Nella giornata di ieri l'Aula del Senato ha approvato, con 194 voti a favore, 37 astenuti e un contrario, il decreto-legge sugli interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto. Hanno votato a favore Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Grandi autonomie e Libertà, Sinistra italiana e Area Popolare; si sono astenuti i senatori Conservatori e Riformisti, Lega Nord e Forza Italia. L'Assemblea ha approvato tutti gli emendamenti presentati dalla Commissione Bilancio, ad eccezione di quello, su cui si è aperto un acceso dibattito, sulla certificazione di agibilità, che è stato trasformato in un ordine del giorno. Il dl è stato votato con l’inclusione del secondo decreto-legge varato dopo le ulteriori scosse del 26 e 30 ottobre.

L’Aula di Palazzo Madama è quindi passata alla discussione del decreto-legge, approvato dalla Camera, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili. Il provvedimento è arrivato in Aula dopo un esame in Commissione estremamente veloce durante il quale non è stato approvato nessuno degli oltre 300 emendamenti presentati. In serata il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha posto la questione di fiducia subito dopo il voto che ha respinto le cinque questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni (da Fi, Si, Lega Nord, Cor e M5S). La Conferenza dei Capigruppo, riunitasi immediatamente dopo, ha poi deciso che il Senato voterà la fiducia sul decreto questa mattina. Alle 9.30 sono previste le dichiarazioni di voto e successivamente avverrà la chiama e quindi l’approvazione definitiva del decreto. Successivamente, l’Aula riprenderà la discussione, interrotta all’articolo 2, del ddl sulla responsabilità professionale del personale sanitario.

Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Affari costituzionali si confronterà sul ddl per il contrasto al cyberbullismo, sul ddl in materia di disposizioni relative ai conflitti d'interessi e sul ddl whistleblowing (segnalazioni di reati o irregolarità nel lavoro pubblico o privato). La Commissione Giustizia riprenderà la discussione di diversi provvedimenti tra cui quelli sul codice antimafia, sulle modifiche al Codice penale in materia di reati contro la Pubblica amministrazione, sullo schema di decreto legislativo sul risarcimento del danno per le violazioni delle disposizioni del diritto della concorrenza degli Stati membri dell'Ue e sulla legge delega per l'efficienza del processo civile. La Commissione Sanità, in sede riunita con l’Istruzione, ascolterà il Rettore dell'Università degli studi di Milano sull’affare assegnato relativo al progetto human technopole. La Commissione Territorio ascolterà il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, sull'affare assegnato relativo alla demolizione edilizia abusiva.

Oggi doveva essere il giorno dell’approdo della Legge di Bilancio 2017 in Assemblea della Camera ma così non sarà. Secondo quanto deciso dalla Capigruppo di ieri pomeriggio, tutto è rimandato a venerdì mattina alle 9 con l’inizio della discussione generale alla quale seguirà la votazione dell’articolo 1 sui saldi di bilancio e la scontata richiesta della fiducia da parte del Governo. Alle 12.30 inizieranno le dichiarazioni di voto mentre la chiama è prevista per le 14 e successivamente è previsto l’esame degli ordini del giorno. Le dichiarazioni di voto e il voto finale della legge di Bilancio 2017 sono quindi previsti per lunedì prossimo. Alle 13 verrà votata la nota di variazione di Bilancio mentre alle 16 ci sarà il voto per l’approvazione definitiva. Poi il provvedimento passerà al Senato.

Nella giornata di ieri, i lavori della Commissione Bilancio sono ripresi solamente alle 15, un ritardo dovuto alle forti tensioni politiche tra maggioranza e Governo sui moltissimi nodi da sciogliere pur nella necessità di terminare l’esame del provvedimento entro la giornata di oggi. I lavori hanno riguardato gli articoli dal 23 al 35, su premi di produttività, welfare, pensioniApe social e fondi di solidarietà. Poi sono stati esaminati gli articoli dal 4 al 22, su credito d'imposta, ricerca e sviluppo, Iva di gruppo, aste giudiziarie , canone Rai, Pmi, start up innovative, investimenti a lungo termine, sviluppo infrastrutture.

