Al Senato proseguiranno le votazioni sul disegno di legge di riforma della Pubblica amministrazione. Si preannunciano due giornate intense in Senato. La prima partita si gioca però in commissione Bilancio, chiamata a pronunciarsi sulla sostenibilità finanziaria degli emendamenti e gli occhi sono tutti puntati sulle tre novità emerse in questi giorni: la staffetta generazionale, in versione soft, lo scorrimento veloce delle graduatorie dei vincitori di concorso e il riordino del comparto della ricerca, con la delega a stilare una nuova carta del settore, attraverso regole non più stabilite solo attraverso i contratti collettivi, ma sancite per legge. Il tutto con lo scopo di semplificare l'ingranaggio che governa il comparto, da più parti considerato ingessato. Anche il sindacato riconosce la necessità di un intervento, ma mette in guardia dal rimpiazzare il contratto con le leggi. È inoltre definitivamente scomparsa l'ipotesi dello “spezzatino” del Corpo forestale dello Stato che confluisce nella Polizia. Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia porteranno avanti l'esame del ddl governativo sul contrasto della criminalità organizzata. La proposta di legge sulla riorganizzazione delle attività di consulenza finanziaria proseguirà il suo iter in seno alla commissione Finanze. Nel pomeriggio la commissione Lavori pubblici riprenderà a confrontarsi con i disegni di legge con cui si propone la riforma della RAI. I rappresentanti di WWF, Legambiente, Fondo per lo sviluppo sostenibile e Greenpeace saranno ascoltati dalle commissioni Industria e Ambiente nell'ambito dell'istruttoria del “Pacchetto Unione dell'energia”. In commissione Sanità proseguirà l'illustrazione degli emendamenti presentati alla proposta di legge per il riutilizzo dei farmaci.
Nel pomeriggio i deputati saranno chiamati a passare per la prima volta sotto il banco della presidenza della Camera per comunicare se intendono rinnovare la fiducia a Renzi e ai suoi ministri, operazione che dovranno ripetere per altre due volte. Palazzo Chigi ha infatti apposto la questione di fiducia su tre dei quattro articoli della legge elettorale. Unico modo per evitare voti segreti e un eventuale quarta lettura al Senato. Una scelta, quella di Matteo Renzi, presa nella convinzione che la minoranza Dem avrebbe tentato imboscate su un ben preciso emendamento a scrutinio segreto, che se fosse andato in porto avrebbe rispedito la riforma nell'altro ramo del Parlamento. Tale scelta però non solo ha sollevato le proteste delle opposizioni, ma anche quelle della minoranza Pd, con alcuni dei suoi big – come Enrico Letta e Pier Luigi Bersani - che non parteciperanno al voto, ed altri addirittura che negheranno la fiducia. Sintomo di un possibile strappo che non potrà essere ignorato dal gruppo e dal partito. Durante i lavori di ieri pomeriggio sono volati anche insulti indicibili da parte del forzista Maurizio Bianconi e dei deputati di M5S, a danno del vice capogruppo del Pd Ettore Rosato e della Presidente Laura Boldrini che, in base al regolamento e ai precedenti, aveva giudicato ammissibile la fiducia sulla materia elettorale senza necessità di dover convocare la Giunta per il regolamento. Renzi ha preferito Twitter alla presenza in Aula: “Dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese”; e poi la sfida: “La Camera ha il diritto di mandarmi a casa se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l'Italia”. Parole confermate in serata da Boschi: “quello che temo è l'immobilismo e la palude” e la fiducia “fa chiarezza perché evita voti segreti, tranelli e trabocchetti”. La minoranza Dem è però in rivolta. Annunciano il no alla fiducia Pippo Civati, Stefano Fassina, e Alfredo D'Attorre in modo prevedibile, ma anche l'ex capogruppo Roberto Speranza, che però spacca la sua corrente, Area Riformista: alcuni come Nico Stumpo e Davide Zoggia voteranno sì alla fiducia ma sul voto finale devono ancora decidere come comportarsi; altri, come Dario Ginefra e Antonio Misiani, voteranno invece positivamente sia sulla fiducia sia sull’impianto complessivo del ddl. Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, sostanzialmente sospesi vista l’apposizione della fiducia sull’Italicum, si segnala che in commissioni Affari sociali proseguirà l'indagine conoscitiva sulle malattie rare con l’audizione dei rappresentanti dell’AIFA e dell’Istituto superiore di Sanità.