La legge di stabilità approderà nell'assemblea di Palazzo Madama, resta però incerto l'orario. La lunga maratona notturna non è stata sufficiente, devono essere ancora risolte alcune importanti questioni. La commissione Bilancio riprenderà l'esame del testo della manovra di finanza pubblica a partire dalle 9.45. Appare scontato che il Governo apponga la questione di fiducia. I tempi sono molto stretti e Palazzo Chigi vorrebbe far approvare definitivamente il provvedimento prima di Natale. Il prossimo passaggio alla Camera sarà quindi una mera formalità. Non è escluso che il testo possa andare all'assemblea senza il mandato al relatore. Cioè senza includere le modifiche apportate dalla Commissione. Situazione che già si è verificata lo scorso anno quando poi il governo ha recuperato in un maxiemedamento le modifiche votate in commissione. La Commissione ha deciso di rivedere gli aumenti di tassazione su fondi pensione e casse privatizzate ma solo per la quota di investimenti infrastrutturali. Sciolti anche i nodi dei minimi Iva (il tetto per accedere al nuovo regime forfettario passa da 15mila a 20mila euro) e dell'Irap per le aziende che, non avendo dipendenti, non potevano beneficiare dello sconto dall'imposta del costo del lavoro. Arriva una nuova riduzione al taglio imposto ai patronati: dagli iniziali 150 milioni, resta una sforbiciata da appena 35 milioni, e vengono ripristinati 30 milioni per incentivare la contrattazione di secondo livello. Novità in arrivo anche per le partecipate locali: vanno chiuse o accorpate le società che hanno meno di 10 dipendenti o più amministratori che dipendenti e quelle con fatturato sotto i 100mila euro. Previste sanzioni per le amministrazioni inadempienti.
La Camera continuerà la discussione sulle proposte di legge per la modifica della seconda parte e del Titolo V della Costituzione. Lavori sempre più influenzati dal dibattito sulla legge elettorale, Forza Italia non è infatti disponibile a votare una riforma che rischi di condannarla alla marginalità. Il Patto del Nazareno deve essere attuato nella sua totalità, non è quindi possibile ragionare per parti separate su legge fondamentale e normativa elettorale. Oggi si svolgeranno le repliche dei relatori e dei rappresentanti del governo. L'obiettivo dell'esecutivo rimane sempre lo stesso: arrivare al voto in seconda lettura entro il mese di gennaio. Un cammino molto difficile anche perché Forza Italia è intenzionata a chiedere uno “stop” dei lavori qualora si dovesse aprire la “campagna elettorale” per la scelta del successore di Giorgio Napolitano. In ogni caso, le sedute comuni del Parlamento renderebbero davvero molto difficile il lavoro in Aula come in Commissione. Renzi e la maggioranza potrebbero quindi essere costretti a cedere al cambio di passo chiesto a gran voce dagli azzurri. In commissione Finanze andrà avanti l'esame congiunto delle risoluzioni concernenti l'aumento delle accise sulla birra e l'alcool. Le commissioni Ambiente e Politiche europeo svolgeranno l'audizione del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, sulla procedura d’infrazione in materia di discariche di rifiuti abusive. Successivamente il governo risponderà ad un'interrogazione sullo stoccaggio di gas naturale. Il Comitato ristretto della commissione Affari sociali porterà avanti l'esame delle proposte di legge contenenti “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare”.
Non avrà un atterraggio morbido il maxi-piano di investimenti, oggi sul tavolo dell'ultimo vertice europeo dell'anno e della presidenza italiana del semestre: Juncker si aspetta denaro fresco, ma gli Stati non sono ancora pronti a mettere mano al portafogli. Accomunati solo dalla necessità di chiarezza sul progetto che dovrebbe rilanciare la crescita in Europa, i Ventotto Stati hanno aspettative molto diverse tra loro, e difficilmente la Commissione riuscirà a soddisfarle tutte. Il governo di Matteo Renzi chiede regole nuove e maggiore flessibilità per favorire la ripresa economica, i “falchi” europeisti non sono però disposti a rivedere la normativa vigente. Secondo fonti europee è molto difficile che le indicazioni arrivate dal governo italiano possano trovare accoglimento. Il Patto di stabilità è destinato a non cambiare di una virgola.