Berlusconi lancia L'altra Italia e attacca il Governo Conte

Convinto che il governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia una data di scadenza molto ravvicinata, Silvio Berlusconi riunendo tutti gli esponenti di Forza Italia (parlamentari, eurodeputati ma anche amministratori locali) accelera con il progetto L'altra Italia, nelle intenzioni del Cavaliere un nuovo contenitore politico che già da tempo era nel cassetto e che potrebbe avere il battesimo ufficiale con le prossime elezioni europee.

L'ex premier si è presentato nell'Auletta dei gruppi di Montecitorio, in 25 pagine d’intervento ha tracciato il quadro della situazione politica dalle elezioni a oggi e ha annunciato per settembre un nuovo appuntamento per continuare il percorso di rinnovamento del partito che inizierà con la convocazione dei congressi. Ma parallelamente al restyling di Forza Italia che dovrebbe procedere anche con il cambio di diversi coordinatori regionali, l'ex premier ha dedicato una buona parte del suo intervento a smontare pezzo dopo pezzo l'esecutivo ed anche i primi provvedimenti.

Il Cavaliere boccia senza appello il Governo bollandolo come mediocre. L’escalation di giudizi negativi culmina con la convinzione che l'esecutivo “sia il più sbilanciato a sinistra della storia”. Per l'ex capo del governo insomma l'esecutivo è composto da “sessantottini in ritardo”. E se Berlusconi punta il dito contro “l'incapacità dei grillini di saper governare”, l'analisi non è del tutto tenera nemmeno per l'alleato Matteo Salvini.

È proprio al vicepremier che il Cavaliere si rivolge con un accorato appello chiedendo di bloccare il decreto dignità: “Un provvedimento scritto da chi non sa nulla di lavoro”. I due poi si sono incontrati per le scale di Montecitorio, ma giusto il tempo di un saluto e di uno scambio di vedute sul Milan. Parlando del Carroccio, Berlusconi ha tenuto a ricordare che ha sottoscritto il programma del centrodestra e che con il Movimento Cinque Stelle non fa una vera maggioranza: “Sono due minoranze che si sono unite senza passare dalle urne”.

La convinzione di Berlusconi è che in autunno con la legge di bilancio i nodi del Governo arriveranno al pettine e “la bolla di consenso che oggi accompagna i partiti di governo si sgonfierà velocemente”. E di qui l'invito a farsi trovare pronti: “Toccherà a noi prendere la responsabilità della guida del Paese perché il Pd non è l'alternativa al giustizialismo e al pauperismo”. Il nuovo inizio lo vede sempre in prima linea: “Io sarò con voi in questa battaglia. Sarò in campo perché lo considero un dovere verso il mio Paese”.

In Commissione rimangono ancora 50 emendamenti da votare al decreto dignità

Ieri, le Commissioni Finanze e Lavoro della Camera hanno proseguito l’esame del decreto dignità. Al termine di una giornata iniziata alle 9.30 e terminata dopo le 20, rimangono ancora molti nodi da sciogliere per concludere l’esame del decreto. Ieri è stata approvato l’emendamento del Pd che aumenta l'indennità riconosciuta, in caso di licenziamento illegittimo, in sede di conciliazione. La proposta di modifica innalza l'indennità a un minimo di tre mensilità e un massimo di 27 rispetto alle attuali due e 18. Soddisfatti i dem con il segretario Maurizio Martina che ha twittato: “Continua la nostra battaglia per correggere i pericoli del decreto disoccupazione”.

Tra diverse bocciature e numerosi accantonamenti di emendamenti (quasi 50 in totale), il Governo è al lavoro per le formulazioni delle modifiche su voucher, decontribuzioni per le assunzioni a tempo indeterminato e per la transitorietà dei nuovi contratti. “Stiamo valutando il bonus e quantificando quanto sarà l'incentivo per chi assume a tempo indeterminato. Ci sono 300 milioni di euro l'anno”, ha annunciato a proposito il ministro del Lavoro Luigi Di Maio; le norme sui contratti “partiranno da ottobre” e questo vale “anche per i contratti in essere”.

Le Commissioni torneranno a riunirsi questa mattina alle 9 con l’obiettivo di chiudere l’esame del decreto entro l’ora di pranzo: mancano ancora 50 emendamenti con temi di grande rilevanza politica. Sul delicato fronte voucher lo stesso capo politico del M5S ha avvisato gli alleati leghisti: “Noi non voteremo nessun emendamento sui voucher che vuole far sfruttare i ragazzi”.

Aereo Stato, stop di Conte. Di Maio: è la fine dell'Ancien Regime di Renzi

Alla fine i primi a salire sull'AirBus di Stato fortemente voluto dall’ex presidente del consiglio Matteo Renzi sono stati Luigi Di Maio e Danilo Toninelli. Dopo l'annuncio del premier Giuseppe Conte dell'imminente rescissione del contratto di leasing per l'aereo di Stato, i due ministri hanno convocato una conferenza stampa a Fiumicino per dare l’annuncio della dismissione del velivolo. L’occasione è stata utile per attaccare l’ex inquilino di palazzo Chigi accusandolo di arroganza politica e di aver sprecato oltre 150 milioni di euro, una cifra che rappresenta il “il simbolo dell'arroganza del potere che i cittadini hanno mandato a casa il 4 marzo, l'arroganza di Matteo Renzi, l'arroganza di chi mette i soldi in questo aereo e non negli autobus”. Immediata la replica dell’ex Premier: “Quando tornano su bufale come l'aereo di Renzi significa che sono disperati: quell'areo non era per me, ma per le missioni internazionali delle imprese. Non ci ho mai messo piede. Di Maio ha scritto un decreto che licenzierà 80 mila persone: parli di quello, non di bufale”.

Riconoscimento figli coppie gay, è scontro nel governo

È scontro nel Governo sul riconoscimento dei figli delle coppie gay. Se il Ministro per la famiglia Lorenzo Fontana ricorda che è vietato dalla legge, il vice presidente del consiglio Luigi Di Maio sottolinea il disaccordo fra i due partiti e che quindi in questa legislatura non ci sarà alcuna legge su questa materia. Il Ministro Fontana, illustrando le linee del suo Dicastero alla prima audizione della Commissione Affari sociali, ha sottolineato che la maternità surrogata, alla quale ricorrono coppie gay all'estero per avere figli, è vietata in Italia anche penalmente, come è vietato riconoscere “i bambini concepiti all'estero da parte di coppie dello stesso sesso”.

Parole che scatenano inevitabili polemiche, e lo scontro attraversa anche il Governo. Di Maio, che concede a Fontana il fatto che la legge italiana vieta l'utero in affitto, aggiunge però che “poi ci sono i bambini e questi bisogna tutelarli”. Fontana ha ricevuto invece l'endorsement del ministro dell'Interno Matteo Salvini: “Fino a quando io sarò Ministro gameti in vendita e utero in affitto non esisteranno come pratica, sono reati. Difenderemo in ogni sede immaginabile il diritto del bambino di avere una mamma ed un papà”.



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