Matteo Renzi si prepara ad affrontare gli ultimi giorni di campagna elettorale con rinnovato slancio. Ieri la Camera ha definitivamente approvato il disegno di legge sul contrasto della corruzione e la reintroduzione del falso in bilancio. Provvedimento che fa il paio con il via libera in prima lettura del ddl “La buona scuola”, testo fortemente voluto dall'ex sindaco di Firenze. Proprio su questo tema potrebbero però esserci delle importanti modifiche al Senato. La componente renziana del Partito democratico è infatti pronta ad accogliere e sostenere alcuni degli emendamenti annunciati dalla sinistra del partito. Il termine per la presentazione degli emendamenti nella commissione Istruzione del Senato è fissato per il 1° giugno. Tempi stretti, quindi, ma nessuna blindatura, assicurano a Palazzo Chigi.

Dopo un iter laborioso al Senato, e una rapida seconda lettura alla Camera, l'aula di Montecitorio ha licenziato il testo anticorruzione, con 280 sì (maggioranza e Sel), 53 no (FI e M5s) e 11 astenuti (Lega). Una legge che ha ricevuto anche l'apprezzamento del presidente dell'Anm, Rodolfo Maria Sabelli, dopo che nei mesi scorsi aveva polemizzato con il governo sul contrasto alla corruzione. La legge è nata due anni fa, ed è stato il primo atto di Pietro Grasso al momento del suo ingresso al Senato; primo ed unico visto che dopo due giorni fu eletto presidente di Palazzo Madama. Al ddl Grasso si sono aggiunti quelli di altri senatori, ma il cammino è stato rallentato prima dai contrasti con il Pdl, poi dall'uscita di FI dalla maggioranza, dal cambio Letta-Renzi a Palazzo Chigi e da una serie di polemiche sull'adeguatezza delle misure per contrastare la corruzione. Il 7 gennaio scorso la svolta, con la presentazione di emendamenti del governo in Commissione Giustizia del Senato, il successivo approdo in aula e l'approvazione a Palazzo Madama ad aprile. Poi lo sprint in due mesi della Camera che ha confermato il testo del Senato. E alle polemiche dei mesi precedenti ha fatto cenno anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando intervenendo in Aula: “Il contesto internazionale ci chiede misure più incisive come quelle che abbiamo prodotto per il contrasto alla corruzione. E quando si tratta di corrispondere a un'esigenza così essenziale per la vita pubblica le polemiche strumentali dovrebbero essere lasciate da parte”. “Si dovrebbe riconoscere - ha aggiunto - che finalmente è stato fatto un passo che la politica da troppo tempo non era nelle condizioni di fare”. Il provvedimento ha pure incassato l'apprezzamento del Commissario Anticorruzione Raffaele Cantone: "Credo che il ddl anticorruzione sia quanto di meglio possibile". “Questa legge è un'altra occasione persa” hanno invece detto i deputati del Movimento 5 stelle, che chiedevano l'introduzione nel testo di modifiche che però lo avrebbe ricondotto in Senato per una nuova lettura. Da loro è arrivato un no, come quello di FI, spinta da ragioni opposte volte a criticare un eccessivo aumento delle pene edittali. Il loro rifiuto ad approvare la normativa anticorrotti è stato sottolineato polemicamente dal Matteo Orfini, presidente del Pd. “Soltanto pochi mesi fa - ha osservato invece il premier Matteo Renzi - sarebbe stato impensabile il risultato raggiunto oggi dal Parlamento sulla lotta alla corruzione. È una pagina importante che riavvicina la politica, quando decide, alle aspettative degli italiani”. Intanto, sul fronte del centrodestra, si segnalano importanti novità tra i ranghi di Forza Italia. Silvio Berlusconi sembra infatti realmente intenzionato ad archiviare la seconda stagione del suo partito, rispolverato dopo lo scioglimento del Popolo della libertà. “Ci sono due o tre persone che potrebbero prendere il mio posto”, concede il Cavaliere che, se non si sbilancia troppo, su una cosa è certo: “Non ci saranno le primarie” perché i grandi leader - vedi “De Gasperi, Craxi e lo stesso Berlusconi non ne hanno mai avuto bisogno”. Una stilettata indiretta quanto ironica a Renzi, scelto proprio con quello strumento, ma anche a Raffaele Fitto che ne ha sempre fatto un cavallo di battaglia. L'ex presidente del Consiglio potrebbe fare importanti annunci dopo le elezioni regionali del 31 maggio, appuntamento di importanza cruciale per il futuro di tutta la coalizione di centrodestra. Si pensa che possa battezzare un contenitore che dovrebbe riunire i moderati ma al momento non si è in grado di capire chi possa essere incaricato di guidare questa nuova fase. Le difficoltà sono evidenti e Forza Italia è solo una lontana parente del partito che riuscì ad essere protagonista nei primi anni della seconda repubblica.



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