Alle 15 il Parlamento si riunirà in seduta comune per l'elezione del presidente della Repubblica. Nell'aula di Montecitorio è già tutto pronto. Le insalatiere e i catafalchi sono stati sistemati sotto il banco di presidenza, la tribuna d'onore allestita per accogliere gli ex parlamentari che vorranno seguire lo scrutinio da una prospettiva privilegiata. Al momento, la scenografia è l'unica cosa perfetta. Le varie forze politiche non hanno infatti ancora adottato una strategia chiara. Per spiegarlo basti citare un fatto: sino a tarda notte c'è stata la più totale incertezza sull'opportunità di votare o meno “scheda bianca” durante i primi scrutini. Sintomo di una confusione destinata a salire sino alla prima chiama dei senatori. Nelle ultime ore c'è stato il nome di Sergio Mattarella al centro delle trattative per il Quirinale. Matteo Renzi ne parla con Pier Luigi Bersani prima, Silvio Berlusconi poi. Ma se la minoranza Pd sarebbe pronta a convergere sull'ex ministro e membro della Corte Costituzionale, il Cavaliere oppone strenua resistenza e ai grandi elettori di Forza Italia dichiara: “Il candidato non c'è”. Anche se poi aggiunge che “a nessuno conviene far saltare l'accordo”. Si va avanti a trattare, dunque: Berlusconi e Renzi si rivedranno anche nella mattinata di oggi. Ma intanto anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle provano a giocare la loro partita. E nella rosa di nove nomi che sottoporranno al voto della Rete spuntano Romano Prodi e anche Bersani, gli altri sono Raffaele Cantone, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Romano Prodi, Salvatore Settis e Gustavo Zagrebelsky. A scegliere – come al solito – saranno i militanti pentastellati attraverso il blog di Beppe Grillo. Hanno fatto il loro nome anche Fratelli d'Italia e la Lega Nord, pronti a far convergere le loro cinquanta preferenze sul nome di Vittorio Feltri.

La vera partita si gioca però tutta all'interno del Partito democratico. Nonostante la sicurezza ostentata, Matteo Renzi sa molto bene che una piccola mossa sbagliata sarebbe in grado di mettere in crisi qualsiasi piano. Alle 13 il presidente del Consiglio si incontrerà con i grandi elettori del Pd, ricorderà alla platea che sul partito aleggia ancora lo spettro dei 101 franchi tiratori che impallinarono Romano Prodi due anni fa. Parole di circostanza che non serviranno certo a convincere i non renziani: decisi a tendere una trappola a chi, durante gli ultimi mesi, li ha costretti a votare provvedimenti in netto contrasto con il loro orientamento. In astratto il Pd potrebbe rispolverare la coalizione di “Italia bene comune” e confidare su qualche voto proveniente dal gruppo Misto. Ipotesi molto difficile da percorrere considerata la guerra per bande all'interno della maggioranza e la distanza rispetto alle posizioni di Sinistra Ecologia e Libertà. Il nuovo Presidente potrà essere eletto solo insieme a Forza Italia. Berlusconi non è però disposto ad accettare un nome calato dall'alto o un profilo che in passato abbia manifestato poca sintonia nei suoi confronti o nei confronti del centrodestra. E sarebbero stati proprio i toni perentori usati ieri da Renzi che avrebbero irritato il Cavaliere che, una volta rientrato a palazzo Grazioli prima di prendere parte ad un incontro con gli azzurri, avrebbe confidato ai suoi di non fidarsi molto delle mosse del premier. La speranza di poter arrivare ad una soluzione condivisa è di nuovo nelle mani degli sherpa dell'uno e dell'altro partito che in queste ore torneranno a vedersi per provare a sbrigliare la matassa. La situazione però non è semplice perché il gradimento di Mattarella sembra destinato a salire.

Il Cavaliere deve studiare bene ogni dettaglio per evitare di restare fuori dai giochi. Ecco perché c'è chi pensa già ad un piano B, e cioè a fronte di determinate garanzie per il Cavaliere e per il suo partito, accettare anche il nome di Mattarella. D'altronde, fanno notare da Forza Italia, non sarebbe la prima volta che l'ex capo del governo cambi idea all'ultimo momento. Lo fece appoggiando la ricandidatura di Giorgio Napolitano, e recentemente, quando cambiò idea sull'Italicum dando il via libera al premio alla lista. Insomma, la partita è ancora lunga ed i giochi sono tutti aperti, tanto che Berlusconi ha chiesto al tribunale di sorveglianza di Milano di poter restare a Roma oltre giovedì: “Il candidato ancora non c'è - spiega - avrò altri incontri con Renzi per cercare un nome condiviso”. Non è escluso che prima di rivedere il premier, l'ex capo del governo possa incontrare Raffaele Fitto. Il Capo dei frondisti, che ieri ha riunito le sue truppe, resta alla finestra in attesa di capire come finirà la trattativa tra l'ex premier ed il capi del governo. A giudicare da questi elementi sembra davvero difficile che il giuramento del prossimo presidente della Repubblica si possa celebrare entro la giornata di sabato.



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