Le commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama si confronteranno con gli 800 emendamenti presentati al disegno di legge di conversione del decreto-legge con cui il governo intende tagliare l'Irpef pagata dai lavoratori dipendenti. Provvedimento in cui è compreso anche il taglio dell'Irap a carico delle aziende. Molte delle proposte di modifica andranno incontro ad un giudizio di inammissibilità; il dibattito ruoterà comunque intorno alla platea di beneficiari. Il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano vorrebbe infatti estendere il beneficio anche ad autonomi e pensionati. Intendimento che si scontra con la sostenibilità della misura, che resta tutta da dimostrare per il prossimo anno. I renziani continuano comunque a fornire garanzie sul tema: il bonus non sarà una misura spot ma diventerà strutturale.
L'assemblea della Camera, votata ieri sera la fiducia, dovrà votare gli ordini del giorno presentati al “decreto Casa” e approvare definitivamente il provvedimento, incentrato sull'emergenza abitativa, il comparto edile e i finanziamento per l'Expo. Niente luce e gas per chi occupa abusivamente una casa, anche se vuota. Bonus mobili fino a 10mila euro svincolato dalle spese di ristrutturazione. Cedolare secca al 10 per cento per i canoni concordati. Nel testo c'è anche un capitolo sull'Expo, con uno stanziamento di 25 milioni di euro presi dai fondi per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. È prevista una deroga per la società Expo2015 relativa al Codice degli appalti per i contratti di sponsorizzazione e le concessioni di servizi.
Approvato il decreto, i lavori della Camera si interromperanno e riprenderanno dopo le elezioni europee. La conferenza dei capigruppo – seguendo una prassi costante – ha concesso alle forze politiche la possibilità di concentrarsi sugli ultimi giorni di campagna elettorale.
Il presidente del Consiglio punta tutto sulla speranza e sulla ripresa economica. Il suo messaggio agli elettori potrebbe essere sintetizzato in questo modo: il suo esecutivo ha le carte in regola per permettere al Paese di rialzarsi e tornare a crescere. Un cammino in cui saranno fondamentali le riforme costituzionali e la lotta contro i conservatori amanti della “palude”. Renzi non si fa trascinare nella rissa da Beppe Grillo. Perché è con le azioni del suo governo che intende marcare la differenza. E, sfidando la scaramanzia, si dice molto ottimista sul fatto che il messaggio di “speranza” prevarrà nelle urne. Convinto che se il M5S provoca e urla sempre più forte, è perché ha paura del Pd. Dalle piazze il premier cercherà di far passare un messaggio rivolto a tutti gli elettori, di sinistra come di destra: non si può dare il loro voto a dei “buffoni”, perché non hanno credibilità. E il Movimento 5 Stelle, come Forza Italia, non ha una credibilità all'altezza “delle aspettative che l'Italia suscita in Europa”. Il segretario del Pd non intende nascondersi dietro un dito. Ieri, durante una conferenza stampa insieme al premier polacco Donald Tusk, ha ribadito che l'Unione europea va cambiata. Si deve abbandonare l'austerità imposta dalla Commissione per lasciare spazio a delle politiche più espansive. Voleri che comunque si scontrano con la condotta tenuta da Palazzo Chigi sino a questo momento. L'ex sindaco di Firenze ha infatti rispettato tutti i vincoli presenti nei Trattati Ue. L'atteggiamento potrebbe cambiare all'indomani del voto per il Parlamento europeo. Un grande successo del Partito democratico potrebbe permettere a Renzi di andare in Europa con una grande legittimazione popolare alle spalle, cosa che sino a questo momento gli è mancata. Per questo motivo ha specificato che si vorrà conquistare una per una ogni singola preferenza.
Il ritorno di Beppe Grillo su Rai1 – mancava da circa vent'anni – non è stato caratterizzato da nessuno scossone. Il leader del Movimento 5 stelle, ospita a “Porta a porta” di Bruno Vespa, ha tenuto un comportamento quasi insolito ma ampiamente prevedibile. Una pacatezza utile a conquistare i voti dell'elettorato moderato e dei pensionati, strategia comunicativa che gli ha comunque permesso di riproporre tutti i suoi cavalli di battaglia: dal referendum sull'euro all'attacco frontale ai politici passando per il riassunto dei successi ottenuti dal M5S in un anno di attività parlamentare.