Alle 12 il Parlamento è convocato in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale e di due componenti del Consiglio superiore della magistratura. L'ennesima “fumata nera” sembra scontata, nelle ultime ore è infatti aumentato il muro contro muro tra i partiti. Ufficialmente, il Pd punterà ancora su Luciano Violante per la Consulta. L'ex presidente di Montecitorio avrà però bisogno dei voti di Forza Italia, movimento scosso dalle vicende giudiziarie che coinvolgerebbero Donato Bruno, senatore azzurro “candidato” per la Corte costituzionale. Il quorum dei 570 voti sembra quindi lontanissimo da raggiungere. Uno stallo che ha portato la presidenza della Repubblica a intervenire nuovamente con un richiamo al realismo; di questo passo anche le tante riforme in agenda rischiano di rimanere vittime dei veti incrociati delle varie componenti dei partiti. 

Nel pomeriggio il Senato si confronterà con il parere di costituzionalità del decreto-legge sulle modifiche del processo civile, punto all'ordine del giorno seguito dal voto finale sull'assestamento di bilancio e sul Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013. La commissione Affari costituzionali verificherà l'esistenza dei presupposti di costituzionalità del decreto-legge sul rifinanziamento delle missioni internazionali e porterà avanti l'indagine conoscitiva sull'applicazione del ddl governativo relativo alla riforma della Pubblica amministrazione. La commissione Finanze si confronterà con l'indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco; saranno ascoltati i rappresentanti di CASMEF (Centro Arcelli per gli Studi Monetari e Finanziari), The European House – Ambrosetti, il prof. Paolo Liberati e il prof. Massimo Paradiso e JT International Italia Srl. 

La Camera si riunirà alle 17 per l'esame delle questioni pregiudiziali relative al decreto-legge “Sblocca Italia”, punto all'ordine del giorno seguito dalla proposta di legge con cui si punta a introdurre nel nostro ordinamento penale i reati di depistaggio e inquinamento processuale. A causa della seduta comune prevista in mattinata sarà molto difficile che prosegua l'istruttoria di quattro mozioni e della ratifica dell'accordo tra l'Italia e la Repubblica di San Marino in materia di collaborazione finanziaria. Nel pomeriggio le commissioni Affari costituzionali e Giustizia proseguiranno i propri lavori relativi alla conversione del dl sul contrasto della violenza negli stadi, testo che contiene anche norme sul rifinanziamento dell'operazione della Marina militare “Mare nostrum”. La commissione Finanze continuerà l'analisi dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati e dei loro succedanei, nonché di fiammiferi. In mattinata e dopo la conclusione della seduta comune del Parlamento, la commissione Ambiente proseguirà nell’esame del ddl di conversione del decreto-legge “Sblocca Italia”. La commissione Trasporti e Telecomunicazioni riceverà i rappresentanti dell'AssoProvider nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. La commissione Affari sociali svolgerà alcune audizioni connesse con l'esame delle proposte di legge recanti “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare”. 

Nel Partito democratico si profila una conta sulla riforma del diritto del lavoro. Oggi gli esponenti della componente di sinistra si riuniranno per capire quale strategia adottare: i bersaniani non sono disposti a condividere le riforme con Forza Italia. Un vertice di minoranza che potrebbe arrivare a contare oltre cento partecipanti. La sostanziale abolizione dell'articolo 18 non potrà mai trovare d'accordo chi è sempre stato molto vicino agli ambienti del sindacato. Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, ha spiegato a Renzi che l'apposizione della questione di fiducia sulla legge delega sul lavoro “non potrebbe essere esente da conseguenze”. Si sono inserite nello scontro le parole di Giorgio Napolitano: “Conservatorismi, corporativismi e ingiustizie” frenano l'Italia. Un chiaro sostegno per il programma riformista di Palazzo Chigi. Agenda che rischia però di incagliarsi irrimediabilmente sul “Jobs act” voluto da Renzi.



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