Alle 9.30 prenderà il via la tredicesima seduta comune del Parlamento, all'ordine del giorno ci sarà sempre l'elezione di due giudici della Corte costituzionale e i di due componenti del Consiglio superiore della magistratura. Anche ieri il ticket Violante-Bruno non è riuscito a raggiungere il quorum imposto dalla normativa andando addirittura a diminuire i voti incassati nelle precedenti votazioni nominali. A tenere banco sono sempre i veti incrociati delle varie componenti di Partito democratico e Forza Italia, le minoranze di entrambi i movimenti non sono infatti disponibili a votare i due candidati scelti da Renzi e Berlusconi. Lo stallo ha causato la durissima reazione di Giorgio Napolitano, che ha invitato a superare i “settarismi”. Richiamo che ha costretto i vertici di Pd e FI a prendere in mano la situazione per cercare di trovare il bandolo della matassa. La soluzione sarebbe stata individuata nel rilancio del Patto del Nazareno: le scelte per la Consulta e il Csm saranno il primo passo per arrivare a un compiuto progetto riformista. Disegno che non potrà prescindere da una modifica della legge elettorale. Accordi – secondo fonti accreditate – in grado di avere effetti solo la prossima settimana. Il Pd potrebbe scegliere di abbandonare il nome di Luciano Violante per puntare su quello del costituzionalista Stefano Ceccanti, Forza Italia sarebbe invece pronta a far votare un altro costituzionalista, Giovanni Guzzetta. 

Compatibilmente con i lavori della seduta comune, il Senato porterà avanti il dibattito sul Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013 e sull'assestamento di bilancio. Nel pomeriggio il governo risponderà ad alcune interrogazioni sul comparto difesa. La commissione Affari costituzionali avvierà l'esame per verificare l'esistenza dei presupposti costituzionali dei decreti-legge sulla riforma del processo civile e il rifinanziamento delle missioni internazionali. I rappresentanti di Anafe, Yesmoke Srl, Federazione Italiana Tabaccai, Logista Italia SpA e Federazione Italiana Esercenti Svapo Elettroniche – Confesercenti saranno ricevuti dalla commissione Finanze nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco. 

La Camera si riunirà alle 15 per portare avanti l'istruttoria sulla proposta di legge con cui si punta ad introdurre nell'ordinamento penale i reati di depistaggio e inquinamento processuale. Potrebbero poi essere affrontate le mozioni sul bilancio comunitario, i diritti degli animali, l'acquisto dei caccia F-35 e la tutela di Chico Forti, cittadino italiano detenuto in un carcere statunitense. La commissione Affari costituzionali proseguirà l’esame del ddl di modifica della seconda parte della Costituzione e del Titolo V, riforma già votata in prima lettura dal Senato. In mattinata le commissioni Ambiente e Attività produttive continueranno ad esaminare il documento conclusivo della loro indagine conoscitiva sulla green economy, mentre la sola Commissione Ambiente inizierà l'esame del DL Sblocca Italia.

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi dovranno collaborare per garantire l'approvazione delle riforme istituzionali. Sarebbe questo il disegno del Quirinale; dopotutto, Giorgio Napolitano lo ha sempre ricordato: sarebbe pronto alle dimissioni qualora dovesse notare che l'attuale legislatura non abbia più le carte in regola per modificare la Costituzione, cambiare la legge elettorale e ridisegnare il sistema giudiziario italiano. Progetti ambiziosi che possono essere portati a termine solo con l'esistenza di maggioranze parlamentari, numeri che non sembrano avere né Renzi né Berlusconi. Lo stallo su Consulta e Csm dimostra come i gruppi di Camera e Senato siano poco disposti a farsi dettare la linea dai due leader. Proprio il presidente del Consiglio rischia di aumentare i dissidi interni al Pd; al Senato è stato infatti presentato un emendamento del governo alla legge delega sul lavoro per introdurre il “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio”. Il testo presentato dal Governo non cita l'articolo 18 non è citato, lasciando spazio ampio alla delega che il governo dovrà definire. Un ambito d'azione indefinito che per molti rischia di rivoluzionare il sistema delle indennità e dei reintegri nel caso di licenziamenti illegittimi. Una situazione che ha spinto la Cgil a preannunciare uno sciopero generale.



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