All’indomani dell’approvazione, in seconda lettura, delle Riforme Costituzionali, anche nella giornata di ieri il Senato è stato il protagonista del dibattito politico per via del rinnovo degli uffici di Presidenza delle Commissioni permanenti.

A palazzo Madama sono stati confermati tutti i Presidenti della maggioranza. Cambia la guida della Commissione Giustizia, ora presieduta dal centrista Nino D’Ascola che prende il posto di Francesco Nitto Palma (FI); Altero Matteoli, senatore di Forza Italia, è stato confermato alla presidenza della Commissione Lavori Pubblici, facendo saltare così l'accordo che candidava Vittorio Fravezzi del gruppo Autonomie: è un altro colpo all'esecutivo dopo l'incidente alla Camera, dove il Governo è stato battuto su un emendamento al ddl sull'omicidio stradale. Forza Italia segna una vittoria: siederà su 11 poltrone nel complesso, con 5 vicepresidenze, 5 segretari e un presidente, Matteoli appunto. Altra storia è quella del gruppo Ala di Denis Verdini, che conquista tre vicepresidenze: Eva Longo, Pietro Langella e Giuseppe Compagnone sono infatti stati eletti vicepresidenti, rispettivamente, delle Commissioni Finanze, Bilancio e Difesa; secondo le opposizioni, ciò certifica l'ingresso de facto di Ala nel Governo.

L'ipotesi ha inevitabilmente determinato un gran fermento all’interno della minoranza del Partito Democrito; il primo ad insorgere è Roberto Speranza che, dopo l'appoggio dei verdiniani alle Riforme Costituzionali e l'elezione di ieri dei vicepresidenti, ha chiesto che il premier Renzi "ci dica se esiste una nuova maggioranza politica che sostiene il Governo" e che, in caso affermativo, "si apra un dibattito pubblico e in Parlamento". Dello stesso avviso il capogruppo di Forza Italia in Senato, Paolo Romani: "Prendiamo atto dell'ingresso di Ala in maggioranza"; con l'accordo di oggi sulle vicepresidenze, secondo Romani, "c'è stata una ratifica formale". La linea della maggioranza Pd è affidata a Luigi Zanda, presidente del gruppo a palazzo Madama: "Romani sa anche bene che le vicepresidenze delle commissioni, per prassi, vanno in parti uguali a parlamentari di maggioranza e di opposizione. Non capisco quindi cosa Romani vada dicendo su fantomatiche nuove maggioranze in Senato".

Nella serata di ieri, direttamente dal salotto di Porta a Porta, è lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi ad affermare che la compagine di Denis Verdini non è entrata nella maggioranza di Governo e a scindere il voto sulle Riforme Costituzionali, nel quale nella giornata di mercoledì Ala è stata determinante, dalle classiche dinamiche parlamentari nelle quali il gruppo si esprime per lo più contro la maggioranza di Governo.

Sulle Unioni Civili, ad una manciata di ore dal deposito degli emendamenti previsto oggi alle 13, c’è ancora pochissimo tempo per trovare un'intesa che raffreddi la temperatura interna alla maggioranza e tenti il recupero di AP. Lo scontro, sull'onda dell'emendamento contro la maternità surrogata presentato dai Cattodem, stenta a spegnersi e si tradurrà in proposte di modifica messe nero su bianco alle quali occorrerà aggiungere anche quelle delle opposizioni, a partire dagli oltre 5 mila emendamenti della Lega Nord. Il percorso del testo Cirinnà, insomma, resta impervio, disseminato di tranelli, a cominciare dagli emendamenti sullo stralcio della stepchild adoption che, fuori dal Pd, verranno probabilmente presentati, e soggetto ad un clima politico incandescente che si respira tra il Partito Democratico e la sua insolita “sponda” sulla legge, quel Movimento Cinque Stelle che non presenterà alcun emendamento al ddl ribadendo come esso "vada approvato così com’è". Eppure, due cose appaiono certe nel PD: che il ddl subirà delle modifiche e che tutti, tra i democratici, vogliono che vada in porto, a partire dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, a "Porta a Porta", si dice "ottimista" sul fatto che la legge si faccia e, sul nodo adozioni, spiega di essere "contrario all'utero in affitto, e la legge in Italia non cambia" ma di essere favorevole alla stepchild "dove il valore centrale è il bambino". Per evitare una debacle, al Senato si lavora quindi a proposte "migliorative", come ha spiegato Monica Cirinnà.

Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato e le Commissioni non si riuniranno.

L’Assemblea della Camera dei Deputati tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per lo svolgimento delle interpellanze urgenti che, tra molti altri temi, riguarderanno gli effetti del decreto “Salva Banche”, la presenza di amianto all'interno dei cicli produttivi dell'impianto Enichem di Ottana, la salvaguardia del lavoratori dello stabilimento di Sesto San Giovanni (FI) in virtù dell’acquisizione di Alstom da parte di General Electric e le opere infrastrutturali per lo sviluppo industriale della ex-Lucchini a Piombino (LI).

Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Finanze e l’Attività Produttive, in sede riunita, audiranno informalmente, nell’ambito della discussione sulla risoluzione su iniziative per il mantenimento dello strumento del fattore di supporto delle piccole e medie imprese (SME Supporting factor) in materia di requisiti patrimoniali degli enti creditizi, i rappresentanti di R.ETE. Imprese Italia, di Alleanza delle cooperative italiane, di Agrinsieme e di Coldiretti.

Ancora oggi fa rumore quanto accaduto ieri durante la discussione della legge sull’omicidio stradale che, arrivata sul filo di lana dell’approvazione definitiva alla Camera (con conferenza stampa del vice ministro Nencini già convocata per le 16), ha subito un improvviso stop e ora deve tornare al Senato in quinta lettura. Col voto segreto chiesto dalle opposizioni è infatti passato un emendamento di Forza Italia (247 favorevoli 219 contrari) al quale la relatrice Alessia Morani (Pd) e il Governo si erano dichiarati contrari; ai voti degli azzurri si sarebbero aggiunti quelli della Lega, di Sel, dei Cinque Stelle e di alcuni deputati dem. Alla fine il Governo è dunque andato sotto su una legge sulla quale il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si era personalmente impegnato ben prima di Natale. A dicembre era arrivato il primo slittamento al nuovo anno e ora ecco lo stop che rimanda tutto al Senato: proprio il giorno successivo a quello in cui l’assemblea di palazzo Madama ha dato l’addio al bicameralismo paritario, l’omicidio stradale continua la sua estenuante “navetta” tra i due rami del Parlamento.

Infine, dopo giorni di durissime polemiche politiche e accuse reciproche che hanno coinvolto principalmente il Movimento Cinque Stelle, nella giornata di ieri Rosa Capuozzo ha annunciato le sue dimissioni da Sindaco di Quarto. Lo ha detto, in lacrime, in una conferenza stampa proprio nel giorno in cui la presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi ha disposto la trasmissione alla Procura di Napoli degli atti dell'audizione tenutasi a San Macuto la sera di martedì scorso. Un caso, quello delle infiltrazioni della Camorra nel comune di Quarto, ancora lontano dall’essere concluso e che senza ombra di dubbio continuerà ad essere al centro del dibattito politico.



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