Matteo Renzi e il Partito democratico puntano sugli indecisi. Il presidente del Consiglio sa bene che diversi milioni di elettori non sanno ancora per chi voteranno o se domenica usciranno di casa per recarsi ai seggi.  Per rubare consensi al “partito dell'astensione” Renzi continuerà a riepilogare i successi ottenuti in ottanta giorni di mandato. Il più importante è sicuramente quello relativo al taglio della pressione fiscale; l'ex sindaco di Firenze ha spiegato più volte che il suo sarà il primo governo di tutta la storia repubblicana a restituire ai cittadini quasi mille euro in un solo anno. Il provvedimento è contenuto in un decreto-legge attualmente in discussione al Senato, atto che potrebbe subire diverse modifiche al termine della discussione nelle commissioni Bilancio e Finanze. Confronto tra maggioranza e opposizione durante il quale si dovranno tenere in debita considerazione i rilievi mossi dai tecnici della commissione Bilancio di Palazzo Madama, che hanno manifestato alcuni dubbi sulle coperture individuate da Palazzo Chigi per finanziare la misura. Ad ogni modo, il taglio dell'Irpef a favore dei lavoratori dipendenti e la diminuzione dell'Irap, non hanno al momento le caratteristiche per poter diventare “strutturali”. Il dl licenziato dall'esecutivo impone infatti che – relativamente al 2015 – si debba individuare un fondo per continuare a finanziare il taglio delle imposte. Le strategie di finanza pubblica di Renzi e della sua maggioranza rischiano di essere compromesse dalla contrazione del prodotto interno lordo, che, inevitabilmente, causerà una diminuzione del gettito fiscale. Per invertire la tendenza e intercettare la ripresa il numero uno del governo punta tutto sulle riforme costituzionali. Il segretario del Pd è convinto che una modifica della Carta sia utile per far aumentare la governabilità del Paese. Modifiche che – come annunciato nelle ultime ore – saranno accompagnate da un progetto di riforma della pubblica amministrazione, da un'azione di sburocratizzazione e da una serie di investimenti pubblici mirati. “Io posso andare a casa domani mattina ma lo faccio se il Parlamento mi impedisce di fare le riforme. Non sono aggrappato alla seggiola, vado a casa se mi manda a casa il Parlamento”, ha detto ieri il premier durante la puntata di “Otto e mezzo” su La7. Parole utili per slegare la sorte del suo esecutivo dal risultato delle europee. Se ci sarà una debacle, il presidente del Consiglio non rassegnerà le dimissioni. D'altronde, tutta la campagna elettorale è stata incentrata su temi che nulla hanno a che spartire con il futuro dell'Unione europea. A farla da padrona è stata la politica nazionale e tutte le sue sfaccettature.

Tra gli opposti schieramenti si registrano forti polemiche sulla TASI. Per Berlusconi e per Forza Italia Renzi sta semplicemente aumentando le tasse a danno di cittadini e imprese. Il governo ha risposto dicendo che la riscossione spetta ai Comuni e che ogni sindaco italiano potrà agire in piena autonomia; Palazzo Chigi ha poi ricordato che in tantissimi casi la tassa da pagare sarà inferiore alla vecchia IMU.

Alle 13 si terrà una seduta del Consiglio dei Ministri. All'ordine del giorno l'esame di leggi regionali e di varie ed eventuali. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere discusso ed approvato il decreto-legge sulla cultura approntato dal ministro Dario Franceschini. L'atto conterrà una serie di misure per favorire le donazioni alle associazioni culturali, alle fondazioni e a tutte le organizzazioni connesse con il mondo delle arti. Ci dovrebbero essere anche delle norme attraverso le quali snellire l'operato delle Soprintendenze, organi territoriali del Ministero che spesso finiscono per rallentare progetti o influenzare il lavoro di altre Amministrazioni pubbliche. Il testo conterrà anche degli interventi studiati per il comparto ricettivo e del turismo. Crediti d'imposta e detrazioni per le strutture alberghiere che decideranno di investire e di ammodernarsi. Politica fondamentale per cercare di favorire l'aumento del flusso di presenze durante tutto l'anno. Iniziativa già accolta con favore da Federalberghi e dalle altre associazioni di categoria. Sempre secondo alcune anticipazioni, i Ministri potrebbero decidere anche di far confluire in un decreto-legge (non è detto però che venga licenziato oggi) il collegato alla finanziaria in tema di agricoltura, disegno di legge che qualche settimana fa ha iniziato il suo iter alla Camera.



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