Proseguono i lavori di Camera e Senato

Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. Per quanto riguarda le Commissioni, la Finanze si confronterà sul decreto per la proroga del termine per la fatturazione elettronica. La Commissione Territorio alle 14 ascolterà il Ministro dell'ambiente Sergio Costa sulle linee programmatiche del suo Dicastero.

Anche l’Assemblea della Camera oggi non si riunirà. La Commissione Giustizia si confronterà sul decreto relativo agli interventi di edilizia giudiziaria per il Tribunale e la Procura di Bari, e sugli schemi di decreti legislativi relativi alla riforma dell'ordinamento penitenziario, alla disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni e alla giustizia riparativa.

La Commissione Ambiente esaminerà la proposta di legge per l’Istituzione della Commissione rifiuti e il decreto terremoto: esaminerà e svolgerà diverse audizioni, tra cui quella del Capo del Dipartimento della Protezione Civile dott. Angelo Borrelli, sul decreto terremoto approvato dal Senato la settimana scorsa. Infine alle 12.30 le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato ascolteranno il Ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio sulle linee programmatiche del suo Dicastero.

Il Movimento 5 Stelle punta tutto su decreto dignità

Ripartire dal decreto dignità. È questo l'ordine di scuderia del M5S dopo un inizio stentato al governo con la Lega. Il Movimento è finito quasi subito in debito di ossigeno rispetto all'alleato, trascinato in alto nei sondaggi dalla capacità mediatica del suo leader Matteo Salvini, che per buona parte di questo primo mese ha recitato la parte del leone rispetto a Luigi Di Maio e allo stesso premier Giuseppe Conte.

Per lunghe settimane il rapporto di forza alle politiche (32% conquistato dai grillini contro 17% del Carroccio) sembrava invertito: sulle prime pagine ha campeggiato quasi esclusivamente il braccio di ferro tra il Ministro dell'interno e i leader europei sull'immigrazione, relegando i gialli a un ruolo marginale. Troppo poco per conquistare consensi la battaglia per i diritti dei riders o quella dei vitalizi.

L'impatto avuto dal decreto dignità finora è buono, rivelano i sondaggi interni. Restano però le incognite sul percorso parlamentare che ora dovrà affrontare, perché lo stesso Salvini, che pure ha speso parole d'elogio per il lavoro portato a termine dall'altro vicepremier, ha comunque detto senza troppi giri di parole che il testo andrà “rinforzato”. La preoccupazione dei Cinque Stelle è che alla fine e, tra Commissioni e aule di Camera e Senato, il provvedimento potrebbe risultare profondamente cambiato.

Non ancora sciolto il nodo Copasir e Vigilanza Rai

Un altro banco di prova sulla tenuta della maggioranza sarà la prossima tornata di nomine, a partire da quelle nelle Commissioni di garanzia, che per regola spettano alle opposizioni, ma su cui sia Lega che M5s stanno interferendo, seppur indirettamente. I loro voti sono determinanti per la scelta dei presidenti di Copasir e Vigilanza Rai, e la forza dei numeri si è tradotta in un gioco di veti incrociati.

Per essere chiari, il Carroccio non ha digerito che alla guida del Comitato per la sicurezza della Repubblica finisse un esponente del Partito Democratico come Lorenzo Guerini vicino all'ex premier Matteo Renzi, mentre i pentastellati hanno provato fino all'ultimo a evitare che fosse Maurizio Gasparri di Forza Italia a dirigere la Commissione che si occupa della televisione di Stato. Alla fine, però, sembra che a prevalere sarà il buonsenso e gli accordi stretti tra le varie forze di opposizione saranno rispettati.

Salvini: la sentenza contro la Lega è un attacco alla democrazia

Martedì una sentenza della Cassazione aveva dato il via libera ai pm di Genova peri sequestrare i fondi alla Lega, ovunque si trovino fino ad arrivare a 48 milioni 969mila euro, somma che per il tribunale ligure era stata accumulata grazie a una truffa ai danni dello Stato sui rimborsi ai partiti per i contributi elettorali e per cui il 24 settembre 2017 aveva condannato Umberto Bossi, il tesoriere Francesco Belsito e altri tre imputati e di cui aveva ordinato la confisca.

La sentenza ha scatenato un braccio di ferro tra la Lega e la magistratura: il Carroccio a muso duro etichetta la sentenza della Cassazione secondo cui vanno immobilizzati fondi del partito per 49milioni di euro come “un attacco alla democrazia”, dichiarazioni immediatamente bollate come inaccettabili da diversi esponenti del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).

Il partito guidato da Matteo Salvini non si sposta di un millimetro: “Solo in Turchia, nei tempi moderni, un partito democratico e votato da milioni di persone è stato messo fuorilegge attraverso la magistratura”, dice Salvini. Il segretario della Lega intende rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendogli un incontro al suo ritorno dal viaggio nei paesi Baltici. Il motivo, spiegano a via Bellerio, è semplice: la sentenza è un modo per mettere “fuori gioco il primo partito italiano” ed è proprio su questo tema che si vuole sensibilizzare il capo dello Stato.

Dal Quirinale, al momento, non trapelano commenti sulla richiesta da parte del Carroccio. Fonti parlamentari rilevano che mai il capo dello Stato è intervenuto sulle decisioni dei magistrati; per il Pd la richiesta della Lega è un atto “di una gravità inaudita”. E le distanze dalla Lega le prende anche il leader del M5S Luigi Di Maio che, in merito alla sentenza della Cassazione sui fondi del Carroccio, si smarca dalla reazione dell'alleato: “Nessun imbarazzo, è una sentenza che riguarda la Lega di Bossi e non di Salvini. Ma è una sentenza e va rispettata”.

Pd, Martina convince renziani: sarà segretario

Il Partito Democratico sabato prossimo avrà un nuovo segretario: Maurizio Martina. Alla vigilia dell'Assemblea nazionale, la maggioranza del Pd scioglie le riserve sull'attuale reggente e gli consegnerà le chiavi del Nazareno. È servita una lunga riunione alla Camera per stabilire una linea quasi unitaria da portare all'appuntamento del prossimo 7 luglio, almeno sui nomi: sull'altro grande tema, il Congresso, le idee non sono ancora chiare.

Per il momento c'è un programma che dovrebbe portare a un percorso straordinario. L'idea è quella di costruire un progetto di partito, che preveda idee nuove anche rispetto al recente passato, dove il recupero del consenso sul territorio venga prima dei candidati. Già entro fine luglio potrebbe essere prodotto un primo documento per la discussione aperta, mentre dovrebbe vedere la luce una commissione su base nazionale dedicata alle modifiche dello Statuto. Una volta avviato il nuovo ciclo, a ottobre dovrebbe essere organizzato un forum nazionale aperto ai circoli, agli amministratori locali, alle varie anime disperse del centrosinistra, oltre che alle associazioni e alla società civile.

Una data precisa ancora non c'è, ma il calendario quasi sicuramente terrà conto del fatto che il 19, 20 e 21 a Firenze ci sarà l'edizione 2018 della Leopolda. Si tratta di un progetto a lungo termine, che prevede anche la convocazione di congressi territoriali, provinciali e regionali, ma anche o ambizioso, perché i rapporti di forza all'interno dell'Assemblea nazionale non saranno toccati di una virgola dall'elezione di Martina come segretario. La maggioranza resta sempre a trazione renziana e il nodo più difficile non è stato ancora sciolto.

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