La campagna elettorale per le europee volge al termine. Domenica gli italiani saranno chiamati a rinnovare la rappresentanza al parlamento di Strasburgo; si voterà anche in Piemonte e in Abruzzo per le regionali e in oltre quattromila Comuni. Appuntamenti molto importanti che non potranno non avere ripercussioni sullo scenario politico.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato un'importante novità: il governo rivedrà la normativa sulle accise sui carburanti e abolirà quelle legate ormai a fatti lontanissimi nel tempo, come il finanziamento della guerra in Etiopia. La diminuzione della pressione fiscale non passerà quindi solo dalla diminuzione dell'Irpef per i lavoratori dipendenti, in cantiere ci sarebbero anche altri progetti. Oggi Renzi concluderà la sua campagna nella piazza di Firenze; ieri, a Roma, ha ricordato gli ultimi successi dei suoi ottanta giorni a Palazzo Chigi. Ha parlato delle commessa da 2,1 miliardi Fincantieri-Msc, del miliardo di investimenti in arrivo in Sardegna dal Qatar, del patto con l'Electrolux reso possibile “solo grazie all'approvazione del decreto lavoro”. Non cerca “alibi” il leader Pd: “Se non ce la faccio sarà solo colpa mia”. Né crede nei mercati che pilotano i governi: “È naturale che quando c'è una prospettiva di sviluppo i mercati mandino sotto lo spread ma non credo ai burattinai dello spread”, è la valutazione dopo l'oscillazione del differenziale degli ultimi giorni. Renzi non mette asticelle sul match elettorale. “Vinciamo noi e non lo dico per training autogeno”, rassicura i suoi a piazza del Popolo. La soglia minima, dentro cui si misurerà il successo del Pd, sono le ultime elezioni: “sotto il 25 per cento abbiamo nettamente perso”, ammette il segretario Pd che sul palco non vuole big, neanche il sindaco di Roma Ignazio Marino, ma solo i candidati. E l'obiettivo è “essere il primo gruppo di centrosinistra nel Parlamento europeo” perché solo così il Pd e il governo potranno incidere per “cambiare rotta” e trasformare l'Europa “da un insieme di regole, di austerity e di incubi” ad un'unione di popoli più vicina ai cittadini e ai loro problemi, dall'immigrazione all'economia reale. Per questo il premier chiede un voto per il Pd che “è un voto di pancia e di testa”. Non di protesta e di sfascio come quello che, per il capo dei dem, chiede Beppe Grillo. Con il leader del Movimento 5 stelle è ormai battaglia aperta. Sui valori e sul pantheon ideale, in primis. “Non si mettano nella stessa frase - attacca Renzi- 'io sono oltre Hitler' e poi Enrico Berlinguer. Sciacquatevi la bocca, giù le mani da Berlinguer”. Ma anche sulle ricette per rialzare l'Italia. “Quando Grillo annuncia il reddito di cittadinanza - ribatte il premier - fa bene perché segna la profonda differenza tra noi e loro: noi non vogliamo dare a tutti un reddito di cittadinanza, noi vogliamo dare a tutti il lavoro perché il lavoro è dignità, il lavoro è passione”. In serata Renzi ha poi annunciato che nel Consiglio dei Ministri del 27 giugno sarà presentato il disegno di legge con cui si proporrà di cambiare la normativa su terzo settore, associazioni e fondazioni. Un regolamentazione che dovrebbe permettere di rendere più facile l'attività di chi è attivo nel volontariato e in tutte le attività senza fini di lucro.

Grillo chiuderà il suo tour per l'Italia a Roma, continuerà ad attaccare frontalmente la vecchia politica e a promettere di rivoltare come un calzino l'Unione europea.

L'eventuale successo del movimento di Beppe Grillo potrebbe consegnare un nuovo ruolo anche a Forza Italia, che secondo diversi sondaggi raggiungerebbe solo con molta difficoltà il 20 per cento. Silvio Berlusconi ha fatto intendere di essere disposto ad “allargare le larghe intese” per portare avanti le riforme costituzionali e mettere in un angolo i grillini. Una proposta allettante per un Renzi disposto a puntare tutto sulla modifica della Carta. Allo stesso tempo, una debacle di Forza Italia potrebbe segnare la fine del partito azzurro. Non sono esclusi nuovi addii o nuove polemiche nei confronti dei più stretti collaboratori di Berlusconi, persone che hanno ormai il pieno controllo della gestione politica del partito.

Dovrà cercare di ben figurare anche il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, non solo per capire quale sarà il futuro della nuova forza politica. Una percentuale alta finirebbe infatti per elevare la potenza contrattuale di Alfano nei confronti di Renzi e del Pd.

Le elezioni di domenica dovrebbero infine rilanciare definitivamente la Lega Nord di Matteo Salvini, movimento che sta cercando di diventare nazionale “andando a prendere i voti anche al Sud”.

“L'altra Europa con Tsipras” non è certa di superare il quorum del 4 per cento, il cartello di sinistra paga divisioni interne tra Sel e Rifondazione e una campagna elettorale in cui sono mancati gli argomenti in grado di infiammare la piazza.



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