Dopo che nella giornata di ieri l’Aula di palazzo Madama ha approvato le mozioni relative alla somministrazione di farmaci, il ddl sulla formazione in scienze geologiche e quello relativo alla Casa Museo Gramsci, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi a partire dalle 9.30 per l’esame del ddl, già approvato dalla Camera, di ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015. Successivamente dalle 16 è previsto lo svolgimento delle interpellanze e interrogazioni.
Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Affari costituzionali svolgerà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo relativo alla disciplina della dirigenza della Repubblica. La Commissione Giustizia riprenderà la discussione di diversi provvedimenti tra cui quelli sul codice antimafia e sulle modifiche al Codice di procedura civile e al Codice penale in materia di reati contro la Pubblica amministrazione. La Commissione Bilancio ascolterà i rappresentanti dell’Anci nell’ambito del confronto sul decreto-legge per gli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016. La Commissione Lavori pubblici ascolterà i rappresentanti delle organizzazioni sindacali in merito alle problematiche di ATAC SpA e del trasporto pubblico locale a Roma. La Commissione Sanità ascolterà i rappresentanti dell’Associazione italiana rene policistico. La Commissione Territorio si confronterà sul ddl sulla gestione e prevenzione del rischio idrogeologico e svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’esame del ddl sull’utilizzo dei fanghi da depurazione in agricoltura.
Nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. Nella seduta di ieri è stata approvata la pdl per la protezione dei minori stranieri non accompagnati e sono state discusse e successivamente approvate le mozioni relative alle iniziative a sostegno dei cittadini colpiti dalla crisi economica, anche in relazione alle risorse attualmente destinate all'accoglienza dei migranti extracomunitari .
Passando ai lavori delle Commissioni, la Giustizia ascolterà Massimo Orlando, componente del gruppo di esperti della Commissione europea "On restructuring and insolvency law", nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla pdl relativa alla delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi d'impresa e dell'insolvenza, provvedimento sul quale proseguirà poi il confronto. Esaminerà quindi lo schema di decreto legislativo sulle disposizioni di modifica e riordino delle norme di diritto internazionale privato in materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso e lo schema di decreto legislativo recante disposizioni di coordinamento in materia penale.
Nella lettera inviata all'Italia dalla Commissione Europea, si parla molto chiaramente di differenze sostanziali rispetto agli impegni presi la scorsa primavera; i dubbi dell'Europa si concentrano sulla dinamica del saldo strutturale. A fronte di una richiesta di correzione dello 0,6% da parte dell'Esecutivo Ue, si registra nel Documento programmatico di bilancio, ovvero la griglia delle misure della manovra inviata dall'Italia, un peggioramento dello 0,4%: si passa così dall'1,2% nel 2016 all'1,6% nel 2017 e questo scostamento è considerato troppo rilevante dalla Commissione. Sul fronte del debito, l'Italia com'è noto rimane unsorvegliato speciale: nelle nuove stime del Governo il debito dovrebbe salire al 132,8% nel 2016 mentre era stataannunciata una riduzione già da quest'anno; Bruxelles ha molto chiaramente espresso l’esigenza di avere chiarimenti immediati sulle spese eccezionali per le quali l'Italia chiede flessibilità, ovvero margini di manovra in più ampi rispetto ai paletti fissati. Come noto, la richiesta italiana riguarderebbe le spese sostenute per laricostruzione post terremoto di fine agosto e per la gestione dell'emergenza migranti; in base alle regole europee, qualora si determini un evento inconsueto al di fuori del controllo dello Stato membro interessato che abbia rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria dello Stato, può scattare il ricorso allecircostanze eccezionali con un temporaneo allontanamento dal percorso di aggiustamento di bilancio a medio termine. Al momentonon esiste un elenco di tali circostanze e la Commissione valuta di volta in volta. Oggi, dunque, sarà il giorno nel quale il Governo invierà la propria lettera di risposta a Bruxelles; al momento sembra che l’Esecutivo sia intenzionato a mantenere il punto sostenendo che non conteggiare quelle due voci nei vincoli sul deficit è pienamente compatibile con le regole europee.
