L’Assemblea di Montecitorio ha eletto Vicepresidenti, Questori e Segretari

Dopo il Senato, lo schema viene ripetuto alla Camera. Il Movimento 5 Stelle permette al Partito Democratico solo l'elezione di un vicepresidente, niente altro. Il Pd ha indicato l'autore dell'attuale legge elettorale, Ettore Rosato. Ma i pentastellati, forti dei numeri in Parlamento assieme al centrodestra, non hanno consentito l'elezione di alcun questore del Pd.

I questori eletti sono tre. Per il Movimento 5 Stelle è stato eletto Riccardo Fraccaro, finito sotto i riflettori la scorsa settimana quando è stato candidato allo scranno più alto di Montecitorio, poi andato appunto a Roberto Fico. Gli altri due questori sono Gregorio Fontana di Forza Italia e Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italia. Resta fuori Rosa Maria Di Giorgi, indicata dal Partito Democratico.

Diverso il gioco di ripartizione per le vicepresidenze. Ad affiancare il pentastellato Fico ci saranno i quattro principali partiti dell'emiciclo. Oltre ad Ettore Rosato del Partito Democratico, sono stati eletti anche Lorenzo Fontana della Lega, che come Salvini ha passato buona parte della sua carriera politica tra Bruxelles e Strasburgo, mentre Forza Italia sarà rappresentata da Mara Carfagna.

Il quarto vicepresidente, che inizialmente sarebbe dovuto andare ad un esponente di Fratelli d’Italia è stato preso dal Movimento 5 Stelle che ha eletto Maria Edera Spadoni. Un risultato che sarà funzionale ai pentastellati nella loro battaglia contro i vitalizi, le indennità e la riduzione delle spese di Montecitorio. Ieri Luigi Di Maio ha rilanciato questo obbiettivo ricordando che in ufficio di presidenza ci saranno ben sei componenti del Movimenti 5 Stelle.

Nella partita per gli otto segretari d'aula, si ripete il copione visto con i questori: con il Partito Democratico che è rimasto fuori. Fanno invece il pieno Movimento 5 Stelle e Lega. Il partito di Grillo può contare su Azzurra Cancelleri, Mirella Liuzzi, Vincenzo Spadafora e Carlo Sibilia. Mentre il Carroccio su Silvana Andreina Comaroli, Marzio Liuni e Raffaele Volpi. Unico esterno all'asse giallo-verde è Francesco Scoma di Forza Italia.

Governo, consultazioni al Quirinale il 4 e 5 aprile

Il Quirinale ha reso noto il calendario delle consultazioni per la formazione del nuovo governo. Gli incontri partiranno mercoledì 4 aprile alle 10.30, quando al Colle salirà il presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. Un'ora dopo toccherà al presidente della Camera, Roberto Fico. Quindi, alle 12.30, a Giorgio Napolitano, in qualità di presidente della Repubblica emerito.

Nel pomeriggio di mercoledì inizieranno le consultazioni con i gruppi parlamentari. Si comincerà dai gruppi che hanno meno deputati o senatori. Alle 16 toccherà al gruppo Per le Autonomie (Svp-Patt, Uv) del Senato; alle 16.45 il gruppo Misto del Senato; alle 17.30 il gruppo Misto della Camera. Poi, alle 18.30, toccherà a Fratelli d'Italia, ultimo gruppo a incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella giornata di mercoledì.

Giovedì sarà il big-day: alle 10 salirà al Quirinale il Partito Democratico. La delegazione sarà composta dai capigruppo di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci, ma anche dal segretario reggente Maurizio Martina. A seguire, un’ora dopo, sarà il turno di Forza Italia. Alle 12 toccherà alla Lega di Matteo Salvini, mentre alle 16.30 chiuderà il Movimento 5 Stelle. Al termine dei colloqui, giovedì sera, il Capo dello Stato potrebbe tenere un breve discorso. Oppure, più probabilmente, prendersi qualche ora di riflessione e parlare il giorno successivo.

Ancora braccio di ferro Di Maio-Salvini ma il dialogo prosegue

Continua il braccio di ferro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini: il capo politico del Movimento 5 Stelle rivendica per sé l'incarico a formare un governo, mettendo sul piatto i voti al M5S contro quelli della Lega, il segretario leghista gli risponde ricordando che il centrodestra è la prima coalizione.

Apparentemente nessuno si sposta dalle rispettive trincee almeno nelle dichiarazioni che precedono le consultazioni. Ma Di Maio aggiunge alla guerra di posizione l'annuncio che “convergenze sui temi ci sono, sia destra che a sinistra”. Come a dire, sono già avanti nella regia per la definizione di un possibile programma di governo.

Ieri mattina i capigruppo del Movimento 5 Stelle hanno incontrato gli omologhi di Forza Italia, Lega e Liberi e Uguali. Mentre hanno disertato i colloqui i rappresentanti di Fratelli d’Italia e Partito Democratico. E contro i Dem si è scagliato Luigi Di Maio: “Si sottraggono al confronto, stanno ancora portando avanti la linea di porsi come freno al cambiamento chiesto dai cittadini”.

Ma intanto l'accordo tra M5S e centrodestra ha tenuto anche sulle vicepresidenze: i due blocchi fanno incetta di questori e segretari. Segno di una trattativa che prosegue, e che appunto potrebbe vedere un punto di svolta nel faccia a faccia della prossima settimana tra due i leader.

E sul programma ieri sera è arrivata l'apertura di Danilo Toninelli sulla flat tax cara ai leghisti: “Io sono molto, molto, contento che Matteo Salvini abbia aperto sul reddito di cittadinanza e con lui Giorgetti: allo stesso modo noi potremmo dire loro che se la flat tax è costituzionale e include i poveri noi non chiudiamo mai”.



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