Al Senato si votano i Vice Presidenti
Alle 15 di oggi pomeriggio l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi per l'elezione dei quattro Vice Presidenti, dei tre senatori Questori e degli otto senatori Segretari.
Prassi vuole che alle opposizioni spetti almeno un vicepresidente e un questore: nella scorsa legislatura furono Roberto Calderoli della Lega e Laura Bottici del M5S, cui si aggiunsero Maurizio Gasparri e Lucio Malan quando Fi uscì dalla maggioranza. Un prassi consolidata che però oggi, forse per effetto dell’esito tripolare del voto, rischia di saltare con il risultato che l'opposizione non sia rappresentata nel collegio dei Questori o tra i vicepresidenti.
Se finirà così i vicepresidenti dovrebbero essere Roberto Calderoli (Lega), Ignazio La Russa (FdI), Vito Crimi o Nicola Morra per il Movimento 5 Stelle, mentre per il Partito Democratico in pista sono Anna Rossomando e Monica Cirinnà. I tre questori potrebbero essere i confermati Antonio De Poli (NcI), Laura Bottici e Lucio Malan di Fi, ma potrebbe spuntarla anche Paolo Arrigoni della Lega a scapito di uno dei tre.
Alla Camera i vicepresidenti saranno votati domani. Al momento sembrano alte le quotazioni di Mara Carfagna per Forza Italia, Ettore Rosato per il Partito Democratico, Raffaele Volti o Barbara Saltamartini per la Lega e per Fdi Edmondo Cirielli o Guido Crosetto.
Nominati i nuovi capigruppo di Camera e Senato
Si chiude la partita dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, che ieri si sono formalmente costituiti ed hanno eletto i propri presidenti. Un passaggio importante perché dalla consistenza dei gruppi dipende poi la formazione delle Commissioni permanenti.
I gruppi del Movimento 5 Stelle hanno confermato come presidenti quelli già scelti qualche settimana fa: Giulia Grillo alla Camera e Danilo Toninelli al Senato. Senza particolare problemi anche la scelta dei presidenti dei gruppi della Lega che ha puntato su Giancarlo Giorgetti alla Camera e il Gianmarco Centinaio al Senato.
Dopo le forti tensioni dei giorni scorsi dentro Forza Italia, che hanno condotto al passo indietro da parte di Paolo Romani e Renato Brunetta, le assemblee dei due gruppi azzurri, in un clima sereno, hanno eletto Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini a guidare i senatori e i deputati forzisti.
In Fratelli d’Italia le presidenze non sono ancora definitive, in attesa di vedere se Ignazio La Russa sarà eletto vicepresidente del Senato: in tal caso il capogruppo a Palazzo Madama sarà Stefano Bertacco e alla Camera Fabio Rampelli.
Più complessa l'elezione dei due capigruppo del Partito Democratico, avvenuta in un clima sereno per acclamazione ma al termine di una mattinata in cui si è sfiorata la rottura da parte dei renziani. Il presidente dei senatori Dem sarà Andrea Marcucci mentre alla Camera guiderà i deputati Graziano Delrio.
Liberi e Uguali, non avendo i numeri per formare gruppi autonomi, è confluita nei due gruppi Misti, e due propri esponenti ne sono divenuti i presidenti: Federico Fornaro alla Camera e Loredana De Petris al Senato. Ma non è escluso che a Montecitorio Leu possa ottenere la deroga formando un proprio gruppo. Infine in Senato il gruppo delle Autonomie sarà presieduto da Juliane Unterberger (Svp).
Duello a distanza fra Salvini e Di Maio
Mentre è partito il countdown per l’inizio delle consultazioni, che potrebbero cominciare subito dopo pasqua martedì pomeriggio o al massimo mercoledì mattina, proseguono le trattative per trovare la maggioranza che sosterrà il prossimo Governo.
Ma tra Lega e Movimento 5 Stelle il clima si è un po' raffreddato, dato che dopo la disponibilità di Matteo Salvini a fare un passo indietro lasciando a una terza personalità “l'onore e l'onere” di andare a palazzo Chigi, non è giunta altrettanta disponibilità da parte di Luigi Di Maio.
“A queste elezioni i cittadini hanno partecipato con entusiasmo e, quindi, va data una risposta e questa risposta secondo noi non può prescindere dalla presenza di Luigi Di Maio come candidato premier” ha dichiarato il grillino Alfonso Bonafede.
Al momento sembra difficile immaginare un’alleanza tra il M5S e Centrodestra visto Luigi Di Maio non è disponibile a fare un passo di lato, ma anche e soprattutto perché per Matteo Salvini nell’accordo dovrà essere inclusa anche Forza Italia. “Se Di Maio dice o io o niente sbaglia, perché oggi è niente” e “se dicono fuori Forza Italia, arrivederci”.
Ed è questa, alla lunga, che per i leader del Movimento 5 Stelle e i suoi risulterà la condizione più dura da digerire con una parte non marginale dei gruppi (e dell'elettorato) che al momento vedono come più che improponibile un'alleanza con Silvio Berlusconi.
Intanto ieri sera Matteo Salvini ha annunciato che la prossima settimana, alla Camera o al Senato incontrerà Luigi Di Maio. Sarà un colloquio che avverrà, probabilmente, prima che Lega e M5S saliranno al Colle e che potrebbe incrociarsi con gli incontri annunciati dal capo politico pentastellato con tutte le forze politiche.