L’arrivo della lettera è stato preceduto dai toni distensivi del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici che ha affermato: “Non bisogna minimizzare ma neanche drammatizzare. Vedrò il Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan venerdì a Bratislava per una conferenza e a margine ho previsto con lui un incontro bilaterale per discutere della legge di bilancio e dei dubbi che solleva. Questa Commissione non considera il bastone e le punizioni la sua filosofia ed esiste un dispositivo di tappe procedurali per cui se possiamo evitare le punizioni è sempre meglio. Alcuni me lo rimproverano ma me ne prendo la responsabilità”, ribadendo la necessità di una "lettura intelligente delle regole". Al termine di una conferenza stampa a Bruxelles ha spiegato che “stiamo analizzando i progetti di bilancio dei Paesi dell'area euro per il 2017. Ci sono le scadenze, le possibilità sono tutte sul tavolo. In certi casi le nostre analisi preliminari hanno mostrato che servivano chiarimenti e in questo contesto, come previsto dalle norme, abbiamo inviato lettere a 7 Stati membri e con spirito di trasparenza abbiamo deciso di pubblicarle".
Mancano ormai meno di 6 settimane al referendum sulle riforme costituzionali del prossimo 4 dicembre e le campagne per il Sì e per il No iniziano il loro rush finale. Il presidente del Consiglio e leader del Partito Democratico Matteo Renzi ha più volte affermato, visti i sondaggi e gli altissimi livelli di astensionismo, che si deciderà tutto nell’ultima settimana e che quindi la prudenza è d’obbligo vista l’enorme incertezza. Nelle ultime ore la strategia di Renzi sembra orientarsi direttamente contro il nemico numero uno e cioè il Movimento 5 Stelle. Già ieri il premier aveva sfidato Beppe Grillo a un confronto one to one in Tv. Sulla richiesta, il leader pentastellato ancora non si è espresso anche se sembra difficile che possa decidere di accettare. Intanto la campagna prosegue e sabato il Partito Democratico, almeno la parte che sostiene la riforma, si ritroverà a piazza del Popolo a Roma per una manifestazione a sostegno del Sì.
Per quanto riguarda la delicata questione della modifica della legge elettorale, la prossima settimana potrebbe essere quella buona. La seconda riunione della Commissione del Pd, incaricata di cercare l'accordo all'interno del partito e, in un secondo momento, di sondare gli umori delle altre forze politiche, dovrebbe tenersi oggi. L'ipotesi più probabile è che una prima proposta venga avanzata alla minoranza del partito e che dalla prossima settimana partano ufficialmente i sondaggi tra gli altri partiti per arrivare a un testo definito. Su questo c’è particolare ottimismo tra i renziani, in particolar modo in Lorenzo Guerini che continua nel lavoro di tessitura dentro il suo partito. L'obiettivo è di arrivare alla manifestazione di sabato lasciando fuori meno pezzi possibili, il che significa portare in piazza almeno una delegazione della minoranza Pd. E in questa direzione sembra andare Gianni Cuperlo che ha affermato: "Se il Pd, con la volontà del suo segretario, trova le ragioni dell’unità, io alla manifestazione di sabato parteciperò come ho sempre fatto. Se quella piazza sarà il luogo dove sancire una divisione non sarò lì. Ricamare su altro non ha senso”. Ma la minoranza bersaniana rimane ferma nella consapevolezza che il tempo sia ormai scaduto e che i giochi siano fatti, sebbene formalmente, anche per rispetto del lavoro di Cuperlo, ancora una decisione definitiva sul No non è stata ancora presa. Bersani intanto molto chiaramente ha detto "Renzi rottami l'Italicum e voterò sì"; rottamare l'Italicum per la minoranza vuol dire rispondere ai punti che Cuperlo ha portato al tavolo della trattativa: via doppio turno, dentro collegi uninominali e un premio di maggioranza che garantisca governabilità senza sacrificare la rappresentanza.