Il Senato riprenderà l'esame della contestata proposta di legge sul regime di responsabilità civile dei magistrati, tema fortemente divisivo e avversato dall'Associazione nazionale magistrati. In commissione Affari costituzionali proseguirà l'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge elettorale per la Camera dei deputati. Il disegno di legge delega sulla riforma dei confidi e la proposta di legge per la riforma dell'attività di consulenza finanziaria continueranno il proprio iter in seno alla commissione Finanze. Il presidente della Sogin sarà sentito dalla commissione Industria nell'ambito dell'esame dell'affare assegnato sulle strategie dei nuovi vertici delle società partecipate dallo Stato. La commissione Sanità riprenderà il dibattito sulle proposte di legge in tema di donazione del cordone ombelicale e utilizzo delle cellule staminali. La commissione Territorio inizierà l'analisi del disegno di legge collegato alla Finanziaria 2014 contenente “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, testo approvato la settimana scorsa dalla Camera.

L'assemblea di Montecitorio si riunirà alle 15 per svolgere il consueto “question time” tra deputati e ministri. Anche oggi si è deciso di non convocare una seduta d’Aula per permettere alle Commissioni permanenti di lavorare durante tutto l'arco della giornata. Le proposte di modifica della seconda parte e del Titolo V della Costituzione proseguiranno la propria istruttoria in commissione Affari costituzionali. In commissione Bilancio continueranno le operazioni di voto sugli emendamenti presentati al disegno di legge di stabilità; la discussione potrebbe presto farsi più aspra. Ieri la minoranza del Pd ha presentato otto emendamenti sulla manovra di finanza pubblica. Due degli otto emendamenti della minoranza, quelli riguardanti il bonus Irpef e le misure a sostegno della maternità, sono stati sostenuti anche da Sel, dopo che la maggioranza Pd li aveva esclusi, di modo da costringere la Commissione a votarli. Le due proposte entreranno nel dibattito già da oggi e, con minoranza Pd e opposizioni in trincea, si preannuncia aria di battaglia, con Francesco Boccia che, tenendo fede al ruolo di terzietà legato alla presidenza della Commissione, non compare tra i firmatari degli emendamenti della minoranza Pd ma non ha mai nascosto il suo sostegno. In commissione Lavoro si porterà avanti il dibattito sul cosiddetto “Jobs Act”. Ieri, dopo ore cariche di tensione, si è votato l'emendamento, riformulato, con cui si punta a cambiare il contenuto dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. “Sono molto soddisfatto della riformulazione sull'articolo 18”, ha spiegato il presidente della commissione Lavoro della Camera e relatore del “Jobs Act”, Cesare Damiano, che ha rimarcato come “confermi i contenuti dell'accordo che abbiamo sottoscritto con il governo”. Damiano sottolinea che si “ricalca puntualmente il testo della Direzione del Pd”. E che “Si era partiti dall'idea di mantenere la tutela per i soli licenziamenti discriminatori, come sostenevano taluni esponenti del governo, e siamo arrivati ad includere anche i licenziamenti disciplinari”. Sui tempi, l’intenzione dell’Esecutivo sarebbe quella di licenziare immediatamente i decreti legislativi e tentare di rispettare il ruolino di marcia circolato negli ultimi giorni. La presidenza del Consiglio e il ministero del Lavoro vorrebbero pubblicare i primi decreti entro il mese di gennaio.

Il presidente del Consiglio dovrà cercare di mantenere gli equilibri interni alla maggioranza per evitare che i lavori parlamentari in corso possano minare i rapporti tra le varie componenti. Jobs Act, legge elettorale e legge di stabilità sono argomenti in grado di aprire nuove spaccature. L'ex sindaco di Firenze sceglie di non intervenire nel dibattito politico ma di scrivere direttamente agli elettori del Pd per affermare che la legge di stabilità “riduce le tasse in modo stabile e strutturato”, che si avvertono i primi segnali di un'inversione di tendenza sul lavoro e che dietro la “cortina” del dibattito ideologico c'è una riforma che “non toglie diritti ai lavoratori, ma alibi ai sindacati, alle imprese, ai politici”. Parole indirizzate soprattutto ai residenti in Calabria e in Emilia-Romagna, Regioni che domenica saranno chiamate al voto per eleggere i rispettivi presidenti.



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