La discussione sull'emendamento ribattezzato dalle opposizioni “norma de Luca” ha occupato tutta la prima parte della seduta notturna della Commissione. La misura è stata riformulata dal relatore, Mauro Guerra (Pd), prevedendo, oltre alla cancellazione dell'incompatibilità del Commissario con altri incarichi istituzionali in Regione, anche un check ogni 6 mesi da parte del tavolo di monitoraggio dei piani di rientro e del comitato Lea. Il voto è stato contestato dalle opposizioni che in punta di regolamento avevano chiesto l'appello nominale per una votazione che si è conclusa 18 a 12 con 1 astenuto.

Superato lo scoglio politico della sanità, la Commissione ha proseguito i lavori, segnati anche da altri momenti di tensione, e ha approvato, tra l'altro, la proposta che estende l'opzione donna alle lavoratrici nate nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 1958 che hanno maturato 35 anni di anzianità lavorativa entro il 31 dicembre del 2015, stanziando altri 257 milioni. Più ampia anche la platea degli esodati, che passa con l'ottava salvaguardia da 27.700 a 30.700, portando il totale dei salvaguardati a 160.700 persone. Cancellata anche latassa sui licenziamenti nel caso di cambio appalto con l'utilizzo della clausola sociale. Cambiano anche le finalità del nuovo fondo sviluppo e infrastrutture, che sarà dedicato anche alla mobilità sostenibile, allasicurezza stradale, alle bonifiche, al risanamento ambientale e alle periferie. Alla riqualificazione delle aree periferiche si potranno destinare anche risorse a valere sui fondi europei per il 2014-2020. È stata inoltre confermata la norma sui cosiddetti “paperoni”, con la flat tax che resta a 100mila euro per chi trasferisce la residenza nel nostro Paese. Da segnalare infine la bocciatura, fortemente sostenuta dal Governo, dell’emendamento che introduceva controllo e tassazione automatica per le locazioni brevi, il cosiddetto "emendamento Airbnb".

Sono momenti difficili per il Movimento 5 Stelle che a soli dieci giorni dal referendum cade nella bufera dello scandalo delle firme false. A Palermo salgono da 8 a 10 gli indagati, mentre da ieri a Bologna ce ne sono 4 nell'ambito dell'inchiesta relativa alle elezioni regionali del 2014 in Emilia-Romagna. Come era legittimo aspettarsi, dopo giorni di silenzio, ieri è arrivato l’intervento di Beppe Grillo: "Nel Movimento chi sbaglia va via, senza sconti", scrive nel pomeriggio dopo aver aspettato un passo indietro volontario da parte degli indagati, mai arrivato. Il leader M5S ha annunciato poi che "venerdì verrà votato online il collegio dei probiviri, organo di garanzia del Movimento 5 Stelle previsto dal regolamento approvato online dalla stragrande maggioranza degli iscritti": a essi è data " facoltà di disporre la sospensione cautelare dell'iscritto". Insomma chi non lo farà autonomamente prima di venerdì si ritroverà sospeso d'imperio.

Con l’avvicinarsi del 4 dicembre si fa sempre più duro lo scontro sul referendum tra liti e scambi di accuse tra i due fronti. Con una novità rappresentata dall'apertura di Silvio Berlusconi sulla legge elettorale: il cavaliere si è detto disponibile a sedersi al tavolo con il leader del Partito Democratico Matteo Renzi per ridisegnare l'Italicum, anche se non ha nascosto l’intenzione, opposta alla linea del premier fortemente maggioritarista, di un ritorno a un sistema proporzionale. Nella giornata di ieri non è scesa la tensione politica sulla delicata questione del voto degli italiani all'estero, tanto che diversi esponenti del Movimento 5 Stelle hanno parlato senza mezzi termini di "odore di brogli".

Poi è scoppiata una vera e propria bufera sulle parole del governatore Vincenzo De Luca, che nei giorni scorsi ha fatto parlare di sé per il suo incitamento al clientelismo in una riunione con molti Sindaci campani. Le opposizioni hanno sollevato accuse di voto di scambio e chiesto l'intervento della Commissione Antimafia. I Pentastellati, assieme a Sinistra Italiana, Forza Italia e Lega Nord, hanno chiesto in Commissione Antimafia di acquisire gli atti dalla Procura di Napoli. Intanto nel pomeriggio Matteo Renzi è salito al Quirinale in vista del Consiglio supremo di Difesa di domani. Ma nessuno esclude che possa aver fatto con il Presidente della Repubblica il punto della situazione su referendum, legge di Bilancio e rapporto con l’Unione Europea.

 



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