Il Senato si confronterà con l'esame di alcune proposte di legge in materia di diffamazione semplice e a mezzo stampa. Punto all'ordine del giorno seguito dalla discussione di interpellanze e interrogazioni; due di queste riguardano la coltivazione di mais geneticamente modificato e la tutela del “Made in Italy”. La commissione Affari costituzionali continuerà l'analisi del disegno di legge governativo sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione. La commissione Finanze inizierà a lavorare sulla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Atto che continuerà ad essere al centro dei lavori della commissione Industria. Anche la commissione Sanità esaminerà, per le parti di competenza, la nota di aggiornamento del Def e, nel pomeriggio, ascolterà i rappresentanti dell'Agenzia italiana del farmaco nell'ambito della discussione delle proposte di legge in tema di riutilizzo dei farmaci non scaduti.

La seduta della Camera riprenderà alle 10 con la votazione finale sul disegno di legge di conversione del decreto-legge per il contrasto della violenza all'interno degli stadi, testo che contiene anche alcune norme per il rifinanziamento della missione della Marina militare “Mare nostrum”. Provvedimento molto contestato dal Movimento 5 stelle, da Sel e dalla Lega Nord, tanto che i lavori di ieri sono stati contrassegnati da un forte ostruzionismo. L’ordine del giorno prevede poi la discussione delle proposte di legge delega per la riforma del Codice della strada. I capigruppo potrebbero decidere di cambiare in corsa l'ordine dei lavori accantonando il dibattito sulle proposte di legge in tema di contrasto al conflitto di interessi. Il testo potrebbe essere rinviato in commissione per apportare delle correzioni nate da un “accordo” tra Partito democratico e Forza Italia. La commissione Finanze porterà avanti l'istruttoria delle proposte di legge per favorire il rientro dei capitali detenuti all'estero, provvedimenti che stanno causando profonde divisioni tra le forze politiche tanto che sono in tanti a paventare l'ennesimo stallo in una discussione avviata ormai diversi mesi fa. Nel pomeriggio la commissione Ambiente inizierà a votare sulle centinaia di emendamenti presentati al ddl di conversione del decreto-legge “Sblocca Italia”, i lavori si dovrebbero concludere entro la seduta di lunedì anche se la Commissione ha chiesto alla Presidenza della Camera di far slittare l’inizio dell’esame in Aula dal 14 al 20 ottobre. La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza sarà al centro dei lavori della commissione Attività produttive. Il testo unificato contenente “Disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico” continuerà il proprio iter in commissione Affari sociali insieme alla “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”.

Il presidente del Consiglio sembra essere riuscito ad imprimere un cambio di passo nell'Unione europea. Il semestre di presidenza italiana potrebbe concludersi con una seria di concessioni rivolte ai Paesi interessati agli investimenti per favorire la ripresa e la crescita. A Milano, i leader convocati per la Conferenza di alto livello sull'occupazione in Europa, dovevano affrontare il tema del flagello disoccupazione, dando seguito a quelle due riunioni, prima a Berlino poi a Parigi, dell'anno scorso sul tema. Ma l'attenzione, come è ovvio, era tutta su un altro tema, quello della flessibilità nei conti pubblici. “Senza crescita non c'è lavoro”, ha ribadito più volte il Partito democratico. Serve un'Europa che non faccia solo le “pulci” e i “controlli”. Un atteggiamento che rischia di “fare un regalo all'antipolitica”, ha ammonito ancora una volta il premier italiano. Senza nascondere che a lui quei vincoli, a cominciare dal 3 per cento, non piacciono proprio. Sono “antichi”, appartengono ad un altro mondo, “a quando non c'era neanche internet”, assicurando comunque che Roma li rispetterà. Anche se al millimetro: nella legge di Stabilità l'asticella per il 2015 verrà fissata al 2,9 per cento. Intanto, entro il 15 ottobre dovrà essere presentata da Palazzo Chigi la legge di stabilità. I tagli – secondo alcune indiscrezioni – arriveranno a 24 miliardi. I più colpiti saranno i Ministeri.



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