Ieri il Senato ha licenziato la legge elettorale, testo che ora dovrà tornare alla Camera. Movimento 5 stelle, Lega e Sel hanno tentato di far tornare il provvedimento in commissione. Richiesta motivata dal fatto che, il coordinamento del testo effettuato dalla relatrice Anna Finocchiaro, conteneva aspetti non toccati durante tutta la discussione. La presidenza di Palazzo Madama, accogliendo alcune delle richieste delle opposizioni sul merito, ha comunque indetto il voto finale sull'Italicum-bis. Lo scrutinio ha mostrato la tenuta del Patto del Nazareno anche se il Partito democratico sarebbe stato capace di portare a casa il risultato anche senza il “soccorso azzurro”. Questo perché la maggior parte dei dissidenti di Pd e Forza Italia hanno deciso di non partecipare al voto anziché votare negativamente o astenersi: scelte che hanno fatto diminuire il quorum per l'approvazione. La commissione Affari costituzionali del Senato vaglierà i presupposti di costituzionalità del decreto-legge sulla sospensione dell'IMU sui terreni agricoli montani. La commissione Industria e la commissione Ambiente ascolteranno i rappresentanti di Cassa Depositi e Prestiti nell'ambito dell'esame del ddl di conversione del decreto-legge sull'Ilva. Successivamente sarà portato avanti l'esame del provvedimento.

L'assemblea della Camera non si riunirà per permettere ai vari Gruppi parlamentari di confrontarsi sull'elezione del prossimo presidente della Repubblica. L'esame delle proposte di legge di modifica della seconda parte e del Titolo V della Costituzione riprenderà quindi solo dopo la proclamazione dell'inquilino del Colle. Restano da analizzare ancora oltre 600 emendamenti, oltre agli ordini del giorno. La commissione Affari costituzionali e la commissione Bilancio porteranno avanti l'esame del disegno di legge di conversione del dl Milleproroghe. Ieri si è espressa in relazione al provvedimento la commissione Agricoltura, che ha chiesto di prorogare al 31 dicembre il termine relativo all'applicazione delle sanzioni relative al Sistri, inserendo una disposizione secondo la quale le imprese non più obbligate all'iscrizione al Sistri sono cancellate d'ufficio, salva espressa volontaria adesione. La commissione Finanze porterà avanti la discussione relativa alla risoluzione sull'aumento dell'accisa sull'alcool; sarà inoltre discussa una risoluzione sulle misure a sostegno del credito in favore dei soggetti esercenti impianti fotovoltaici di produzione di energia. La legge di iniziativa popolare, sponsorizzata dal MoVimento 5 Stelle, “Rifiuti zero: per una vera società sostenibile”, inizierà il proprio iter in seno alla commissione Ambiente. Nel pomeriggio la commissione Attività produttive ascolterà l'amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, in merito alle strategie generali del gruppo. Il disegno di legge delega sulla riforma del Terzo settore continuerà ad essere discusso dalla commissione Affari sociali.

Per tutta la giornata di ieri si sono svolte delle “inusuali” consultazioni sul nome da proporre per la presidenza della Repubblica. A menare le danze è stato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha ricevuto i rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari nella sede del Partito democratico. Il grande assente è stato Silvio Berlusconi, che ha rinunciato al faccia a faccia con il segretario del Pd nonostante l'impegno assunto nei giorni scorsi. L'inquilino di Palazzo Chigi non ha ancora fatto nomi ma dice di avere una strategia precisa. La componente renziana si dice certa di poter eleggere il prossimo capo dello Stato entro la giornata di sabato. Una sicurezza che al momento si scontra con la cortina fumogena rappresentata dalla pretattica e dai colloqui interni ai partiti. Per oggi è stato programmato un incontro tra Renzi e Berlusconi. Il leader del centrodestra vuole mettere sul tavolo una serie di nomi e non è disposto ad eleggere un presidente che possa andare bene anche alla sinistra dei democratici. Due sono i rischi che Renzi non vuole assolutamente correre in questa partita: superare il quinto scrutinio per mandare in porta la palla e trovarsi a gestire il caos dell'aula: confusione che potrebbe far sbucare dal cilindro la candidatura di Romano Prodi, sostenuto da M5S, Sel e civatiani. Per questo l'intesa dentro il Pd e con Fi è per il leader democratico fondamentale. Ieri, in transatlantico, hanno destato particolare attenzione i capannelli animati da ex democristiani eletti nel Pd. Parlamentari che non avrebbero troppe difficoltà a giocare di sponda con il centrodestra. Insomma, il bandolo della matassa resta difficile da trovare.



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