Il Senato è chiamato ad approvare entro oggi il disegno di legge di conversione del dl Milleproroghe, atto in scadenza il 1° marzo. L'apposizione della questione di fiducia da parte del governo appare quasi scontata. La commissione Affari costituzionali e la commissione Giustizia porteranno avanti l'iter del ddl governativo sul contrasto della criminalità organizzata; successivamente la sola commissione Affari costituzionali svolgerà delle audizioni connesse alla modifica dello statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia. Nel pomeriggio i rappresentanti del Monte dei Paschi di Siena saranno ascoltati dalla commissione Finanze nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano nella prospettiva della vigilanza europea. La commissione Sanità continuerà l’esame, in sede consultiva, del ddl di Delegazione europea 2014.

La Camera esaminerà i circa 100 emendamenti presentati al disegno di legge di conversione del dl sull'Ilva. Ieri sono state bocciate le pregiudiziali di costituzionalità depositate dalle forze di opposizione. Secondo quanto si apprende da fonti del Partito democratico, il governo non sembra intenzionato ad apporre la questione di fiducia; si punta ad arrivare all'approvazione definitiva del provvedimento entro la giornata di martedì. In giornata si svolgerà l'esame delle questioni pregiudiziali presentate al ddl di conversione del decreto-legge sul contrasto del terrorismo. Maria Cannata, capo della Direzione del Debito pubblico del ministero dell’economia e delle finanze, sarà ascoltata dalla commissione Finanze nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli strumenti finanziari derivati, prodotti che sarebbero presenti nel bilancio dello Stato per un importo pari a diversi miliardi di euro. Entro le 17 di oggi scadrà il termine per la presentazione di emendamenti al ddl di conversione del decreto-legge con cui si intende modificare la governance delle banche popolari, provvedimento attualmente in discussione nelle commissioni Finanze e Attività produttive. La commissione Affari sociali porterà avanti il dibattito sul disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore; successivamente saranno analizzate le proposte di legge contenenti “Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario”.

La manovra economica del governo ha ottenuto il via libera da parte della Commissione europea. L'Italia ha quindi evitato la procedura di infrazione per debito eccessivo. Il nostro Paese resta comunque un osservato speciale nonostante l'apertura di credito nei confronti di una legge di stabilità che potrebbe essere capace di garantire un minimo di crescita economica. Matteo Renzi evita comunque trionfalismi e chiede di accelerare sulle riforme. “Siamo soddisfatti, il riconoscimento della corretta impostazione che abbiamo dato alle finanze pubbliche è un risultato importante soprattutto perché solo pochi mesi fa non era per nulla scontato”, dice il ministro Pier Carlo Padoan, che evidenzia il riconoscimento “soprattutto delle riforme strutturali attuate dal Governo italiano”. La Commissione riconosce che lo sforzo di bilancio previsto per il 2015 (0,25%) è sufficiente e anche i progressi sulle riforme bastano a convincere del loro impatto positivo sui conti. Quindi, vedendo una ripresa più determinata all'orizzonte, non c'è neanche motivo di applicare la regola del debito, nonostante non scenda nemmeno quest'anno e l'Italia sia in violazione piena. Nel valutare l'Italia, ha spiegato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, si sono tenuti in considerazione i “fattori rilevanti”, come previsto dalla nuova flessibilità. Sono rilevanti “le attuali condizioni economiche sfavorevoli caratterizzate da bassa crescita nominale” e le riforme. Come il Jobs Act, che “ha fatto decisivi cambiamenti nella legislazione di protezione del lavoro e nei benefici per la disoccupazione per migliorare l'entrata e l'uscita dal mercato del lavoro”, si legge nel documento Ue. Intanto proseguono le polemiche sull'abuso della decretazione d'urgenza da parte di Palazzo Chigi. La sinistra del Pd ha fatto capire di non essere disposta a tollerare ulteriormente l'attacco alle prerogative legislative delle Camere, costrette ormai a votare questioni di fiducia in serie. Renzi ha deciso di rinviare il Consiglio dei Ministri inizialmente previsto per domani: pausa di riflessione che servirà a distendere gli animi tra le varie componenti del Pd.



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