Nell’ultima settimana di lavori parlamentari prima della consueta pausa natalizia, il Governo Gentiloni si è presentato in entrambe le Camere per ricevere l’autorizzazione del Parlamento a mettere in sicurezza il sistema bancario da un'eventuale crisi legata alle profonde difficoltà della Monte dei Paschi di Siena. Il Governo ha anche ottenuto un altro importante via libera: la Camera ha infatti approvato definitivamente l’accordo con la Francia sulla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Sullo sfondo dei lavori parlamentari, c'è la delicata questione della nomina dei nuovi Viceministri e sottosegretari, ma anche l’ennesima crisi politica, giudiziaria e amministrativa del comune di Roma guidato dalla pentastellata Virginia Raggi, il ritorno alla guida del comune di Milano di Beppe Sala e la nomina da parte di Matteo Renzi della nuova segreteria del Partito Democratico.

Nella giornata di lunedì il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, la Relazione al Parlamento con la quale il Governo ha chiesto l'autorizzazione per aggiornare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica al fine di tutelare i risparmiatori qualora si materializzassero rischi nel settore finanziario come ad esempio nel caso della Monte dei Paschi di Siena. Di fatto il Governo ha chiesto e ottenuto dal Parlamento l'autorizzazione ad adottare provvedimenti con effetti finanziari fino a un massimo di 20 miliardi di euro, che conseguentemente possono comportare un incremento, rispetto agli obiettivi fissati nella legge di bilancio, del fabbisogno finanziario e del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, da reperire attraverso l' emissione di titoli del debito pubblico. L'impatto effettivo sui saldi dipenderà dalla tipologia d'interventi che saranno eventualmente adottati e dall'entità delle risorse che potrebbe essere necessario rendere disponibili.

Essenzialmente, i 20 miliardi serviranno a due fini: ad avere una garanzia di liquidità per ripristinare la capacità di finanziamento a medio e lungo termine e ad avviare un programma di rafforzamento patrimoniale nel rispetto delle regole Ue. La speranza dell'Esecutivo è che il mercato, di piccoli e grandi investitori, creda al piano Mps e aderisca in massa alla conversione dei bond e all'aumento, consentendo così un intervento minimo da parte dello Stato. Ma nell’ipotesi peggiore e molto probabile, che i risultati certificheranno oggi pomeriggio, e cioè in caso di fallimento dell'offerta, allora il Governo potrebbe già oggi stesso riunire il Consiglio dei ministri per varare il decreto con la massima urgenza. Secondo fonti della maggioranza, nel decreto potrebbero entrare, oltre alle necessarie norme per mettere in sicurezza il sistema bancario, anche una proroga sulla riforma delle Banche Popolari dopo che ieri il Consiglio di Stato ha validato la soglia degli 8 miliardi di utili oltre la quale scatta la trasformazione in Spa.

Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato e le Commissioni non si riuniranno. I lavori sono rimandati al 10 Gennaio quando l’Aula di palazzo Madama tornerà a riunirsi per l’informativa del ministro del Lavoro Giuliano Poletti in merito alle sue dichiarazione sui giovani italiani e la fuga di cervelli all’estero; a seguire, l’Assemblea proseguirà l’esame del ddl sulla responsabilità professionale del personale sanitario e di diverse ratifiche di accordi internazionali.

Discorso analogo anche per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento: l’Assemblea della Camera, come anche le Commissioni, oggi non si riuniranno. I lavori dell’Aula di Montecitorio riprenderanno il prossimo 9 gennaio con la discussione di diverse ratifiche di trattati internazionali e delle mozioni sulla crisi del sistema bancario.

Questa settimana l’Assemblea della Camera ha approvato definitivamente la proposta di ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino – Lione .

Il provvedimento, che è stato approvato con 285 voti favorevoli provenienti dai partiti della maggioranza con l’aggiunta di Forza ItaliaLega Nord e Ala-Scelta Civica, 103 contrari e 3 astenuti, prevede la realizzazione di una nuova linea ferroviaria internazionale di 235 km ad alta velocità e capacità rivolta altrasporto merci e passeggeri nella tratta fra Torino e Lione. In particolare, si prevede la realizzazione di un tunnel di 57 km e di una sezione transfrontaliera. Secondo la relazione tecnica, i costi sarebbero stimanti in due miliardi e mezzo di euro. Nel corso del tempo il progetto ha subito molte trasformazioni, ma uno dei punti rimasti immutati è la realizzazione di una nuova galleria con due tunnel a binario semplice fra la Val di Susa in Italia e la Moriana in Francia. Quest'opera, in particolare, ha suscitato le fortissime critiche e le proteste delle popolazioni dei comuni coinvolti, che nel tempo hanno dato vita al movimento No Tav. L’approvazione del trattato arriva fra polemiche politiche che hanno coinvolto innanzitutto il Movimento 5 Stelle: Beppe Grillo dal suo blog ha denunciato "un voto che ratifica un accordo scandaloso, che fa spendere almeno due miliardi e mezzo di euro di soldi pubblici e che sventra una valle, prosciuga i corsi d'acqua, sparge polvere di amianto su tutto il territorio. E' un'opera insostenibile economicamente anche perché di fatto il Parlamento ha approvato una legge dal costo variabile, autorizzandone fin da ora la lievitazione dei costi. L'analisi del costo al chilometro mette in evidenza che sarà di 356 milioni per l'Italia e di 78 milioni per la Francia (4,6 volte in più)".

