Come stabilito in sede di programmazione dei lavori, le assemblee di Camera e Senato non si riuniranno. Scelta effettuata per permettere ai parlamentari di prendere parte alla campagna elettorale per il rinnovo di sette Consigli regionali. Per oggi non sono nemmeno previste sedute delle Commissioni permanenti di Montecitorio e Palazzo Madama.

A tenere banco tra i settori della maggioranza e dell'opposizione sono le elezioni regionali. Le sfide per l'elezione dei nuovi parlamenti regionali, soprattutto in qualche caso, hanno un significato che travalica i confini locali. A pochi giorni dal voto, Matteo Renzi mette in fila tutti i suoi avversari. “L'esito delle regionali non cambia assolutamente niente per il governo”, ha rimarcato nella giornata di ieri. Ma, dopo oltre un anno a Palazzo Chigi, con la protesta dei precari della scuola a far da sottofondo a quasi ogni comizio, la sfida è trasformare un agevole 4 a 3 sul centrodestra, in una vittoria 6 a 1. E, a partire dalla contesa Liguria, ogni voto può fare la differenza. “L'astensionismo è il nostro nemico”, ha ricordato il ministro ligure Andrea Orlando. E la candidata ligure del Pd Raffaella Paita ha rivolto ai militanti dem un invito non casuale: “Vi prego di provare a convincere ogni indeciso, tentato dall'astensione o dalla protesta”. “Andate a votare. Non fate i bischeri”, dice il premier alla toscana Rtv38, in una delle tante interviste che concederà alle tv locali nelle prossime ore. Nel corso della lunga giornata elettorale, il premier annuncia anche la prossima assunzione, in vista del Giubileo, di 2500 uomini delle forze dell'ordine, tra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Ha inoltre sottolineato come nei tribunali, per la sicurezza, debbano ritornare i militari. Quindi rilancia il tema del sindacato unitario: una spinta che “arriva da decine e decine di persone”, dice il presidente del Consiglio facendo notare che a suo giudizio serve “una riflessione su quella che si chiama legge di rappresentanza sindacale. In Germania è così”. Il segretario del Pd spiega di avere detto “una cosa molto semplice: quando ti siedi ai tavoli in riunione con diciassette sigle sindacali, ti chiedi se è proprio necessario averne così tante. Poi è una valutazione che dovranno fare loro”. Attraverso il voto, ha poi osservato, passa una forte richiesta all'Europa di cambiare: prima Syriza in Grecia quindi Podemos in Spagna e la destra nazionalista in Polonia hanno colto la voglia di voltare pagina. “Spero - dice l'ex sindaco di Firenze - che l'Italia potrà portare forte la voce per il cambiamento dell'Europa nei prossimi mesi”. Le elezioni di domenica potranno quindi servire agli italiani per promuovere il riformismo dell'esecutivo. È per questo che Renzi apre la campagna elettorale nella regione simbolo di queste regionali, la Liguria, vittima del dissesto idrogeologico e della crisi industriale. All'ora di pranzo di ieri, dopo una visita ai cantieri Baglietto del gruppo Gavio, il segretario sale sul palchetto allestito in un piccolo parco nel quartiere Limone di La Spezia e lancia la volata finale a Raffaella Paita, che lì è cresciuta. “Da qui con 'la Lella' dimostriamo che in gioco non ci sono i laboratori di politica nazionale ma la scelta di chi nei prossimi cinque anni governerà la Regione – scandisce. È l'ora di farla finita di trasformare le elezioni in uno scontro per i giochi politici romani”. Il presidente del Consiglio, nella fitta agenda di ieri, ha trovato spazio per un accenno di politica internazionale. Secondo l'inquilino di Palazzo Chigi sarebbe giunto il momento di tornare a occuparsi di Africa. Per questo momento, ha annunciato un prossimo viaggio in Etiopia. Tappa che potrebbe anche servire ad avviare una nuova fase di collaborazione con i Paesi del Corno. Intanto Silvio Berlusconi – tornato a pieno titolo sulla scena politica – ha confermato che le Regionali hanno un significato nazionale. Se Forza Italia e i suoi alleati dovessero riuscire a vincere in Veneto, Campania e Liguria Matteo Renzi dovrebbe salire al Quirinale per dimettersi. Questa la linea esposta dal numero uno azzurro durante un comizio. Restando tra i ranghi delle opposizioni si segnala la singolare posizione di Beppe Grillo. Per il leader del Movimento 5 stelle gli italiani dovrebbero portare i pentastellati nelle Giunte regionali per poi assistere al loro smantellamento. Passaggio che richiederebbe però la modifica di diversi articoli della Costituzione. Sulle elezioni in Campania pende la spada di Damocle della legge Severino e oggi la Commissione Antimafia renderà noto l’elenco dei cosiddetti impresentabili.



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social