Il Senato esaminerà la proposta di legge con cui si propone di istituire il “Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno” e potenziare biblioteca e archivio storico della Fondazione di Vagno, testo già approvato dalla Camera. Sarà poi discussa una proposta di legge per regolamentare i rapporti finanziari con Taiwan, punto all'ordine del giorno seguito dai ddl di ratifica di accordi internazionali in materia fiscale e giuridica firmati con Messico, Gibilterra e Montenegro. Nel pomeriggio la commissione Affari costituzionali riprenderà la discussione sulla modifica della legge elettorale e sul disegno di legge governativo sulla riforma della pubblica amministrazione. La commissione Finanze analizzerà la proposta di legge sulla riorganizzazione dell'attività di consulenza finanziaria e l'affare assegnato sul contrasto dell'evasione fiscale. In serata, insieme alla commissione Giustizia, audirà i rappresentanti della Banca d'Italia in relazione alla proposta di legge per favorire il rientro dei capitali detenuti all'estero e il contrasto dell'autoriciclaggio. In commissione Lavori pubblici si svolgerà il seguito dell'audizione informale dell'amministratore delegato di Poste italiane, Francesco Caio, sulla situazione del settore postale e sulle prospettive di Poste italiane. In commissione Industria si svolgerà invece l'audizione dell'amministratore delegato di Snam nell'ambito dell'esame dell'affare assegnato sulle strategie dei nuovi vertici delle società partecipate dallo Stato; in serata sarà ripresa la discussione sulla proposta di legge istitutiva del marchio “Italian Quality”. Nel pomeriggio la commissione Sanità riprenderà ad esaminare la proposta di regolamento europea sul funzionamento dell'Agenzia europea dei medicinali.

L'assemblea di Montecitorio dovrebbe riuscire a votare entro la serata di oggi il disegno di legge delega contenente il cosiddetto “Jobs Act”. La Camera anticiperà quindi di un giorno il ruolino di marcia stilato da governo e maggioranza negli ultimi giorni. Durante la mattinata si voterà l'unico emendamento rimasto e successivamente si dovrebbe iniziare subito con l'illustrazione degli ordini del giorno. Il Pd ha votato sostanzialmente in modo compatto per respingere tutti gli emendamenti, anche se sull'articolo 18, come sottolineato dai rappresentanti di Sel, ci sono stati 17 deputati della minoranza dem che hanno votato a favore di un emendamento dell'opposizione per difendere il diritto al reintegro nel posto di lavoro dopo un anno di prova. L'obiettivo a questo punto, come ha annunciato nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi, è approvare il “Jobs Act” in seconda lettura al Senato entro il 9 dicembre per varare già alcuni dei decreti delegati entro fine anno. Il Governo punta a scrivere le deleghe almeno sulla revisione degli ammortizzatori sociali e sul contratto a tutele crescenti facendo partire contemporaneamente la possibilità di utilizzare il nuovo contratto con la decontribuzione per i neoassunti prevista per il 2015 dal ddl di stabilità. La commissione Bilancio continuerà l'esame degli emendamenti presentati al disegno di legge di stabilità. La commissione Finanze analizzerà invece lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati, dei loro succedanei, nonché di fiammiferi. I rappresentanti di Google saranno ascoltati dalla commissione Trasporti nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. La commissione Affari sociali porterà avanti l'istruttoria del disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore e delle proposte di legge in tema di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare e responsabilità professionale del personale sanitario.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi non intende farsi intimorire dal crollo nell'affluenza alle urne e dalla emorragia di preferenze del Pd. L'ex sindaco di Firenze non trascura l'astensionismo ma si dice ancora più determinato: il programma delle riforme non deve essere rallentato per nessun motivo. Il premier vuole portare a casa la riforma elettorale e quella istituzionale. Silvio Berlusconi, secondo i consiglieri politici di Palazzo Chigi, nonostante la debacle elettorale, non avrà il coraggio di mandare all'aria il Patto del Nazareno. Sono di diverso avviso diversi esponenti delle forze di centrodestra: la sconfitta senza precedenti incassata in Emilia-Romagna e in Calabria deve costringere il leader di Forza Italia a rivedere i suoi piani.



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