La sessione di bilancio ha preso il via ufficialmente ieri al Senato ma il dibattito su modifiche e potenziamento di alcune misure è già nel vivo. Partiti, sindacati e associazioni di categoria hanno già annunciato battaglia. Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan ostentano comunque sicurezza: la legge di Stabilità l'abbiamo fatta per gli italiani e non per i partiti, è la risposta che circola tra i corridoi di Palazzo Chigi e quelli di via XX Settembre. La minoranza dem ha già annunciato che presenterà una decina di emendamenti in grado di accendere lo scontro: in particolare, nel mirino l'innalzamento del tetto per l'uso dei contanti a tremila euro, i tagli alla sanità, le pensioni, l'abolizione dell'Imu sulla prima casa anche per i più “ricchi”. Il pacchetto di proposte, sul quale per il momento vige stretto riserbo, dovrebbe essere presentato la prossima settimana. Anche il Nuovo centrodestra spinge per ottenere cambiamenti nel testo della manovra. “Vogliamo più Sud e più famiglie nel passaggio parlamentare sulla legge di Stabilità”, annuncia Angelino Alfano che, in ogni caso, si dice contento dell'impianto complessivo del provvedimento. "Questa legge di Stabilità – ha rimarcato l'inquilino del Viminale - sembra scritta con la mano destra, come filosofia difficilmente c'è stata una finanziaria simile anche con i governi di centrodestra”. Parole, però, di senso opposto rispetto a quelle che il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato ha rivolto alla minoranza del suo partito: “La legge di Stabilità è giusta e di sinistra”. In questo solco interno alla sinistra prova ad inserirsi Sel che, a sua volta, annuncia per la prossima settimana la presentazione di una “proposta totalmente alternativa” a quella del governo che comunque, va dritto senza tentennamenti pur aprendo a qualche possibile miglioramento del testo. Il Sottosegretario all’economia Pierpaolo Baretta, ad esempio, è pronto “ad approfondire insieme al mondo delle professioni alcuni temi”, come “la possibilità di accedere ai Fondi europei”. Magda Zanoni, una delle due relatrici della legge di Stabilità ed indicata a Palazzo Madama come fedelissima di Renzi, ha lanciato segnali di distensione. “A mio parere esistono margini per concordare alcuni ritocchi – ha detto - Ma tutti capiscano che è necessario giungere a un numero contenuto di emendamenti e individuare obiettivi selezionati per migliorare il testo”. Questo anche per “evitare il voto di fiducia in Aula in Senato”. L'impressione è che ci sia qualche spiraglio su piccole modifiche ma che l'intenzione dell'esecutivo sia trasferire la “battaglia” sugli emendamenti alla Camera, dove la maggioranza può contare su numeri più ampi. Alla finestra anche i sindacati che però alzano il tono dello scontro. Nei ministeri sale la protesta contro il taglio al salario di produttività che, secondo Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa, produrrebbe “un danno economico strutturale di circa 80 milioni” ai lavoratori. L'unica certezza è rappresentata dalla possibilità di modificare il testo della manovra di finanza pubblica anche se il capogruppo del PD in Senato, Luigi Zanda, avrebbe dato l’ordine di scuderia di non presentare proposte di modifica senza prima essere passati al suo vaglio preventivo.
Intanto sono in corso importanti manovra tra le varie anime del centrismo. Le sigle di Nuovo centrodestra e Alleanza popolare sembrano destinate ad essere archiviate nel giro di poco tempo. Il sogno è sempre lo stesso: cercare di costruire un soggetto politico che assomigli alla vecchia Democrazia cristiana. Partito storico che – al suo scioglimento – ha dato vita a una diaspora di dirigenti, militanti e preferenze. Scelta Civica e i Moderati di Giacomo Portas hanno stretto un'intesa che al momento guarda soprattutto alle prossime amministrative e che si tradurrà in un patto “federativo” che porterà alla costituzione di liste comuni nelle principali città italiane, in alleanza con il Pd di Matteo Renzi. Un altro progetto in cantiere scommette sulla cancellazione di tutte le formazioni del vecchio centro tirando dentro anche i verdiniani, i quali per il momento studiano alla finestra i sommovimenti dell'area moderata. Per Ncd si sono mostrati favorevoli alla costituzione di un'aggregazione unica moderata esponenti come Fabrizio Cicchitto, Sergio Pizzolante, Federica Chiavaroli, Dorina Bianchi, Laura Bianconi e anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Esponenti provenienti dal Pdl che non avrebbero tentennamenti nel sostenere Renzi sul territorio.