Ieri sono iniziati ufficialmente i “Mille giorni” di Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio chiede agli italiani di essere giudicato a partire dal 2017, quando il suo programma per “cambiare l'Italia” inizierà a dare i primi frutti. Il numero uno del governo ha abbandonato la linea di “una riforma al mese” per passare alla politica del “passo dopo passo”, nome che ispira anche un nuovo sito internet istituzionale varato da Palazzo Chigi. Un portale dove ogni cittadino potrà verificare il rispetto degli impegni assunti nel programma dell'esecutivo, una risposta chiara a chi aveva accusato il segretario del Partito democratico di “annuncite”: patologia della politica contemporanea caratterizzata da troppe dichiarazioni ottimistiche a cui non fanno seguito provvedimenti puntuali e concreti. Sulla homepage della piattaforma sono inoltre elencati alcuni dei più recenti interventi dell'esecutivo, che lo stesso Renzi ha incluso nei “Mille giorni”: dalla riforma della pubblica amministrazione allo “Sblocca Italia”, dal “dimezzamento dei permessi sindacali” al decreto Poletti, grazie a cui sono stati “salvati 1200 posti di lavoro” di Electrolux, si legge sul sito. Tutte caselle rispetto alle quali, chiunque vorrà, potrà confrontarsi con la presidenza del Consiglio scrivendo ad un indirizzo mail ad hoc e che sono destinate ad arricchirsi dalla giornata di oggi con la pubblicazione delle misure del Governo sull'agricoltura. Le slide hanno un ulteriore approfondimento nella sezione “Passo dopo passo” dove, dalla riforma del Senato al bonus Irpef, viene dato conto di alcuni dei principali provvedimenti dei primi 6 mesi del Governo Renzi. Ma “Passo dopo passo” si presenta anche come un portale di notizie, presentando dati economici (come l'aumento di occupati da febbraio secondo l'Istat) e dichiarazioni, anche video, dei membri del Governo. Il tutto dominato dal countdown posto in cima alla homepage e con la fine dei “Mille giorni” come traguardo ultimo. Elementi, questi, che rendono il sito una sorta di “puzzle, la cui cornice per noi è chiara e i cui pezzi saranno aggiunti giorno dopo giorno”, ha sottolineato Renzi. A fare da premessa alla piattaforma compare una sorta di manifesto politico, quasi un compendio della ricetta renziana per risollevare il Paese. Insomma, il cambio di rotta di Matteo Renzi è molto netto. L'iniziale sicurezza è stata rimpiazzata dalla cautela, il cronoprogramma illustrato durante le dichiarazioni per ottenere la fiducia dalle Camere deve essere considerato già archeologia. Tutte le iniziative saranno dosate nei prossimi tre anni, sempre che i saldi di finanza pubblica lo consentano. L'assenza del ministro dell'Economia, Gian Carlo Padoan, non può certo essere considerata casuale. Anche negli ultimi giorni i Ministri si sono dovuti confrontare con buoni propositi che non potevano contare sulle coperture economiche necessarie. Rispondendo a una precisa domanda di un cronista, l'ex sindaco di Firenze ha dovuto ammettere che i decreti attuativi da emanare sono ancora 669, molti dei quali ereditati dai provvedimenti legislativi varati dai governi di Mario Monti ed Enrico Letta. Diversi contenuti inseriti sul portale istituzionale nuovo di zecca sono quindi ancora privi di attuazione, ottime norme di legge che per il momento rimangono “lettera morta” a livello regolamentare. Le frizioni con il titolare di via XX Settembre potrebbero aumentare nelle prossime ore, il governo avrebbe infatti allo studio misure per aumentare la durata del bonus degli “80 euro” a tutto il 2015 e addirittura estenderlo ad alcune categorie di pensionati. Un disegno ambizioso ai cui margini si consumerà la battaglia con Berlino e la Commissione europea per ottenere maggiore flessibilità sui vincoli di bilancio inserito nei Trattati Ue. Non a caso, in queste ore continuerà il pressing dell'asse Roma-Parigi per riportare la crescita in Europa, usando nel modo più flessibile possibile l'insieme degli strumenti già contenuti nei patti europei. Attività in grado di mostrare i primi risultati: il governatore della Bce Mario Draghi ha infatti chiarito quanto siano necessarie misure per sostenere la domanda interna, sostenere l'Euro sui mercati valutari e sconfiggere la deflazione. Per trovare il favore della Germania serviranno le riforme, per questo Renzi ha annunciato il rilancio del “jobs act”, testo che prenderà a modello il diritto del lavoro tedesco mantenendo però l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

I lavori del Senato riprenderanno domani mentre quelli della Camera prenderanno il via giovedì. A Montecitorio, nel pomeriggio, le commissioni riunite Esteri e Difesa esamineranno il ddl di conversione del decreto-legge “Missioni”. Testo che dovrebbe approdare in assemblea giovedì.



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