A partire dal pomeriggio il Senato sarà impegnato con le proposte di riforma del sistema radiotelevisivo pubblico. Il ddl potrebbe però subire un rallentamento rispetto ai piani della maggioranza. Ieri sono stati presentati una valanga di emendamenti firmati da esponenti di Movimento 5 stelle, Lega Nord e Forza Italia. Le 1500 proposte di modifica depositate potrebbero far slittare alla settimana prossima il via libera in prima lettura. Dopo il rinvio delle riforme costituzionali e del testo sulle unioni civili, il presidente del Consiglio conta di portare a casa almeno un risultato positivo prima della pausa estiva, ma per il rinnovo dei vertici di Viale Mazzini, già scaduti, dovrà comunque attendere l'autunno. Preso atto che l'approvazione definitiva della Camera non arriverà prima di settembre, l'unica possibilità per accelerare sarebbe quella di un decreto sul testo che sarà approvato in Senato, che appare di difficile realizzazione, nonostante l'ipotesi continui a circolare, o, nel caso in cui i tempi si allunghino a dismisura, il rinnovo con la legge Gasparri. Proprio per evitare che il testo si impantani, si è scelta la strada dell'apertura all'opposizione. La commissione Affari costituzionali sarà impegnata con le proposte sulla modifica della seconda parte e del Titolo V della Costituzione. La Commissione Bilancio sarà alle prese con il DL Enti Territoriali; ieri il Governo ha presentato un pacchetto di emendamenti, nell’ambito dei quali vi è il recepimento dell’Intesa Stato-regioni sulla riduzione del Fondo Sanitario nazionale e il potenziamento dell’organico dell’Agenzia Italiana del Farmaco. L'Ufficio parlamentare di Bilancio, il Dipartimento delle Finanze e il professor Cesare Glendi saranno auditi dalla commissione Finanze nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco. I rappresentanti della compagnia di navigazione Tirrenia saranno ascoltati dalla commissione Trasporti in merito alla situazione di mercato del settore del trasporto marittimo; in serata riprenderà l'analisi della proposta per l'istituzione di una commissione d'inchiesta sugli appalti pubblici. L'Ufficio di presidenza della commissione Industria ascolterà i rappresentanti di Confindustria e Rete Imprese Italia in merito all'istruttoria delle proposte di legge sulle aree industriali dismesse; nel pomeriggio sarà portato avanti il confronto sulle proposte in tema di politiche spaziali e aerospaziali. La commissione Territorio e Ambiente audirà Edoardo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, nell'ambito dell'affare assegnato “Verso un'economia circolare: Programma per un'Europa a zero rifiuti”.

L'assemblea della Camera, esaurita la fase preliminare, inizierà questo pomeriggio, ad analizzare i circa 200 emendamenti presentati al disegno di legge di conversione del dl relativo ad alcune norme in materia di diritto fallimentare; il voto finale è atteso per domani. Nel corso della giornata proseguirà la trattazione delle mozioni concernenti iniziative in ambito internazionale in relazione al fenomeno dei matrimoni precoci e forzati di minori e iniziative per contrastare i cambiamenti climatici, anche in vista della Conferenza di Parigi di dicembre 2015. Tutte le Commissioni permanenti saranno chiamate a rinnovare gli uffici di presidenza: scontato il mancato rinnovo dei presidenti eletti nelle liste di Forza Italia. La commissione Affari costituzionali e la commissione Finanze – giusto per fare due esempi – sono destinate a cambiare “guida”. Nel tardo pomeriggio, proprio in seno alla commissione Affari costituzionali, saranno esaminate le proposte di legge in materia di riconoscimento della cittadinanza italiana. La commissione Ambiente e la commissione Attività produttive si confronteranno con il ddl di conversione del decreto-legge contenente “Misure urgenti in materia di rifiuti e di autorizzazione integrata ambientale, nonché per l’esercizio dell’attività d’impresa di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale”.

La “rivoluzione fiscale”, annunciata sabato scorso da Matteo Renzi, scava l'ultima trincea dentro il Pd. Dopo Speranza e Cuperlo, anche Pier Luigi Bersani mette in guardia da una riduzione fiscale fatta “alla maniera della destra”, facendo sua la stroncatura dell'ex ministro Vincenzo Visco. “Non siamo ossessionati da Berlusconi, ci interessa il Paese”, reagiscono i renziani che nell'altolà della minoranza vedono la conferma della “vecchia sinistra delle tasse” condannata a perdere le elezioni. Alla quale il premier risponde con un'alzata di spalle, deciso a mandare in porto il piano triennale di riduzione delle tasse. Un progetto ambizioso che ha creato più di qualche incomprensione tra Palazzo Chigi e il ministero delle Finanze. Ridurre la pressione fiscale nella misura pari a 3 punti di Pil non sarà un'impresa facile. Il rinnovo delle presidenze delle Commissioni a Montecitorio apre le porte al conferimento di nuovi incarichi nel governo. Ncd e Scelta civica chiedono più spazio. Probabile che il “rimpastino” venga rimandato a dopo la pausa estiva.



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