Alle 10 il Consiglio dei ministri si riunirà per licenziare gli schemi di decreto legislativo attuativi della delega contenuta nel “Jobs Act” recentemente approvato dal Parlamento. Punto all'ordine del giorno seguito dall'approvazione di un decreto-legge con cui si procederà alla nazionalizzazione dell'Ilva di Taranto e al finanziamento di opere per la riqualificazione della città pugliese e di un decreto-legge, un classico per questo periodo dell’anno, che proroga alcuni termini legislativi in scadenza. Il lavoro degli uffici sui decreti attuativi della delega sul lavoro è andato avanti per tutta la notte. Nella giornata di ieri erano ancora tanti i punti poco chiari del provvedimento. Il confronto è andato avanti per tutta la giornata. Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ncd), è tornato ad insistere sul superamento netto dell'articolo 18 e sulla tenuta del governo: “Ci sarà il d-day della politica italiana. O via articolo 18 o via governo per crollo credibilità”. Stando alle ipotesi prese in esame, si andrebbe verso un indennizzo economico che va da un minimo di 4 ad un massimo di 24 mesi di retribuzione, nelle aziende sopra i 15 dipendenti (oggi è 12-24 mesi). Resta infatti la distinzione con le piccole imprese sotto i 15 dipendenti (già escluse dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori) per le quali continuerebbe a valere l'indennizzo attuale variabile tra i 2,5 e i 6 mesi di retribuzione. Possibile un'ulteriore differenziazione con le aziende sopra i 200 dipendenti. Mentre in caso di dimissioni volontarie in determinate fattispecie, ci sarebbe un super-indennizzo. E nei casi di conciliazione, invece, l'indennizzo sarebbe più basso ma esentasse. Il reintegro nel posto di lavoro, oltre che nei licenziamenti nulli o discriminatori, dovrebbe essere previsto nei licenziamenti disciplinari ingiustificati solo nel caso in cui il giudice rilevi che il “fatto materiale non sussista”. Nella legge Fornero del 2012 si parlava genericamente di fatto; non dovrebbe quindi esserci il richiamo al reato. “Con il Jobs act sarà più facile assumere, non licenziare”, torna ad evidenziare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ribadendo anche che le nuove regole si applicano soltanto ai nuovi assunti, per loro, per i quali oggi “avere un contratto a tempo indeterminato sembra una chimera, il sistema sarà più semplice e flessibile”. Renzi ha incontrato al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al quale ha illustrato le varie misure sul diritto del lavoro. Sul tavolo di Palazzo Chigi ci sarà anche il decreto attuativo che riguarda l'Aspi, con l'estensione della platea ai collaboratori e della durata del sussidio di disoccupazione (la questione delle risorse per la copertura è ancora aperta e non si esclude che la normativa possa essere solo abbozzata a grandi linee), con l'ipotesi di allungarla fino a 24 mesi. Per il 2015, sulla base della riforma Fornero, l'Aspi varierà da 10 a 16 mesi (a regime nel 2016 sarà di 18 mesi per chi ha più di 55 anni e 12 mesi per chi è più giovane), mentre mobilità e cassa integrazione in deroga – finanziata dal bilancio dello Stato – scompariranno dopo il 2016: si potrebbe, sempre sulla base di una ipotesi vagliata, farli esaurire prima e contestualmente spostare quelle risorse per far partire l'allungamento della durata del sussidio di disoccupazione. Soluzioni su cui si potrebbe innescare un nuovo scontro tra Nuovo centrodestra e sinistra del Partito democratico. Non a caso, Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, ha già inviato all'esecutivo un preciso ammonimento: i decreti dovranno essere scritti “anche con la mano sinistra” e non potranno azzerare le tutele per i lavoratori.

Il decreto-legge su Taranto prevede che l'Ilva entri in amministrazione straordinaria secondo le norme della legge Prodi-Marzano per la ristrutturazione industriale delle grandi imprese che vengono modificate per essere applicabili anche all'acciaieria pugliese. Secondo alcune indiscrezioni ci potrebbero essere alcuni problemi in merito al rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato. “Se l'Europa vuole impedire di salvare i bambini di Taranto ha perso la strada per tornare a casa - ha detto Renzi -. Io sono più fedele agli impegni con quei bambini che a qualche regolamento astruso dell'Unione europea. Faremo il risanamento ambientale” ha aggiunto il segretario del Pd. Chiarendo quindi come non ci sarà nessuna concessione rispetto alla salvaguardia dell'atmosfera e della salute dei cittadini. Con ogni probabilità la soluzione studiata da Palazzo Chigi prevede un finanziamento di Cassa Depositi Prestiti, garantita dal Tesoro, e la creazione di una nuova società partecipata da Fintecna, a sua volta controllata da Cdp. Una fase temporanea che dovrebbe essere preliminare alla ricerca di nuovi acquirenti privati. Lo stabilimento rimane uno dei più efficienti nel panorama siderurgico continentale.



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