L’Aula della Camera ha approvato il decreto dignità
Ieri sera, senza il supporto della fiducia, l’Assemblea della Camera ha approvato con 312 voti favorevoli, 190 contrari e nessun astenuto il decreto dignità. Il provvedimento, che porta la firma del ministro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio, passa ora all'esame del Senato per il via libera definitivo e dunque la trasformazione in legge. Nella giornata di oggi l’Aula di Montecitorio tornerà a riunirsi per la discussione generale sul decreto per la cessione di unità navali italiane alla Libia, sul decreto, già approvato dal Senato, per il riordino dei Ministeri e sulla proposta di legge di ratifica dei Trattati Italia-Emirati arabi uniti di estradizione. Infine si confronterà sul Conto consuntivo della Camera per l'anno finanziario 2017 e sul Progetto di bilancio della Camera per l'anno finanziario 2018.
L’aula del Senato esaminerà il decreto mille proroghe
L’Aula del Senato tornerà a riunirsi a partire dalle 9 per l’esame del decreto mille proroghe. L’obiettivo della maggioranza è quello di riuscire ad approvare il provvedimento in tempi strettissimi, magari già entro questo fine settimana così da permettere anche alla Camera di poterlo varare prima della chiusura estiva. Il Governo ancora non ha deciso se porre la questione di fiducia o meno: al momento sembra un’ipotesi molto probabile a Palazzo Madama e praticamente scontata quando il testo sarà esaminato dall’aula di Montecitorio.
Il Governo Conte apre il dossier della legge di bilancio
Il cantiere della legge di Bilancio ancora non è ufficialmente aperto e già si allunga la lista delle misure che il Governo dovrebbe mettere in campo, mentre la maggioranza accelera sul reddito di cittadinanza e a ore dovrebbe depositare in Senato la sua proposta di legge con l'obiettivo di farla approvare entro la fine dell'anno e rendere operativo il nuovo strumento già da gennaio. Per la manovra economica intanto, non solo vanno almeno abbozzate le misure simbolo del contratto del Governo gialloverde, come la flattax, ma a ottobre bisognerà mettere mano a diversi altri capitoli compresi, come ha annunciato il vicepremier Luigi di Maio, gli asili nido per favorire l'occupazione femminile.
E andrà messo nella lista anche il promesso intervento più deciso sulla riduzione del costo del lavoro, dopo il primo assaggio con il decreto dignità. E' possibile poi che si debba trovare una soluzione per il buco da 600 milioni denunciato dal ministro della Salute Giulia Grillo che non consente l'attuazione dei nuovi Lea. Il premier Giuseppe Conte oggi ha convocato un super vertice con i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il titolare del Mef Giovanni Tria e il ministro per gli Affari Ue Paolo Savona per fare un primo punto sui conti in vista dell'autunno ben sapendo che in cima alla lista degli impegni c’è quello di scongiurare lo scatto delle clausole di salvaguardia e quindi bisognerà impedire l’aumento dell’Iva che vale, da solo, 12,4 miliardi.
Ci sarà poi da fare fronte alle cosiddette spese indifferibili che valgono all'incirca 3 miliardi e mezzo e anche al rialzo dei tassi d’interesse, che secondo i primi calcoli potrebbe valere sul prossimo anno 3,7 miliardi aggiuntivi: il conto già si aggira, quindi, attorno ai 20 miliardi.
Per gli asili nido, se avrà successo la proposta avanzata da Di Maio di “coprire per intero i costi”, il Governo dovrebbe trovare altre le risorse. A queste voci si dovranno aggiungere quelle per fare fronte alle altre priorità di Lega e Movimento 5 Stelle. E' vero che il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha sempre parlato di misure da introdurre in modo graduale ma anche muovere solo i primi passi ha costi elevati: ampliare la platea dell'attuale flattax per le partite Iva, ad esempio, potrebbe valere fino a 1 miliardo mentre la riforma dei centri per l'impiego, necessaria per far partire il reddito di cittadinanza, ne vale altri due.
La proposta per il reddito viaggerà comunque su un binario parallelo a quello della manovra economica e dovrebbe ricalcare quella già presentata dal Movimento nella scorsa legislatura, con coperture aggiornate e riviste che dovrebbero contare anche sulle risorse ora dedicate al Rei, assorbito dal nuovo strumento di sostegno al reddito. Sullo sfondo, ma non è detto che non arrivi con la manovra, anche la battaglia contro i privilegi rilanciata sempre da Di Maio sulle pensioni dei sindacalisti. In campo poi ci dovrebbe essere anche la revisione della legge Fornero.
Il Governo giallo verde chiederà più flessibilità all’UE
Proprio la dialettica con l'Unione Europea per le sorti della prima legge di bilancio del Governo giallo-verde, sarà decisiva. Il tendenziale rivisto al ribasso del Pil potrebbe in qualche modo spingere Bruxelles ad allentare i cordoni del deficit/Pil. Ma per M5S-Lega l'atteggiamento sui margini europei è simile a quello tenuto sul dossier migranti: “In Italia ci sono 3 milioni di persone che non riescono a mangiare, ci sono tutti i margini Ue da conquistare”, spiegava solo qualche giorno fa Luigi Di Maio. A settembre, in un primo vertice tra i capi di Stato e di governo Ue previsto a metà del mese in Austria, l'Italia farà il suo primo passo e non si escludono mosse anche di rottura, per esempio sui fondi che l'Italia versa alla UE, in vista della prova di forza sui margini di flessibilità per la manovra economica.
Rai: Salvini insiste su Foa, Pd solleva caso per figlio in staff
Matteo Salvini insiste su Marcello Foa alla presidenza della Rai. Il giorno dopo lo strappo con Forza Italia in Commissione di vigilanza, il leader leghista assicura che il suo candidato rimane il giornalista italo-svizzero. Salvini viene descritto come molto deluso dall'atteggiamento degli alleati di centrodestra, soprattutto visto che riteneva di aver ottenuto un “sostanziale placet” durante il faccia a faccia con Silvio Berlusconi nell'incontro di due giorni fa al San Raffaele.
Ma da Forza Italia si insiste sulla linea dura. Dopo la conferma di Salvini su Foa, la dichiarazione di Mara Carfagna è tranchant: “Lega e M5S riproporranno il nome di Marcello Foa alla prossima riunione della commissione di Vigilanza? Dal presidente Rai al presidente mai”. Mentre dal PD, con Graziano Delrio, si chiede un incontro urgente ai Presidenti di Camera e Senato. Foa, che oggi ha fatto sapere di non cedere a provocazioni e di attendere indicazioni dall'azionista, ovvero dal Tesoro, viene descritto molto amareggiato dagli insulti ricevuti: ma al momento sembra escluso che possa fare un passo indietro.
Chiaramente questo regime di limbo con un cda presieduto dal consigliere anziano non potrà durare a lungo perché espone l'azienda a possibili esposti alla Corte dei Conti. Ma ieri il PD ha aperto un nuovo fronte che riguarda il figlio di Foa: Leonardo, 24 anni, lavora nello staff comunicazione di Salvini. Il giovane è entrato con stage mentre stava preparando una tesi sulla comunicazione della Lega e poi è rimasto nel team del leader del Carroccio. Per il Partito Democratico questo mina la terzietà e l'indipendenza di Foa, mentre Salvini ha detto di non sentirsi “assolutamente” in imbarazzo.