Alle 10 è convocato il Consiglio dei Ministri; all'ordine del giorno l’esame del decreto legislativo sulla “Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata” e del decreto legislativo relativo alla “Composizione, attribuzioni e funzionamento delle commissioni censuarie”. Renzi e i suoi Ministri si occuperanno anche di esecuzione penale, sarà infatti esaminata la bozza di decreto-legge recante “Disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché modifiche al codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile”. Testo che dovrebbe limitare i “trattamenti inumani e degradanti” nei penitenziari italiani – così come riconosciuto dalla Corte europea dei diritti umani in diverse pronunce – e favorire un processo di riforma del Corpo di polizia penitenziaria.
Intanto, si è ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei provvedimenti approvati lo scorso venerdì dal Consiglio dei Ministri. Le misure ipotizzate dal Governo dovrebbero essere contenute in tre distinti decreti-legge anche per ovviare ai rilievi del Capo dello Stato, da sempre poco propenso a sottoscrivere provvedimenti omnibus.
Lo spacchettamento peserà ovviamente sull’iter parlamentare dei decreti vista anche l’imminente pausa dei lavori per le ferie estive, che quest’anno potrebbe essere più breve del solito visto l’ingolfamento dei calendari delle due Camere.
Tra le misure che dovrebbero confluire nel decreto sulla riforma della pubblica amministrazione – fino a ieri sera ancora in fase di scrittura – vi sono quelle destinate al ricambio generazionale negli uffici pubblici attraverso l'abolizione del trattenimento in servizio che libererà quindicimila posti per i giovani. Altre interventi riguarderanno i magistrati in età pensionabile che ricoprono posizioni apicali e che potranno restare in servizio fino a fine 2015: per loro viene confermata una deroga per evitare che si ingeneri il caos in alcuni uffici; gli altri dipendenti pubblici potranno invece continuare a lavorare fino alla fine di ottobre 2014. La riforma dovrebbe confermare le novità sulla mobilità per gli statali (anche obbligatoria fino a 50 chilometri) e sui dirigenti e dimezzare il monte ore dei distacchi e permessi sindacali (dal prossimo primo agosto) così come tagliare del 50 per cento i diritti che le imprese pagano annualmente alle Camere di commercio.
Nel decreto-legge sulla competitività dovrebbero essere invece contenute, tra le altre, le norme che tagliano del 10 per cento il costo delle bollette energetiche per le PMI e la dilazione degli incentivi previsti per gli impianti fotovoltaici.
Il presidente del Consiglio continuerà a trattare con gli omologhi europei per imporre un cambio di passo nella gestione dell'Ue. L'Italia non è disposta a continuare sulla strada dell'austerità e delle scelte che non saranno mai in grado di assicurare risposte ai bisogni degli Stati. Una strategia chiara resa possibile grazie al successo incassato nelle ultime europee e al conseguente peso politico del Partito democratico nel gruppo del Partito socialista europeo. Qualunque sia la scelta dei leader europei – siano essi di destra o di sinistra – non potranno prendere alcuna decisione senza prima confrontarsi con Matteo Renzi.
Il segretario del Pd potrebbe intanto aumentare il suo peso politico grazie ad una scissione di fatto di SEL. Alcuni deputati, infatti, hanno lasciato il gruppo parlamentare, in primis il capogruppo Gennaro Migliore, in polemica con la linea politica del partito. “Chi guarda al Pd troverà un partito aperto, attento alle diverse sensibilità, intenzionato a lavorare avendo come obiettivo la giustizia sociale, ma che si pensa come un vero e proprio partito della Nazione”. Parole rivolte dall'ex sindaco di Firenze ai riformisti di sinistra, ma anche a quelli che dal centro stanno vivendo uguale travaglio, a partire dagli ex montiani di Scelta civica, in larga parte orientati proprio verso il Pd. L'aumentare dei voti “per il Pd” in Parlamento spinge nella direzione indicata dal premier: un forte cambiamento, in tempi brevi. È questo l'argomento più convincente verso gli altri partiti, della maggioranza, come dell'opposizione. L'accordo con Forza Italia sulla riforma costituzionale sarebbe sempre più vicino. Ma Renzi tiene aperto il dialogo anche con i 5 Stelle. Di fronte all'insistenza dei grillini, ansiosi di sedersi al tavolo, il messaggio del premier si riassume in poche parole: "Se ci state ci vediamo mercoledì".