Governo, oggi iniziano le consultazioni al Quirinale
Dopo settimane di attesa, oggi al Quirinale inizieranno le consultazioni per la formazione del prossimo esecutivo. Il Presidente Mattarella incontrerà alle 10.30 il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, un'ora dopo toccherà al presidente della Camera Roberto Fico e quindi, alle 12.30, a Giorgio Napolitano in qualità di presidente della Repubblica emerito.
Nel pomeriggio sarà la volta dei gruppi parlamentari. Si comincerà dai più piccoli: alle 16 toccherà al gruppo Per le Autonomie (Svp-Patt, Uv) del Senato con la senatrice Juliane Unterbergher (Svp), alle 16.45 al gruppo Misto del Senato guidato da Loredana De Petris (LeU), alle 17.30 al gruppo Misto della Camera rappresentato dall’esponente di LeU Federico Fornaro e infine, alle 18.30, toccherà a Fratelli d'Italia con i presidenti dei gruppi Fabio Rampelli e Stefano Bertacco e la leader Giorgia Meloni.
Domani sarà il big-day: alle 10 sarà il turno del Partito Democratico, alle 11 quello di Forza Italia, alle 12 toccherà alla Lega e infine, alle 16.30 chiuderà il Movimento 5 Stelle. Al termine dei colloqui il Capo dello Stato potrebbe tenere un breve discorso, oppure, più probabilmente, prendersi qualche ora di riflessione e parlare il giorno successivo.
Dopo settimane di schermaglie e a un mese esatto dal voto del 4 marzo, le varie forze politiche dovranno necessariamente scoprire le proprie carte davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il primo giro di consultazioni, probabilmente, non porterà a nessun risultato concreto: Il Capo dello Stato chiederà proposte e indicazioni programmatiche per dare al Paese un governo ma è impensabile sperare in soluzioni lampo come avvenne con il governo guidato da Romano Prodi nel 2006 o con quello di Mario Monti nel 2011. Nel caso attuale si rischia quanto accadde nel 2013 quando tra l'insediamento di Camera e Senato e la nascita del governo di Enrico Letta, con in mezzo il tentativo a vuoto di Pier Luigi Bersani, passarono la bellezza di 44 giorni.
Esecutivo: Di Maio parla con Pd e Lega ma non con Berlusconi
“Noi parliamo sia con il Partito Democratico sia con la Lega. L'obiettivo è fare un governo di cambiamento”. Al termine dell'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle con Luigi Di Maio si tirano le fila sulla linea da seguire a poche ore dalle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo esecutivo.
Al momento sembra che il Movimento guardi al Pd, o almeno a quella parte del partito non renziana che spinge per l’apertura di un dialogo costruttivo, un’ipotesi che comunque non sembra fare breccia. Il segretario reggente Maurizo Martina ha più volte ribadito il no categorico a ogni ipotesi di sostegno a un esecutivo penta stellato: il ruolo del Pd è di stare responsabilmente all’opposizione così come è chiaramente emerso dopo il voto del 4 marzo.
La posizione sembra estremamente difficile da scardinare e il gruppo dei Pugliesi guidato da Michele Emiliano e Francesco Boccia più qualche membro della minoranza non basterà per stravolgere una decisione presa dalla Direzione nazionale a grandissima maggioranza.
Sul fronte del dialogo con la Lega la trattativa è più consolidata. Sebbene ancora non via sia un accordo sulla premiership, è chiaro l’assoluto no di Luigi Di Maio a ogni ipotesi di alleanza con Silvio Berlusconi. Per il leader politico del Movimento 5 Stelle tutto dipenderà da Matteo Salvini e dalla sua capacità di dare il ben servito a Forza Italia, una possibilità che però indebolirebbe non poco la capacità contrattuale del leader del Carroccio e che avrebbe effetti negativi per tutti i partiti del centrodestra nel caso si andasse a elezioni anticipate.
Per il momento la linea del Movimento 5 Stelle e della Lega è attendista nella consapevolezza che il primo giro di consultazioni sarà un nulla di fatto, un’ipotesi sempre più concreta visto che persino l’incontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini è stato rinviato alla prossima settimana in vista del secondo giro di consultazione del Presidente della Repubblica.
Il M5S punta al taglio dei vitalizi e alla lotta agli sprechi in Parlamento
Taglio dei vitalizi e lotta agli sprechi, mettendo a frutto le nomine nei posti chiave delle Presidenze di Camera e Senato: sono queste le parole d'ordine del Movimento 5 Stelle, che si prepara alla prima, vera battaglia della legislatura.
La questione è importantissima per i pentastellati e per il loro elettorato, e ha un forte valore politico. La decisione di avviare la fase 1 del programma proprio nella settimana in cui si apre la partita delle trattative per la formazione del governo, nelle intenzioni grilline dovrebbe avere una doppia valenza: guadagnare ulteriore credibilità agli occhi dei cittadini e fungere da “digestivo” per possibili accordi con altre formazioni politiche come la Lega.
Roberto Fico è al lavoro e sembra certo che nel prossimo Ufficio di Presidenza della Camera proporrà l’abolizione dei vitalizi agli ex parlamentari. D’altronde il Movimento 5 Stelle, in entrambi i rami del parlamento, può contare su di una posizione di forza numerica e politica, che però non ha ancora i numeri per supportare una decisione così drastica. Sarà quindi necessario un accordo politico e potrebbe essere una carta da giocare in vista di un’intesa per dare vita al prossimo esecutivo.