Il Governo Conte incassa la fiducia alla Camera
Il Governo del cambiamento è partito. “Da oggi - twitta il premier Giuseppe Conte - pronti a lavorare per migliorare la qualità della vita degli italiani”. Con 350 voti favorevoli l'esecutivo targato Movimento 5 Stelle e Lega incassa la fiducia della Camera, dopo aver conquistato martedì quella del Senato con 171 voti favorevoli.
Oltre ai pentastellati e ai leghisti, si sono pronunciati a favore anche Catello Vitiello (Misto ed ex M5S), Mario Borghese e Antonio Tasso (Maie), Salvatore Caiata (Misto ed ex M5S), Andrea Cecconi e Silvia Benedetti (entrambi ex M5S espulsi per il caso rimborsi) e Vittorio Sgarbi (FI) in dissenso dal proprio gruppo. In tutto sette voti in più rispetto al totale dei parlamentari del Movimento e della Lega. Non erano infatti presenti due deputati M5S, Iolanda Nanni e Paola Carinelli (in missione), che avrebbero portato la maggioranza a 352. Alla fine i voti contrari sono stati 236 (Partito Democratico, Liberi e Uguali e Forza Italia) e 35 gli astenuti, fra cui Fratelli d’Italia, Eugenio Sangregorio di Noi con l'Italia e due parlamentari delle minoranze linguistiche.
A Montecitorio il governo leghista-grillino ha ottenuto una fiducia ridotta rispetto ai suoi predecessori: Mario Monti prese 556 voti alla Camera; la formazione guidata da Enrico Letta incassò a Montecitorio, dove aveva un'ampia maggioranza bipartisan, 453 sì; l’esecutivo di Matteo Renzi passò per 378 voti alla Camera e successivamente Paolo Gentiloni, in carica dal 12 dicembre 2016 al primo giugno 2018, ottenne la fiducia alla Camera con 368 voti favorevoli e 105 contrari. In passato, il primo governo Berlusconi, dall'11 maggio 1994 al 17 gennaio 1995, ottenne la fiducia alla Camera con 366 voti favorevoli.
Tensione nel dibattito alla Camera
Nel suo discorso programmatico al Senato il premier Giuseppe Conte non aveva parlato di Sud, Scuola, e Infrastrutture. Alla Camera recupera gli argomenti che erano stati tralasciati. Sul tema più delicato, quello su cui vigila il presidente della Repubblica (l'Europa e il debito pubblico), il Presidente del Consiglio ha ribadito la sua volontà di “negoziare sul fronte della discesa progressiva del debito”. “Bisognerà vedere come arrivarci”, precisa.
Il premier ha parlato poi di un “vasto programma d’investimenti pubblici infrastrutturali che potrebbe essere attuato e finanziato in deficit senza creare un problema di sostenibilità dei debiti pubblici”. Ma a caratterizzare il discorso dell'Avvocato degli italiani è soprattutto la replica, iniziata con un ringraziamento al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e contestata in diversi punti dall'opposizione.
Durissimo poi l'intervento di Graziano Delrio. “Tutti i grandi dittatori agiscono in nome del popolo. E' l'istituzione che difende il popolo, è la Costituzione che difende il popolo. È il rispetto della divisione dei poteri che difende il popolo. Non sono le persone”, dice il capogruppo del Partito Democratico, criticando la definizione stessa di Avvocato del Popolo di Conte. "Presidente Conte - rincara -, abbia l'umiltà di studiare: non venga qui a fare lezioni. Non è qui per concederci il privilegio di vederla osservare la Costituzione. E se vuole rispettare davvero la Costituzione, prenda quel programma che ha sul tavolo e lo riscriva. Lei è espressione di un governo che nasce sull'inganno. Il nostro augurio è che non faccia il pupazzo dei partiti".
Tocca poi all'altra ala dell'opposizione e Mariastella Gelmini parla a nome dei deputati di Forza Italia: “Ci saremmo aspettati parole di chiarezza in materia di politiche industriali, d’infrastrutture, di Mezzogiorno. Avremmo voluto sentire una parola sull'Ilva. Abbiamo invece sentito promesse costose senza attenzioni alle coperture e questo ci desta preoccupazione”. “Non vorremmo che la vostra più che la strada del cambiamento fosse la strada del dissesto dei conti pubblici e che nascondesse magari una bella patrimoniale per gli italiani, per pagare i vostri bonus”.
Incassata la fiducia inizia la XVIII legislatura
Con la conquistata fiducia da parte del governo Conte, possiamo dire che a quasi 100 giorni dal voto del 4 marzo la XVIII legislatura è finalmente iniziata. Nei prossimi 10 giorni, le aule di palazzo Madama e Montecitorio approveranno le risoluzioni sul DEF (11-15 giugno), i Gruppi parlamentari comunicheranno i componenti delle Commissioni permanenti (11-17 giugno), saranno nominati i sottosegretari e viceministri (11-17 giugno) e infine saranno eletti gli Uffici di Presidenza delle commissioni (18-24 giugno).
Parallelamente, domenica si terranno le elezioni amministrative. Sono chiamati al voto 7 milioni di elettori per il rinnovo di 772 amministrazioni locali (i Comuni sopra ai 15.000 abitanti sono 110) fra cui Brescia, Ancona, Brindisi, Trapani, Catania, Messina, Pisa, Siena, Vicenza e Treviso.
Ma vi saranno anche diversi appuntamenti internazionali: questo fine settimana ci sarà il G7 in Canada e a seguire il Consiglio europeo (27-28 giugno) e il Summit Nato a Bruxelles (11-12 luglio). Appuntamento quest’ultimo in cui si parlerà anche delle sanzioni alla Russia, punto estremamente delicato sul quale il Premier Giuseppe Conte si è espresso destando non poche tensioni e polemiche in Parlamento.
Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato
Oggi le Commissioni Speciali per l'esame di Atti del Governo di Camera e Senato svolgeranno diverse audizioni, fra cui quella dei rappresentanti dell'AIIP-Associazione italiana Internet Provider, di ASSOPROVIDER, dell'Associazione Privacy Italia, dell'Osservatorio 679, dell'Associazione italiana editori, dell'Associazione nazionale presidi, del Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro e del Garante europeo della protezione dei dati nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo sul trattamento dei dati personali.