Conte porterà il caso Siri alla prossima riunione del Cdm
È guerra totale tra M5S e Lega sul caso Armando Siri. Le nuove tensioni sulla sorte del sottosegretario leghista, indagato per corruzione e del quale i pentastellati chiedono le dimissioni, esplode mentre Matteo Salvini è a Budapest in visita al premier ungherese Viktor Orban. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte decide di convocare una conferenza stampa per annunciare che la decisione che ha maturato: è per le dimissioni di Siri. Ne informa in mattinata il diretto interessato e anche il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Il premier cerca anche il capo della Lega, ma non ci sarebbe stato alcun contatto, come ha confermato lo stesso Salvini in serata ai cronisti in Ungheria. Risultato: il tema delle dimissioni di Siri sarà portato da Conte sul tavolo del prossimo Cdm.
Ancora non è chiaro come reagiranno i leghisti anche se Salvini ha messo in chiaro che la vicenda non fermerà il Governo. C’è chi parla di una diserzione collettiva e simbolica dei Ministri del Carroccio dalla riunione del Cdm ma nessuno avrebbe intenzione di far cadere il Governo. La giornata è però lunga e convulsa: dopo una serie di botta e risposta la Lega cerca di anticipare la conferenza stampa di Conte annunciando che Siri sarebbe pronto a dimettersi se i Pm, ai quali ha dato disponibilità, non gli daranno udienza entro 15 giorni; queste dichiarazioni non hanno fermato il Premier, che alle 20, infatti, ha annunciato che porterà la revoca dell'incarico a Siri nella prossima riunione del Consiglio dei ministri.
Alta tensione sulle Province, Di Maio sfida la Lega
Tra Lega e Movimento 5 stelle resta alta la tensione anche sul tema delle Province. Dopo le polemiche dei giorni scorsi ieri è stato Luigi Di Maio a ribadire la linea di netta contrarietà del Movimento: “Sono uno spreco, ed è inutile ammalarsi di amarcord pensando di farle tornare”, ha affermato il vice premier che ha poi lanciato un avviso alla Lega: “Chi vuole ricostituirle, si può trovare un altro alleato di governo. Per M5S le Province si aboliscono, non si ripristinano”, ha sottolineato in più occasioni lunga tutta la giornata. Il leader della Lega ha lasciato cadere queste parole. “Non ho tempo da perdere in polemiche. Mi occupo di sicurezza ed Europa. Io lavoro”, ha risposto Matteo Salvini da Budapest, dove ha incontrato il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Buffagni: “No a poltrone nelle Province. Serve migliorare la vita delle persone: trasporto pubblico, scuole, strade. Basta poltrone nelle Province, vanno abolite, non per finta come annunciò il Pd o reintrodotte come vuol fare la Lega. Più servizi, meno sprechi, rendiamo lo Stato efficiente!”. Sulla stessa lunghezza d'onda si è pronunciata il ministro per il Sud Barbara Lezzi: le Province, ha sottolineato, “richiedono 2.500 poltrone di politici. Non significa dare maggiori servizi ma avere maggiori spese. Noi siamo per l'abolizione delle Province e per attribuire le loro competenze a Regioni e Comuni”.
Al ministro ha replicato Stefano Candiani, sottosegretario all'Interno: “La Riforma Delrio ha reso le Province incapaci di operare. Dobbiamo rimetterle in funzione. Le Province esistono in Costituzione, e questo va ricordato alla Ministra Lezzi, ma oggi sono incapaci di assolvere al loro compito istituzionale. Dobbiamo riscrivere le regole. Per noi la democrazia si esercita nell'urna e non con un tweet”. D'accordo con la Lega è Forza Italia: “Sulle Province la maggioranza si sta sbranando, e non è una novità. Quello che sconforta è che, a fronte di un problema reale e urgente posto dalla Lega, i Cinque Stelle rispondono solo a colpi di slogan: basta poltrone, più servizi, meno sprechi”, ha sostenuto Anna Maria Bernini, presidente dei senatori azzurri.
