L'assemblea del Senato riprenderà i lavori dopo la pausa pasquale con il voto sui presupposti di costituzionalità del decreto-legge “Salva Roma-ter”, provvedimento già votato dalla Camera e che dovrebbe essere convertito senza ulteriori modificazioni da Palazzo Madama anche se, nonostante la scadenza molto ravvicinata del decreto (5 maggio), potrebbe fare un ulteriore rapidissimo passaggio alla Camera. La commissione Affari costituzionali porterà avanti l'istruttoria dei disegni di legge costituzionali con cui si intende modificare la seconda parte della Carta. Proposte su cui il governo Renzi è deciso ad impegnare gran parte della propria responsabilità politica. Il primo scrutinio sulla modifica del bicameralismo perfetto dovrà infatti arrivare – almeno secondo i piani del presidente del Consiglio – prima delle elezioni europee del 25 maggio. La commissione Lavori pubblici e la commissione Territorio continueranno le audizioni connesse al procedimento di conversione del decreto-legge sull'emergenza abitativa e l'edilizia; saranno ricevuti gli esponenti dell'Istituto nazionale di Urbanistica, dell'Istituto per l'innovazione e la trasparenza degli appalti (ITACA) e della Agenzia casa clima.

La Camera porterà avanti la discussione sulla conversione in legge del decreto “Lavoro”, atto che ha già scatenato diversi malumori in seno alla maggioranza. Il Nuovo centrodestra ritiene infatti che gli emendamenti presentati dalla sinistra del Pd abbiano sostanzialmente stravolto lo spirito e il contenuto iniziale del provvedimento fortemente voluto dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “Le correzioni alla normativa sui contratti a termine e sull'apprendistato migliorano il Decreto ed ampliano in modo significativo la flessibilità a disposizione delle imprese senza cancellare i diritti dei lavoratori”, ha spiegato il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano. “Insieme al ministro del lavoro ci auguriamo che il Parlamento lo approvi rapidamente, se vogliamo rispettare la scadenza del 20 maggio”, ha poi specificato l'ex ministro torinese. L’apposizione della questione di fiducia da parte del Governo, per stroncare sul nascere pericolosi distinguo, potrebbe essere dietro l’angolo. La commissione Ambiente svolgerà diverse audizioni nell'ambito dell'istruttoria del disegno di legge collegato alla Finanziaria “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Saranno ricevuti i rappresentanti di Assoarpa, Federutility, Federparchi, Coordinamento Agende 21 locali italiane, Centro di Coordinamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (CDC Raee), Agenzia Interregionale per il fiume Po, Fise Assoambiente e dell’Unione nazionale imprese recupero – Fise Unire e Federazione Filiera della Carta. In commissione Attività produttive l'Esecutivo risponderà ad un paio di interrogazioni in materia di energia; la prima, presentata dal deputato di Sel Luigi Lacquaniti, sulla riorganizzazione dell'Enea, la seconda, presentata dal deputato del MoVimento 5 stelle Walter Rizzetto, chiede al Governo di conoscere quali siano i parametri catastali di riferimento degli immobili ospitanti impianti fotovoltaici.

Il premier Matteo Renzi continua a ostentare determinazione nonostante alcune difficoltà nei rapporti con la maggioranza e con il Partito democratico. Entro la prossima settimana il Consiglio dei Ministri esaminerà un decreto-legge con la riforma della pubblica amministrazione, mettendo così altra carne al fuoco. Sarà motivo di nuove tensioni anche il dibattito sulle riforme istituzionali. Tanto che Renzi e il ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, potrebbero presto decidere di rivedere il ruolino di marcia “ufficiale”. La minoranza dei Dem ha fatto capire a chiare lettere di non essere disposta a rinunciare al testo di Vannino Chiti o ai propri orientamenti sull'elezione del Senato e le sue prerogative di garanzia. Il procedimento legislativo – a meno di poco probabili convocazioni notturne ad oltranza – subirà quindi un netto rallentamento. La commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama dovrà infatti esaminare una cinquantina di ddl.



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