Dal Quirinale no a incarichi al buio
La settimana si apre con non poche incognite politiche. Siamo in attesa del risultato delle regionali in Friuli Venezia Giulia, attendiamo la decisione della direzione del Partito Democratico dopo l’apertura di Luigi Di Maio e le parole di chiusura di Matteo Renzi e aspettiamo che il dialogo tra Lega e Movimento 5 Stelle riparta, nonostante la contrarietà di Silvio Berlusconi, a fronte delle proposte di Matteo Salvini.
Intanto al Quirinale si cominciano a valutare le ricadute delle possibili variabili di ogni scenario. L'obiettivo resta quello di dare un governo al Paese, motivo per cui è d’obbligo il silenzio per evitare che i segnali di confronto possano gelarsi. Ma, se anche il tentativo nato dall'ultima esplorazione del Presidente della Camera Roberto Fico dovesse fallire, al Colle si sta individuando il possibile passo successivo.
Rimane il no a ogni incarico al buio. Anche ieri dal centrodestra è giunta la richiesta di un’investitura della coalizione per cercare in Parlamento i voti necessari alla fiducia. Ma il Colle è contrario ad avventure alla cieca, che non darebbero garanzie né di successo né di tenuta. Non resterebbe che chiamare di nuovo i partiti al Quirinale, magari per un terzo giro di consultazioni: se nessuno rispondesse positivamente all'invito alla responsabilità, il rischio di andare a elezioni in ottobre sarebbe molto concreto.
Per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella questa ipotesi ha due controindicazioni: il rischio di esercizio provvisorio e il dubbio che a legge elettorale invariata si possa ripetere lo stallo di questi mesi. Per questo il Capo dello stato cercherà in tutti i modi di favorire un confronto su una modifica del Rosatellum e anche il varo della legge di bilancio in tempi rapidi, in modo da giungere alle elezioni con i conti in sicurezza. A Palazzo Chigi, in estate, potrebbe non esserci più Paolo Gentiloni ma un premier di transizione, istituzionale (su cui è partito già il toto-nomi), che accompagni questi due passaggi.
È scontro Renzi-Di Maio, cade ipotesi alleanza Pd-M5S
Matteo Renzi, ospite domenica sera di Che tempo che fa, è chiaro: ci si può sedere al tavolo con Luigi Di Maio (anzi, lo si dovrebbe fare "in streaming", è la sfida), ma non ci sarà un governo dem-grillino. La disponibilità dell'ex segretario, invece, è ben diversa se si trattasse di riscrivere le regole del gioco, andando verso quel modello francese con ballottaggio che è tanto caro all'ex premier.
Premesso che per Renzi è impensabile un'intesa M5S-Pd, se nemmeno l'altro forno, quello M5S-Lega, dovesse dare risultati, allora “ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di dire che il sistema non funziona”, perché dal 4 dicembre 2016 “questo Paese è bloccato”. Per il resto la linea rimane quella di sempre: Pd responsabilmente all’opposizione di un eventuale governo tra chi ha vinto le elezioni e cioè M5S e centrodestra.
Intanto nella mattinata di domenica, con una lettera pubblicata sul Corriere, Luigi Di Maio aveva lanciato un appello al Pd, individuando “i principali punti in comune tra il nostro programma e il loro”. “Realizziamoli per il bene superiore degli italiani”, ha scritto il leader pentastellato, professandosi “fiducioso perché sulla carta ci sono tanti punti di convergenza che vanno nella direzione di soddisfare le esigenze dei cittadini”, che è “nostro unico interesse”.
Entrando nel merito, il leader M5S affronta i nodi dell'immigrazione, del reddito di cittadinanza, del lavoro e soprattutto la reintroduzione dell'articolo 18. Quella firmata da Di Maio viene però liquidata come “una letterina di Natale” dal presidente del Pd Matteo Orfini. E Renzi, usando parole simili, sfida i 5Stelle ad un confronto in streaming, come il Movimento chiedeva cinque anni fa: in questo modo, per l'ex segretario dem, si potrebbe “capire se hanno cambiato idea sui vaccini, sul reddito di cittadinanza, sull'Ilva”.
Poco dopo l'intervento televisivo di Renzi, il leader pentastellato ha scritto su Facebook che “il Pd non riesce a liberarsi di Renzi, nonostante l’abbia trascinato al suo minimo storico. Altro che discussione interna al Pd: abbiamo avuto la prova che decide ancora tutto Renzi col suo ego smisurato. Noi ce l'abbiamo messa tutta per fare un Governo nell’interesse degli italiani: Il Pd ha detto no ai temi per i cittadini e la pagheranno”.
Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato
Anche questa settimana le Commissioni Speciali per l'esame di Atti del Governo torneranno a riunirsi. Mercoledì mattina a partire dalle 11 in sede congiunta svolgeranno diverse audizioni sul decreto ministeriale relativo al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato Maggiore della Difesa.
Alle 15 ascolteranno i rappresentanti di ASSAEREO e The italian board of airline representatives (IBAR) nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo sull'uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi. Infine alle 16 ascolteranno i rappresentanti dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA), del CNR e dell'ENEA sullo schema di decreto legislativo per la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici.
Per quanto riguarda la Commissione del Senato, giovedì esaminerà gli schemi di decreto legislativo su lavoratori marittimi, distribuzione assicurativa, misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione, pacchetti turistici e servizi turistici collegati.
Esaminerà anche gli schemi di decreto legislativo sull'uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi, sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e quello sull’organizzazione degli Uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'interno. Infine esaminerà lo schema di decreto ministeriale relativo al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato Maggiore della Difesa e si confronterà sul decreto legge Alitalia approvato dal Cdm la settimana scorsa.
Per quanto riguarda la Commissione della Camera, giovedì proseguirà l’esame del decreto legge per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità per la regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) i regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA). A seguire si confronterà sullo schema di decreto legislativo sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e su quelli per la salvaguardia di diritti pensionistici complementari, per la revisione della disciplina in materia d’impresa sociale, sui lavoratori marittimi, sulla distribuzione assicurativa e su quello relativo ai pacchetti turistici. Esaminerà inoltre il decreto per disciplinare il regime delle incompatibilità degli amministratori giudiziari e quello per la tutela del lavoro nell'ambito delle imprese sequestrate e confiscate. Si confronterà poi sul decreto ministeriale relativo al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato Maggiore della Difesa.