Salvini e Di Maio frenano su attriti interni

Luigi Di Maio in conferenza stampa a illustrare il decreto dignità, Matteo Salvini assente: in mezzo, il premier Giuseppe Conte affiancato dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. La scatto della prima conferenza stampa del governo targato Lega e Movimento 5 Stelle fotografa al meglio i delicati equilibri interni all'esecutivo, con il M5S che si riprende la scena con un decreto che strizza l'occhio alla sinistra e piace poco agli imprenditori del Nord che compongono il bacino elettorale leghista.

Eppure sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini frenano su qualsiasi accenno di tensione: “Su questi temi ci siamo ritrovati subito”, assicura il vice premier M5S; “I dubbi” sul decreto sono “superati”, gli fa eco Giancarlo Giorgetti; “Puniamo imprenditori furbetti e multinazionali straniere” ha dichiarato il leader del Carroccio dal senese. Eppure, nelle ore successive al varo del decreto dignità, tra i leghisti serpeggia qualche malumore.

E c’è già chi pensa a un rilancio su temi più cari al Carroccio. Innanzitutto, nel corso dell'iter parlamentare, la Lega punterà sul reinserimento dei voucher in settori ad hoc, come quello agricolo. Prima dell'estate, Salvini punta a portare in Parlamento uno dei provvedimenti simbolo della sua campagna elettorale come la legge sulla legittima difesa. Gli alleati di Salvini, nel frattempo, si sono smarcati dal dl dignità: “Una ricetta che sembra quella della Pci anni '80”, ha attaccato Giorgia Meloni. Critica anche Forza Italia che bolla il provvedimento come una misura di puro assistenzialismo.

Tria alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato: nessuna manovra bis; flat tax a tappe

Niente manovra correttiva sui conti del 2018 ma nemmeno misure che possano peggiorare i saldi di bilancio. L'attuazione del Contratto di governo, dalla flat tax al reddito di cittadinanza, è necessaria per rilanciare l'economia, ma andrà fatta con “l'ovvio pensiero sano di chi dice che non si possono far saltare i conti”. Il calo delle tasse, allora, non potrà che essere scaglionato: la flat tax, insomma, arriverà con un processo a tappe, con un “cronoprogramma per l'applicazione progressiva” coerente con la riduzione della spesa pubblica.

L'impegno è quello di cominciare l'alleggerimento dalle Pmi e dalle classi medio-basse. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria ieri pomeriggio ha illustrato in Parlamento le linee programmatiche del suo Ministero. Usa il tono pacato della prudenza sui conti, anche se non ha nascosto di aver avviato con l'Ue un confronto per avere più spazi di manovra ma senza far saltare il banco. Già più di qualcuno dall'opposizione fa balenare però l'idea che la flat tax rimarrà sulla carta.

A loro ha risposto il premier Giuseppe Conte: “Non è il Ministro dell'economia che ha premura per i conti in ordine. Io per primo e tutti i Ministri abbiamo questa premura, ci mancherebbe”. Nel frattempo Giovanni Tria ha spiegato la sua filosofia: la discontinuità sarà nelle scelte non nei conti. Anche se non nasconde che il contesto non è facile: “ci sono rischi di una moderata revisione al ribasso per la previsione di crescita del 2018”.

Certo il governo punta a chiedere nuova flessibilità a Bruxelles. Anche perché, ha spiegato Tria, le previsioni lasciate dal Governo uscente per il 2019 “implicano un aggiustamento troppo drastico”. Tradotto: la manovra di bilancio per il 2019, quella che deve bloccare gli aumenti Iva, non sarà facile da realizzare e potrebbe essere troppo onerosa. E certo “gli obiettivi di medio termine dovranno slittare” dice con un riferimento al pareggio di bilancio: ecco allora che il Governo gioca d'anticipo.

Saranno istituite tre task force, una in materia di Welfare, una di fisco e una in materia di investimenti pubblici. Le tre priorità sono “l'inclusione sociale e le politiche attive per il lavoro con particolare enfasi su lotta alla povertà e reinserimento nel mondo del lavoro”. Poi la “riforma delle imposte dirette con l'obiettivo prioritario di ridurre gradualmente il carico sui redditi bassi e medi e sulla piccola impresa”. Infine va previsto il rilancio degli investimenti pubblici non solo con maggiori risorse ma anche rimuovendo ostacoli burocratici.

In Aula al Senato arriva il decreto sugli ammortizzatori sociali

Dopo che nella giornata di ieri è stato approvato definitivamente il decreto legge, già approvato dalla Camera, per l'ulteriore finanziamento degli ammortizzatori sociali, l’aula di palazzo Madama tornerà a riunirsi alle 17 per le Comunicazioni del Presidente sul calendario dei lavori. Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sullo schema di decreto legislativo sul codice del Terzo settore; la Giustizia sugli schemi di decreti legislativi relativi alla riforma dell'ordinamento penitenziario, alla disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni e alla giustizia riparativa. Le Commissioni Bilancio si confronterà sullo schema di decreto legislativo sul completamento della riforma della struttura del bilancio dello Stato.

La Commissione Finanze esaminerà la proposta di indagine conoscitiva sul processo di semplificazione del sistema tributario e del rapporto tra contribuenti e fisco. L’Istruzione esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2018. La Lavoro si confronterà sulla proposta di indagine conoscitiva sul funzionamento dei servizi pubblici per l'impiego in Italia e all'estero, su quella relativa al salario minimo orario e su quella sugli effetti occupazionali delle crisi aziendali. Infine la Commissione Ambiente alle 14 ascolterà il Ministro dell'ambiente Sergio Costa sulle linee programmatiche del suo Dicastero.

Proseguono i lavori alla Camera

L’Assemblea di Montecitorio si riunirà alle 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La Commissione Affari Costituzionali esaminerà la proposta di legge per l’istituzione della Commissione Antimafia; la Giustizia si confronterà sul decreto relativo agli interventi di edilizia giudiziaria per il Tribunale e la Procura di Bari, e sugli schemi di decreti legislativi relativi alla riforma dell'ordinamento penitenziario, alla disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni e alla giustizia riparativa.

Alle 12 la Finanze ascolterà il Direttore dell'Agenzia del demanio Roberto Reggi sulle tematiche di sua competenza; alle 15 audirà il Direttore dell'Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini sull'operatività dell'Ente e in sede riunita con la Giustizia esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo agli abusi di mercato. La Commissione Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2018; la Ambiente esaminerà la proposta di legge per l’Istituzione della Commissione rifiuti e il decreto terremoto. La Affari Sociali svolgerà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo sul codice del Terzo settore.



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