cronaca-abruzzo sisma-pietro-grasso-a-l-aquilaL'Aula di Montecitorio inizierà ad esaminare i duecento emendamenti e gli ordini del giorno relativi al ddl di conversione del dl “Destinazione Italia”. Ieri si è infatti conclusa la discussione generale sul provvedimento. Il voto finale sul decreto-legge è previsto per la mattinata di martedì prossimo; almeno per il momento sembra tramontata l'ipotesi relativa all'apposizione di una nuova questione di fiducia da parte del Governo. Strategia idonea a non creare malumore tra i banchi di una Camera sempre più limitata nelle proprie prerogative, nonostante la consistenza numerica della maggioranza. La regolamentazione del mercato energetico ha innescato una polemica tra i deputati del MoVimento 5 stelle ed i colleghi del Pd. Secondo i parlamentari dei 5 Stelle, esisterebbe un emendamento del centrosinistra in grado di cancellare l'Acquirente Unico e privatizzare il Gestore dei mercati energetici. Parole rimandate al mittente dal Pd che ha definito “inesistenti” le norme contestate dai pentastellati. L'iter per l'approvazione del “Destinazione Italia” ha finito per influenzare anche i lavori del Consiglio dei Ministri di ieri. L'Esecutivo ha cercato di rimediare alla soppressione delle norme relative alla “rc auto”: il Consiglio ha infatti approvato un disegno di legge che promette di garantire sconti sino al 23 per cento. Il testo non potrà ovviamente godere della “corsia preferenziale” riservata ai decreti-legge e non è detto che le Camere siano disponibili ad approvarlo in tempi celeri. Anzi, la probabile navetta tra Camera e Senato è in grado di mortificare l'iniziativa di Palazzo Chigi.

A mettere in subbuglio la maggioranza è il confronto interno al Pd. Matteo Renzi ed Enrico Letta devono infatti chiarire le rispettive strategie, e dovranno farlo entro il 20 febbraio. Questa la data scelta dal segretario per convocare una direzione del partito in cui si dovrà decidere se promuovere o bocciare l'attuale inquilino di Palazzo Chigi. “Le nostre risposte sono nell'attività di governo, per noi il passaggio chiave resta quello della prossima settimana e della approvazione della legge elettorale, dopodiché parleremo con il Pd senza nessuna preclusione e sarebbe strano se non fosse così”, ha spiegato il Premier intervenendo di fronte ai componenti della direzione nazionale del Pd. Parole durissime nei suoi confronti sono arrivate anche da Gianni Cuperlo; l'esponente dell'area proveniente dagli ex-Ds lo ha accusato di “galleggiare” senza avere un disegno mentre sarebbe meglio “aggredire di petto il cambiamento”. Un attacco concentrico a Letta che risponde snocciolando i dati dell'attività di Governo; dalle recenti misure in favore della ricerca e lo sviluppo ai timidi segnali di ripresa. Ora si dovrà capire cosa intendano fare i parlamentari vicini a Matteo Renzi, ancora incerti sulla strada da percorrere: spingere per un Letta-bis oppure – ipotesi smentita su più fronti – pretendere un avvicendamento tra il presidente del Consiglio ed il sindaco di Firenze. Progetto che – riferiscono fonti parlamentari – non incontrerebbe il favore del Quirinale, più propenso a favorire una stabilità di Governo, in grado di assicurare che sia compiuto il cammino verso le riforme istituzionali. Dopotutto, questa è sempre stata la strategia di Giorgio Napolitano, poco disponibile ad esser “fatto prigioniero” dei giochi tra le correnti di partito.

Sullo sfondo restano le grandi manovre portate avanti da Forza Italia, decisa a condurre un assalto frontale nei confronti del presidente del Senato, Pietro Grasso. L'ex magistrato antimafia è stato sfidato apertamente dai senatori azzurri, che lo ritengono colpevole di una scelta in grado di minare i rapporti tra maggioranza ed opposizione. Non era mai successo infatti che la seconda carica dello Stato decidesse di far costituire il Senato parte civile in un procedimento penale contro un imputato, senatore all'epoca dei fatti. Nelle prossime ore però Forza Italia potrebbe scuotere lo scenario politico annunciando un suo ritorno in maggioranza, se a guidare il Governo dovesse essere Matteo Renzi. Berlusconi avrebbe già iniziato a sondare il terreno; i suoi fedelissimi sarebbero d'accordo mentre non si può dire lo stesso per gli uomini vicini a Raffaele Fitto.



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