Deve essere subito archiviata la tregua sulle riforme della Costituzione. Il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, ritiene che il disegno di legge presentato dal Governo non possa essere assunto come testo base per dare il via all'istruttoria legislativa in commissione Affari costituzionali. “Il mio ordine del giorno – ha spiegato Calderoli - rende nullo il testo base. Questa è la mia interpretazione e lo dice il Regolamento, ma è bene che si stabilisca una volta per tutte se quell'articolo del regolamento si applichi o meno anche in Commissione”. La matassa sarà sbrogliata martedì prossimo dalla giunta per il Regolamento convocata dal presidente Pietro Grasso. Convocazione prima chiesta da Forza Italia che si è poi defilata con il passare delle ore. Una scelta in grado di confermare un nuovo atteggiamento degli azzurri, partito che sarebbe pronto a correre in soccorso del ddl licenziato da Palazzo Chigi. Ad essere determinanti saranno nuovamente i “dissidenti” del Partito democratico. Ieri gli esponenti della minoranza del Pd si sono infatti confrontati a distanza con il loro segretario. Vannino Chiti, autore di un ddl in contrasto con quello di marca renziana, ha chiarito che se il presidente del Consiglio dovesse venire meno agli accordi raggiunti ci sarà un confronto libero dalle dinamiche di partito. Sulla vicenda interviene anche Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti col Parlamento: “Calderoli sbaglia, ma abbiamo rispetto della Giunta per il regolamento e vedremo quello che decideranno”, dichiara a margine della seduta della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama dedicata all'audizione degli esperti sulle riforme. Sulla stessa lunghezza d'onda la presidente della Commissione Anna Finocchiaro (Pd), che in merito alla mossa di Calderoli afferma: “La cosa non mi sconvolge, è nella fisiologia”. Secondo la senatrice siciliana la Giunta non censurerà la condotta tenuta dalla sua Commissione. Per Calderoli invece: “Siamo di fronte ad una continua violazione della Costituzione. Per fortuna non siedono nella giunta per il Regolamento né Renzi né Berlusconi. Sarà il Senato a decidere cosa fare senza vincoli di mandato”. Sempre sul Senato piovono le dure parole di Matteo Renzi sui tecnici della commissione Bilancio: “I tecnici hanno detto il falso sulle coperture del decreto-legge con cui garantiremo 80 euro ai lavoratori”. Parole gravi che rischiano di avere uno strascico durante la giornata odierna. Gli uffici di Palazzo Madama avevano messo nero su bianco che le coperture individuate dall'Esecutivo per finanziare il taglio dell'Irpef sono insufficienti e non idonee a rendere strutturale la misura.

Il presidente del Consiglio si recherà a Milano martedì per verificare di persona lo stato di avanzamento dei lavori per l'Expo; gli arresti di ieri rappresentano infatti un incidente in grado di rallentare pericolosamente la costruzione delle opere destinate ad essere vetrina internazionale del Made in Italy. Per l'ex sindaco di Firenze ora dovrà essere la magistratura a chiarire le responsabilità: “La politica non metta becco, i politici facciano il loro lavoro e non commentino quello della magistratura anche perché l'immagine del Paese non è quella che viene da un'indagine giudiziaria”. “C'è un'Italia più forte delle nostre paure”, ha rimarcato Renzi, che martedì sarà accompagnato in Lombardia dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina. Intanto da ambienti governativi sono filtrati gli argomenti del prossimo consiglio dei Ministri. Il Governo avrebbe allo studio un decreto-legge in materia ambientale, dato confermato dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. Il provvedimento stabilisce che il fondo rotativo “Kyoto” per la riduzione delle emissioni di gas serra - gestito dalla cassa Depositi e Prestiti - potrà essere utilizzato per finanziare interventi urgenti per l'efficientamento energetico delle scuole pubbliche. Il provvedimento allo studio di Palazzo Chigi stabilisce che i commissari straordinari delegati per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico vengano sostituiti dai presidenti delle Regioni. Una misura finalizzata al risparmio e allo snellimento delle procedure. In arrivo novità anche sul fronte del diritto penale. Disperdere idrocarburi in mare è già considerato reato penale, l'esecutivo vorrebbe estendere la responsabilità penale anche al committente del trasporto, responsabilità che oggi oggi ricade solo sull'armatore riconosciuto responsabile di condotte in contrasto con la tutela ambientale.

Durante il prossimo consiglio dei Ministri sarà discusso anche un disegno di legge sull'Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie. Articolato che avrà il compito di rendere più efficace ed efficiente il lavoro di un organo che incontra ancora tantissime difficoltà.



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