Al Comune di Roma, guidato dal Movimento 5 Stelle, si annuncia un Natale assai movimentato. Il Campidoglio, infatti, deve riuscire a rifare in tutta fretta il bilancio, bocciato due giorni fa dall'Organo di certificazione dei conti del Municipio, un fatto senza precedenti che se non risolto esporrebbe il Comune all’esercizio provvisorio e a un possibile commissariamento. La sindaca Virginia Raggi, poi, deve rifare la sua squadra dopo l'uscita di due uomini chiave del suo team: il capo della segreteria politica, Salvatore Romeo, e il capo del personale Raffaele Marra, arrestato per tangenti e su cui sta indagando la Magistratura. Ieri l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha certificato che Marra potrebbe aver agito in conflitto d'interessi, ma la tegola più pesante è per Virginia Raggi: sapeva di quel conflitto e lo ha ignorato. E' durissima la delibera dell'Anac sul caso Marra, nove pagine firmate dal presidente Raffaele Cantone, rese pubbliche dopo l'esame del Consiglio dell'Autorità e accompagnate dalle carte acquisite nel corso delle verifiche partite a fine novembre. Questi atti, trasmessi alla Procura di Roma e già acquisiti, aprono la strada alla possibilità che il Sindaco venga iscritta nel registro degli indagati, probabilmente per abuso d'ufficio, ma non si possono escludere anche altre ipotesi, come il falso ideologico, partendo dalla constatazione, messa nero su bianco dall'Anac, che Raggi ha fornito in atti ufficiali versioni dei fatti fra loro contraddittori. Tutto ruota attorno al passaggio di Renato Marra dalla Polizia municipale alla guida della Direzione turismo, una promozione arrivata mentre suo fratello Raffaele, braccio destro delsindaco Raggi, era a capo del personale del Campidoglio. Il Movimento 5 Stelle, a partire da Beppe Grillo, conservano per il momento la massima cautela anche se la situazione politica,amministrativa e giudiziaria sembra aggravarsi giorno dopo giorno e non pochi ipotizzano la caduta della Sindaca entro la prossima primavera.

In casa del Partito Democratico è iniziata la ricostruzione voluta da Matteo Renzi. Ieri il Segretario ha riunito al Nazareno i Segretari regionali e provinciali del Pd e disegnata la rotta dei prossimi mesi. La questione prioritaria al momento rimane una e una sola, la modifica della legge elettorale. Al momento la linea, certificata anche dalla decisione assunta a maggioranza dalla Commissione Affari costituzionali della Camera, sarebbe di attendere il prossimo 24 gennaio quando la Corte Costituzionale si pronuncerà sull’Italicum. Nel frattempo il Pd cercherà di capire le posizioni degli altri partiti a partire da Forza Italia, che negli scorsi giorni si era detta favorevole a un confronto, ma senza dimenticare il Movimento 5 Stelle, nella prospettiva di evitare il ritorno a un sistema proporzionale dagli esiti incerti e di ripartire dal Mattarellum. L’ipotesi che circola nel Pd è di un aumento della quota proporzionale, precedentemente fissata al 25%, così da andare incontro alle esigenze di Silvio Berlusconi poco convinto dai collegi nei quali ha storicamente avuto maggiori difficoltà.

La strada verso le elezioni passa tuttavia dalla riorganizzazione interna del Partito Democratico. Matteo Renzi, di fronte ai Segretari regionali e provinciali, si è detto "consapevole" degli errori commessi, ma invita i suoi interlocutori a "non disperdere le energie positive" che si sono attivate con il referendum. Il partito, ha sottolineato, dovrà ripartire da dove ha fallito: il territorio e il web. Ecco allora una campagna d'ascolto, che avrà inizio a gennaio e servirà ad avviare "la costruzione dal basso dell'Italia del futuro". Il segretario ha quindi disegnato di fronte ai suoi interlocutori la road map per i prossimi mesi, ricordando l'appuntamento del 21 gennaio, giorno in cui è in calendario una mobilitazione dei circoli. Il 27 e 28 gennaio si terrà poi a Rimini l' Assemblea nazionale degli amministratori locali del Pd. A febbraio, oltre all'appuntamento già annunciato sull'Europa, dovrebbe tenersi anche la conferenza programmatica e i congressi delle Federazioni del Pd attualmente commissariate, tra le quali spicca quella della Capitale.

 



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