile farlo, non ci sono precedenti, e il governo non potrebbe apporre la questione di fiducia in nessun caso. “Dovremo ricorrere a delle sedute notturne per consegnare le riforme alla Camera entro la pausa estiva”, ha suggerito Renato Schifani. I partiti che sostengono le riforme i problemi ce li hanno pure in casa, con i dissidenti di Pd e Fi che non hanno nessuna intenzione di allentare la presa. La strategia dei frondisti azzurri prescinde dal merito delle riforme, la loro è una iniziativa che vuol mettere in discussione la leadership di Berlusconi, il che rende più complicata una ricomposizione. Lo scontro avvenuto nell'ultima riunione tra l'ex presidente del Consiglio e i suoi parlamentari rischia di avere un lungo strascico; i dissidenti guidati da Arturo Minzolini non hanno nessuna voglia di appoggiare né il progetto del centrosinistra né il “Patto del Nazareno”. Quanto ai dissidenti del Pd, ormai i rapporti, anche personali, nel gruppo sono davvero deteriorati, nonostante l'appello al reciproco rispetto da parte del presidente Luigi Zanda. Il contenuto degli interventi in Assemblea non è servito a limitare la tensione. Anzi, Corradino Mineo e Massimo Mucchetti hanno rincarato la dose criticando apertamente Matteo Renzi e i colleghi della maggioranza del Pd. Tanto che qualche renziano avrebbe segnalato come ormai si sia passato il segno. Vannino Chiti ha confermato che non c'è nessuna disciplina di partito che tenga: “La Costituzione è dei cittadini e non dei parlamentari che la vogliono cambiare. Se il testo rimarrà quello in discussione il mio voto sarà negativo anche durante lo scrutinio finale”. Oggi intanto si terrà l'incontro tra Matteo Renzi e gli emissari del Movimento 5 stelle con all'ordine del giorno la collaborazione dei pentastellati sul fronte della normativa elettorale. L'esito si annuncia incerto; per il Pd la base di discussione deve rimanere l'Italicum già approvato dalla Camera mentre per i grillini si rende necessario discutere sulle preferenze. Posizioni lontane che rischiano di rimanere inconciliabili. Le commissioni riunite Industria e Territorio continueranno i lavori sulla conversione del decreto-legge “competitività”. Provvedimento sul quale è piombato un severo giudizio della commissione Bilancio, che non esclude effetti recessivi o contenziosi sulla norma cosiddetta “taglia-bollette”. La commissione Sanità porterà avanti l'esame delle “Deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di enti vigilati dal Ministero della salute, di sicurezza degli alimenti, di sicurezza veterinaria, nonché disposizioni di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute umana e di benessere animale”.

Alla Camera sarà illustrata l'informativa urgente del Governo sul rispetto dei vincoli derivanti dal patto di stabilità e crescita alla luce delle raccomandazioni agli Stati membri dell'Unione europea approvate l'8 luglio 2014 dal Consiglio Ecofin. Punto all'ordine del giorno seguito dai lavori sul disegno di legge in materia di cooperazione internazionale. In commissione Finanze andrà avanti il confronto sulla risoluzione firmata dal deputato del Pd Fregomeli e relativa alla revisione della normativa relativa all’accatastamento ed all’ammortamento degli impianti fotovoltaici. La commissione Affari sociali continuerà i propri lavori connessi alla risoluzione sul contrasto della peste suina africana presentata dalla capogruppo Pd, Donata Lenzi.

La partita europea di Renzi si è complicata, forse inesorabilmente. Dopo il fallimento di ieri, sarà necessario un nuovo vertice per la scelta dei componenti della Commissione europea (convocato per il 30 agosto). Il segretario del Pd continuerà a sostenere Federica Mogherini, attuale titolare della Farnesina. Nome supportato anche della maggioranza del Partito socialista europeo. I Popolari potrebbero però spingere per la nomina di Enrico Letta a presidente del Consiglio Ue. Strategia che rischierebbe di mettere all'angolo Renzi.



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