Decreto dignità e Terra dei fuochi, M5S prova arginare Lega
All’indomani dei risultati delle amministrative il Movimento 5 Stelle deve correre ai ripari e trovare le contromisure necessarie per contrastare l’enorme ascesa della Lega di Matteo Salvini. Il leader del Carroccio esce rafforzato dai ballottaggi sebbene i pentastellati siano riusciti a conquistare due piazze non certo facili, come Imola e Avellino. Ora, all'ombra della crisi europea sui flussi, Luigi Di Maio e il Movimento provano a catalizzare l'attenzione su tematiche care alla campagna elettorale pentastellata.
Di Maio, in settimana, passerà al contrattacco lanciando il primo provvedimento del governo, il decreto Dignità. Nel provvedimento ci sarà quello stop al redditometro e allo spesometro promesso in ogni piazza della sua campagna elettorale. E sarà posta una prima, marginale pietra, della riforma del Jobs Act sul punto dei contratti a termine. Tutte queste misure Di Maio le metterà in campo nel prossimo Cdm.
Il Movimento ha un altro decreto bandiera da mettere sul tavolo, quello sulla Terra dei Fuochi: il provvedimento sarebbe dovuto andare in porto in uno dei Cdm della scorsa settimana (con tanto di conferenza stampa di Luigi Di Maio e del ministro dell'Ambiente Sergio Costa) ma poi si è stato rinviato. "Stiamo valutando le coperture", spiegano fonti del governo assicurando che il provvedimento si farà.
Pensioni, Di Maio: si valuta taglio per assegni da 4-5.000 euro
Per aumentare le pensioni minime fino a 780 euro al mese il governo sta valutando di ampliare la platea delle pensioni d'oro da tagliare guardando anche a quelle da 4.000 euro. L’ha detto il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, intervistato a Stasera Italia su Rete 4. “E' un'operazione di giustizia sociale” ha detto, “La mia più grande preoccupazione è fare in modo che in questo Paese non debba esistere un pensionato al minimo che debba stare sotto la soglia di povertà”.
Il governo, ha proseguito, intende “prendere tutti i pensionati d'oro sopra i 4.000-5.000 euro, adesso stiamo facendo i calcoli, e che non hanno versato i contributi per arrivare a questi importi, e fare il calcolo: tanto hai versato tanto ti spetta”. E a chi parla di diritto acquisito, aggiunge, “Io dico privilegio rubato”. Sull'ammontare delle coperture, Di Maio ha commentato: “Vediamo, poi vediamo”.
Intanto, ha aggiunto, “La Camera ha pronta la delibera per tagliare i vitalizi” che andranno ad alimentare il fondo per aumentare le pensioni minime. “Per me l'ideale per le pensioni minime è 780 euro al mese. Ci arriverò con i vitalizi e le pensioni d'oro? Vedremo”.
Questa settimana riprenderà il confronto sul reddito di cittadinanza
A seguire il Ministro dello Sviluppo Economico e leader politico del Movimento 5 Stelle ha annunciato che in settimana si discuterà di come garantire il reddito di cittadinanza. In trasmissione ha dichiarato: “Bisogna farlo il prima possibile perché il vero grande problema che vedo è la sofferenza della gente. Ai giovani ma anche ai 50enni voglio dare un reddito non per farli stare sul divano ma per dargli una formazione e dire loro ora puoi reinserirti nel mondo del lavoro”.
Riprendono i lavori di Camera e Senato
Il Senato tornerà a riunirsi dalle 16.30 per l’esame del decreto legge sulle ulteriori misure urgenti per gli eventi sismici dell’agosto 2016. Dopo che nella settimana scorsa è avvenuto l’insediamento e sono stati eletti Presidenti, Vicepresidenti e Segretari, alcune Commissioni riuniranno i rispettivi uffici di Presidenza per pianificare i lavori dei prossimi mesi. L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 10 per l’elezione di tre Segretari di Presidenza; anche in questo ramo del Parlamento alcune Commissioni riuniranno i propri uffici di Presidenza per pianificare il calendario dei lavori.
Alta tensione nel Pd sul prossimo segretario
La trincea dei sindaci PD non regge all'onda lunga del 4 marzo e perde 33 Comuni su 76. Il primo turno delle amministrative faceva sperare si potesse reggere, ma il crollo di Pisa, Siena, Massa, Imola, trascina via tutto. Il Partito Democratico è in bilico sul sottilissimo confine tra l'ennesima analisi della sconfitta della sua storia e il “rompete le righe”.
La sconfitta alle amministrative, l'ultima di una lunga serie dal 2016 a oggi, brucia particolarmente perché è arrivata in un momento storico estremamente delicato, tra il vuoto di potere creatosi dopo le dimissioni di Matteo Renzi da segretario a seguito delle quali non è stato convocato un nuovo Congresso e l'Assemblea nazionale ha nominato un reggente, e il calo inarrestabile dei consensi.
Ad aumentare la confusione le varie aree politiche sono divise su quasi tutto a cominciare dal come affrontare questa difficile fase. Ieri Carlo Calenda ha rilanciato la costituzione del Fronte repubblicano: “La navigazione a vista sta portando il centrosinistra all'irrilevanza proprio quando l'Italia ne avrebbe più bisogno”. La sua idea è ripensare tutto, dal linguaggio alle idee, ma anche “persone e organizzazione”, allargando la partecipazione su un nuovo manifesto.
Queste parole sono state immediatamente smorzate dal segretario reggente Maurizio Martina: “Bisogna ricostruire il centrosinistra con il Pd al centro. Cambiare persone e idee”. Insomma un no a ogni ipotesi di dissoluzione del partito, ma il problema di dare un governo ai dem rimane attualissimo: l’ipotesi, che sino a qualche giorno fa sembrava andare per la maggiore, era di puntare su Martina ed eleggerlo segretario nell'assemblea del 7 o 14 luglio per poi andare a congresso dopo le europee.
Ma la scossa dei ballottaggi, che trascina il Pd ancora più giù, sta convincendo tanti tra i Dem che si debba reagire: “Congresso subito”, dice in serata Area Dem che fa capo a Dario Franceschini, ma lo dice anche un deputato gentiloniano come Roberto Giachetti, che invoca l'elezione di una “nuova classe dirigente”.
“Deve essere costituente”, dicono Andrea Orlando e Gianni Cuperlo. “Il lavoro deve partire subito, con coraggio, e coinvolgere non solo il Pd”, afferma Nicola Zingaretti. I renziani, che scontano il fatto di non avere un candidato, si dicono disponibili al congresso, purché' sia vero. Calenda invece dice che non basta: serve una segreteria larga, inclusi Gentiloni e Minniti, che traghetti il Pd verso un congresso più largo, di centrosinistra.