Su Alitalia Di Maio ammette che manca un socio per 15%
Per il futuro di Alitalia bisogna trovare ancora un socio che detenga il 15% del capitale. Il vicepremier Luigi Di Maio, ospite in tv, si limita a dire che “ci sono, in questi giorni le trattative, offerte che stanno arrivando”. I tre Commissari straordinari che gestiscono la compagnia aerea, assieme a Fs che si è impegnata a rilanciarla, “le stanno analizzando”. Lo schema da cui partire include le Ferrovie, il ministero dell'Economia e Finanze (Mef) e la compagnia americana Delta. “Manca un 15%”, spiega il ministro dello Sviluppo economico, senza precisare chi potrebbe essere l'ultimo socio e non chiarendo quali siano stati gli sviluppi rispetto a quello che si era capito finora: 30% a Fs, 15% a Delta e 15% al Mef, che in totale arrivano al 60%.
Il tassello mancante, comunque, potrebbe costar caro e per questo da Confindustria auspicano che si faccia presto. Secondo quanto viene ricostruito, le due possibili alternative sono Lufthansa o una partnership con Atlantia. Siglare un'intesa con i tedeschi significherebbe inserire la nuova Alitalia in un sistema di trasporto aereo collaudato, ma rinunciare a una parte dei lavoratori, visto che l'interesse riguarda solo una metà delle attività di volo: si potrebbe perciò arrivare a 5mila esuberi. L'alternativa potrebbe essere Atlantia, società che gestisce Autostrade e gli Aeroporti di Roma (Adr). Il problema è che la società, per via del crollo del ponte autostradale di Genova, ha ridotto al minimo i rapporti col Governo, anzi con il M5S, che ne ha chiesto la revoca delle concessioni. E a breve proprio Atlantia risponderà alle ultime contestazioni fatte dal ministero dei Trasporti.
FI rilancia l’alleanza con la Lega. Ma alle europee sarà battaglia
Forza Italia continua a lanciare appelli alla Lega affinché si redima e torni a far parte, come suggerisce il vicepresidente azzurro Antonio Tajani, di un “governo di centrodestra omogeneo che deve avere tra i primi obiettivi economici la riduzione delle tasse per favorire la crescita”. La prospettiva di un ritorno alla vecchia alleanza potrebbe affacciarsi dopo le Europee, quando gli equilibri fra i partiti saranno aggiornati e si capirà se all’interno di Forza Italia prevarranno le spinte moderate o quelle più sensibili al sovranismo leghista. Intanto, con l'avvicinarsi del voto, Forza Italia fa mostra di unità e augura a Silvio Berlusconi, ancora ricoverato dopo un intervento chirurgico per un'occlusione intestinale, di riprendersi in fretta e di tornare in campo. Su questo in Fi c’è ottimismo: Tajani promette che l'ex premier “sarà presto operativo” e Maria Stella Gelmini annuncia che domenica verrà dimesso dall'ospedale.
Intanto i gruppi parlamentari di Forza Italia hanno incontrato le associazioni di categoria, con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Per Tajani “Senza mercati e senza impresa non si può creare benessere per i cittadini, per questo siamo dalla parte degli imprenditori, perché senza di loro non c’è lavoro. Senza imprese non si va da nessuna parte”. Poi le accuse al governo giallo-verde: “Una crescita dello 0,2 per cento del pil è nulla. Di fatto l'Italia è ferma”. Insomma, malgrado gli inviti a nozze alla Lega, in campagna elettorale per le Europee gli azzurri useranno i punti deboli del Governo per cercare di mettere il partito di Matteo Salvini in difficoltà. “Dovremo spiegare agli italiani gli effetti delle disastrose politiche economiche della maggioranza giallo-verde - ha detto ai deputati forzisti la capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini - Non si può essere assolutori nei riguardi della Lega che siede a fianco dei Cinque Stelle, perché le scelte di un esecutivo sono collegiali”.