Attesa per decisioni Cottarelli nel silenzio del Quirinale
Sembrava tutto pronto al Quirinale per l'annuncio della lista dei ministri, quando alle 16.30 il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli è salito al Colle per riferire al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Ma mezz'ora dopo ha fatto ritorno a Montecitorio, senza passare per la Loggia alla vetrata dove attendevano i giornalisti.
Si è trattato di un incontro per aggiornare il Presidente sullo stato della situazione e questa mattina Cottarelli tornerà al Quirinale, si è affrettato a chiarire il portavoce del Colle Giovanni Grasso, prima che la vicenda assumesse i contorni del giallo. Ma subito hanno iniziato a rincorrersi le voci di un precipitare della situazione, di una possibile rinuncia dell'ex commissario alla spending review e di un ritorno alle urne in piena estate, il 29 luglio, corroborate da una propensione al voto immediato manifestata anche dal Partito Democratico.
Per il momento nessuna rinuncia di Cottarelli, solo la necessità di più tempo per comporre la lista dei ministri, si sono affrettati a far sapere dal Quirinale: poi comunicazioni interrotte e massimo riserbo dal Colle. Agli atti restano anche le affermazioni del premier incaricato, che conferma di essere al lavoro sulla lista dei ministri: effettivamente trovare persone disposte a occupare un dicastero per poche settimane, esposte a un clima di dura e prolungata campagna elettorale, non è facile.
Visto che al momento nessuna forza politica si è schierata a favore del Governo del Presidente appare certo che l’eventuale esecutivo partirà sfiduciato; da qui le difficoltà per individuare con quali procedure procrastinare lo scioglimento delle Camere di qualche settimana per consentire di tornare alle urne non prima di settembre. È iniziato un conto alla rovescia che potrebbe portare alla nascita di un governo destinato a portare il Paese alle urne in autunno o magari all'inizio del prossimo anno. O addirittura che potrebbe, dopo le fortissime tensioni dei giorni scorsi, riportare in auge la possibilità di un esecutivo politico M5S-Lega.
Di Maio e Salvini rilanciano un Governo M5S e Lega
Quello che è certo è che in questi giorni siamo di fronte a vere proprie anomalie di una crisi istituzionale senza precedenti. Al Quirinale si è consumata un'altra giornata al cardiopalma che va ad allungare la lunga lista dei “non è mai successo”. E dopo Cottarelli, che appare e poi scompare dallo Studio alla vetrata del Colle, ora si potrebbe tornare al governo giallo-verde. MatteoSalvini e Luigi Di Maioin diverse occasioni hanno rilanciato e cambiato registro: niente impeachment contro Mattarella e invito a ricominciare dalla maggioranza parlamentare targata M5S-Lega “che già c'è”.
È il leader pentastellato che esce allo scoperto: “Prendo atto che Salvini cuor di leone non vuole fare l'impeachment, e a questo punto il tema non è più sul tavolo, perché non ci sono i numeri”, e assicura “la disponibilità a collaborare con il presidente della Repubblica”: “se abbiamo sbagliato - dice - noi siamo pronti a rivedere la nostra posizione”.
Anche il leader del Carroccio cambia passo e secondo quanto si apprende sarebbe pronto a rinunciare a Paolo Savona. Le pressioni sarebbero arrivate anche durante la riunione dei gruppi con una fetta di parlamentari che non hanno condiviso l'impuntatura del leader sull'economista. In aggiunta l'idea di andare alle urne a luglio non è del tutto condivisa. La mano è tesa quindi, a fronte di un governo di garanzia o elettorale che è già destinato a morire.
Ieri pomeriggio Matteo Salvini e Luigi Di Maio, presente anche il braccio destro del leader leghista Giancarlo Giorgetti, si sono visti e c’è chi non esclude che l'uscita a sorpresa del capo politico del Movimento Cinque Stelle sia stata studiata e concordata, assieme alla richiesta di far partire le Commissioni parlamentari per avviare il lavoro sui singoli provvedimenti del Contratto. Ora sarà il Quirinale a decidere se accettare la proposta di ricominciare, molto probabilmente da Giuseppe Conte. Mattarella non farà una sola mossa "a cuor leggero" e anche in questa situazione vaglierà ogni rischio, cercando sempre un atto di responsabilità da parte delle forze politiche.
Governo: Meloni, disponibili a rafforzare maggioranza M5S-Lega
Nel pomeriggio la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni in una nota su Facebook indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: in Parlamento una maggioranza c’era, “era quella che mette insieme la Lega e il M5S. Era pronta a fare un governo e aveva stipulato un contratto di governo. Noi siamo stati critici, però arrivati a questo punto siamo anche disponibili a rafforzare quella maggioranza con Fratelli d'Italia, perché crediamo che bisogna fare tutto quello che c’è da fare in questo momento per tirare fuori l'Italia dalla situazione di caos nella quale rischia di gettarsi. Presidente, ci rifletta perché non avremo molto altro tempo”.
Governo, bufera su Commissario Ue: Lega e M5S chiedono dimissioni
Dalla Lega al Pd, dal Consiglio alla Commissione Ue, l’indignazione è unanime contro le parole del Commissario europeo al Bilancio Gunther Oettinger, convinto che i mercati e lo spread “indurranno” gli italiani a non votare più i populisti. In un momento di grandissima tensione istituzionale che tra l’altro vede l’Europa al centro delle maggiori critiche, l'intervista al Commissario ha infatti scatenato un acceso scontro politico con Lega e M5S all'attacco per chiedere le “dimissioni immediate di Oettinger” e con i leader europei costretti a prendere le distanze dal collega chiedendo rispetto per gli elettori italiani e per l'Italia stessa.
Allarme spread, Visco: Grave ciò che accade
Anche se non ha ancora toccato la quota record di 574 punti del 2011, lo spread è tornato assoluto protagonista in Italia. Da Ignazio Visco a Matteo Salvini passando per il mondo delle imprese, nessuno si è tirato indietro sul tema del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, mossosi in giornata fino alla preoccupante quota di 320. L'apprensione per gli effetti dell'incertezza politica sui mercati c'è, anche se sembra permanere a livello generale una tiepida fiducia sul sistema Italia. Di certo il messaggio del governatore di Bankitalia Ignazio Visco è stato chiaro: “E' grave, e non ci sono giustificazioni se non emotive per quel che osserviamo oggi sui mercati”.
Dal mondo politico il leader della Lega Matteo Salvini contrattacca: “I mercati stanno portando lo spread oltre i 250? Evidentemente c'è qualcosa che non funziona. Mi viene il dubbio che qualcuno non voleva che partisse questo Governo a prescindere. Chiedete a Mattarella... Fosse per me ci sarebbe un governo in carica. Hanno scelto altrimenti per rassicurare i mercati, non mi sembra ci stiano riuscendo”.
A fargli eco l'alleato e capo politico del M5S Luigi Di Maio, che legge così l'impennata dello spread: “Il problema non eravamo noi, non era la nostra squadra di ministri, ma l'incertezza che oggi regna sovrana. Se il governo del cambiamento fosse partito, oggi avremmo un governo politico forte che sarebbe già al lavoro per incontrare gli altri Paesi Ue e spiegargli i dettagli della nostra politica economica che non ha mai previsto l'uscita dall'euro”.
Di opinione opposta l'ex segretario del Pd Matteo Renzi: “Se sale lo spread è colpa di questi due, Salvini e Di Maio. Altro che flat tax, lo spread è la vera SalviniTax. E la colpa non è della Cancelliera tedesca ma di qualche cialtrone nostrano”.