Mattarella ha affidato l’incarico a Carlo Cottarelli
Sono trascorsi 84 giorni dal voto del 4 marzo e la crisi politica non sembra trovare ancora una soluzione. Domenica pomeriggio, dopo che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva ribadito la sua contrarietà all’ipotesi che Paolo Savona potesse diventare il Ministro dell’Economia, il M5S e la Lega hanno interrotto ogni trattativa e Giuseppe Conte ha rimesso nelle mani del Capo dello Stato l’incarico di formare il nuovo Governo.
I partiti di Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno immediatamente chiesto il ritorno alle urne. In risposta, il Presidente della Repubblica ha convocato ieri Carlo Cottarelli e gli ha affidato l’incarico di formare un governo del Presidente che traghetti il Paese verso le prossime elezioni.
Quella che si prospetta è una squadra snella, di dieci o dodici ministri, con profili di grande competenza e che s’impegnano a essere neutrali e a non candidarsi alle prossime elezioni. È questo il profilo del governo di Carlo Cottarelli; il premier incaricato dovrebbe completare la lista oggi e salire al Colle per sciogliere la riserva. Poi, dopo il giuramento e il passaggio della campanella con Paolo Gentiloni, potrebbe andare subito al Senato per la fiducia, anche se in molti ipotizzano che il voto ci sarà la prossima settimana.
Cottarelli chiederà il sostegno al suo Governo per traghettare il Paese verso le urne nel 2019 e intanto in autunno varare la legge di bilancio. Al momento, a Palazzo Madama i voti contrari all'esecutivo del professore sarebbero già 246, 85 in più della maggioranza assoluta di 161: hanno già dichiarato la loro indisponibilità a concedere la fiducia al Governo del Presidente il Movimento 5 Stelle, la Lega, Fratelli d’Italia e probabilmente anche Forza Italia. A favore, per il momento, il Partito Democratico, Liberi e Uguali e +Europa.
Dunque Cottarelli potrebbe presentarsi al Quirinale per rassegnare le dimissioni subito dopo la sfiducia del Senato, senza passare dalla Camera. In questo caso, resterebbe dimissionario in carica per gli affari correnti fino alle elezioni, che sarebbero a inizio settembre.
La squadra di Carlo Cottarelli
Per affrontare questi passaggi, il premier incaricato ha già delineato uno schema di massima per la sua squadra, anche se le caselle restano variabili. In cima all'agenda di Cottarelli c’è la “gestione prudente” dei conti pubblici, e la necessità di rassicurare i mercati, tanto che potrebbe anche tenere per sé l'interim all'Economia; altrimenti restano forti le chance di Salvatore Rossi, direttore Generale di Banca d'Italia ma in lizza, meno quotato, ci sarebbe anche l'ex rettore della Bocconi Guido Tabellini.
Tra i papabili per i dicasteri economici si fa il nome anche di Lucrezia Reichlin, docente di Economia alla London Business School, e di Enrico Giovannini. C’è anche chi fa il nome dell'attuale presidente dell'Inps Tito Boeri. Agli Esteri sarebbe in pole Elisabetta Belloni, la prima donna a ricoprire il delicato ruolo di segretario generale della Farnesina; in alternativa, si cita Pasquale Terracciano, ora ambasciatore a Londra. Molto quotato per le Infrastrutture è Raffaele Cantone, anche se sarebbe intenzionato a portare a termine il suo incarico all’Autorità anticorruzione.
Per il ministero dell'Interno si parla di Giampiero Massolo, ex segretario generale alla Farnesina, ai vertici dei Servizi, oggi presidente di Fincantieri e indicato come ministro nel Governo Lega e M5S. L'altro nome quotato è l'ex commissario di Roma Francesco Paolo Tronca. Dal consiglio di Stato potrebbe arrivare al Governo, magari alla Giustizia, Alessandro Pajno; tra i giuristi si fa il nome anche di Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, di Paola Severino, già Guardasigilli del governo Monti, e di Marta Cartabia, vicepresidente della Consulta. Infine, Enzo Moavero Milanesi, già apparso nella rosa dei nomi possibili per l'esecutivo gialloverde, potrebbe assumere la delega agli Affari europei.
Arriva Cottarelli, rabbia M5s-Lega in piazza il 2 giugno
Carlo Cottarelli è al lavoro sulla sua short list di ministri in un giorno segnato ancora dallo scontro frontale tra l'asse M5S-Lega e il Quirinale. La tensione istituzionale esce dai palazzi per arrivare nelle piazze: Luigi Di Maio e Matteo Salvini, usando toni durissimi, chiamano alla mobilitazione popolare contro i poteri forti e l'Europa delle banche, a difesa del diritto dei cittadini di decidere il proprio governo. La Lega annuncia che sarà presente in mille piazze il 2 e il 3 giugno, i Cinque Stelle, invece, faranno una manifestazione nazionale, a Roma il 2 giugno, giorno della festa della Repubblica.
Le posizioni di Lega e 5 Stelle sono chiarissime e durissime: accusano il Colle di aver preferito gli interessi di Bruxelles a quelli dei cittadini italiani. La tensione è altissima soprattutto dopo il duro botta e risposta tra Luigi Di Maio e il Quirinale sui nomi dei ministri dell'Economia presentati a Mattarella. Ma a tenere banco è ancora la volontà di mettere in stato d'accusa il capo dello Stato: i Cinque Stelle annunciano, con Manlio Di Stefano, che presenteranno appena possibile la richiesta d’impeachment, ipotesi che per il momento non è sostenuta apertamente dalla Lega.
Anche il Partito Democratico annuncia per il primo giugno una mobilitazione nazionale, sempre a Roma, a difesa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della Costituzione, alla quale parteciperà anche il presidente del Consiglio uscente Paolo Gentiloni e che potrebbe avere l’effetto di ricompattare il partito dopo settimane di forte tensione interna.
La Lega preme su Berlusconi
Sulla questione impeachment il Carroccio frena e al momento questa decisione rappresenta l'unico punto in comune tra Lega e Forza Italia, i cui rapporti sono sempre più difficili. Matteo Salvini ieri ha minacciato apertamente Silvio Berlusconi: “se vota la fiducia a Cottarelli, addio alleanza”. Il leader di Forza Italia dal canto suo ha cercato di calmare le acque annunciando che non appoggerà questo esecutivo e assicurato che “l'unica soluzione per il futuro è il centrodestra unito" destinato a prevalere alle prossime elezioni anche grazie al suo ritorno in campo: parole che sono state accolte dal leader del Carroccio con grandissima freddezza.