Quest’oggi l’Assemblea del Senato e le Commissioni non si riuniranno. I lavori dell’Aula riprenderanno ufficialmente, dopo la lunga pausa estiva, a partire da martedì 13 settembre alle 16.30 con il confronto sul ddl editoria. A seguire verranno esaminati il ddl per le modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario, il ddl sul cinema, l'audiovisivo e lo spettacolo, il più che atteso ddl concorrenza- che comunque dopo l’approvazione in Senato dovrà fare un ultimo passaggio a Montecitorio - e diversi altri provvedimenti come quello sul lavoro autonomo, sull'istituzione della Commissione d'inchiesta sugli appalti pubblici, sul documento per l’istituzione di una Commissione d'inchiesta suglieventi sismici in Abruzzo, sulle disposizioni in materia di cittadinanza, sul ddl relativo al delitto di tortura e quello su parchi e aree protette.

Passando all’altro ramo del Parlamento, anche l’Assemblea della Camera e le relative Commissioni oggi non si riuniranno. Tutto è rimandato a lunedì 12 settembre alle 15 con la ripresa dei lavori sulrendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015 e sull' assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016. Successivamente verranno trattate le relazioni sulla regione Veneto e sulla Sicilia predisposte dallaCommissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, diverse proposte di ratifica di trattati internazionali e la pdl, già approvata dal Senato, sul contrasto del fenomeno del cyberbullismo.

All’indomani dell’infuocato comizio di Nettuno, in molti si sarebbero aspettati una giornata calma per il Movimento 5 Stelle che dopo le fortissime tensioni legate al caso Murario aveva trovato una soluzione di compromesso fra la Sindaca di Roma e il Direttorio, ma così non è stato. Ieri infatti è arrivato lo stop alla nomina dell’assessore al Bilancio in Campidoglio, lo stop al minidirettorio per la capitale e lo stop all'ipotesi delle Olimpiadi a Roma nel 2024 che ha aperto un duro botta e risposta con il Governo. Queste tre mosse sembrano portare, tutte, la stessa firma: quella del leader Beppe Grillo, che ieri ha incontrato, per ridefinire le priorità e soprattutto concordare la linea da tenere sul "dossier Campidoglio", i vertici nazionali del Movimento Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico,Carla Ruocco e Carlo Sibilia e poi ha dato fuoco alle polveri con l’idea di fondo di continuare a sostenere la prima cittadina gestendo però in prima persona ogni singolo problema.

Dopo Salvatore Marra, il vice capo di gabinetto del Campidoglio ricollocato ieri ad altro incarico, è stata la volta dell'ex magistrato che sarebbe dovuto andare al Bilancio, Raffaele De Dominicis. Nel tardo pomeriggio, la prima cittadina di Roma Virginia Raggi ha pubblicato un messaggio su Facebook: "In queste ore ho appreso che l'ex magistrato e già Procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio Raffaele De Dominicis, in base ai requisiti previsti dal M5S, non può più assumere l'incarico di assessore al Bilancio della giunta capitolina". Di conseguenza, De Dominicis e Raggi, "di comune accordo", hanno deciso "di non proseguire con l'assegnazione dell'incarico". A spiegare la decisione di fermare la nomina di De Dominicis è arrivata la notizia che l'ex magistrato è indagato per abuso d'ufficio. Insomma una nuova tegola per la prima cittadina della Capitale, che ha ripetuto di non voler mollare e di andare avanti. Al Campidoglio si cerca ora una nuova figura che possa prendere in mano il difficile dossier del bilancio capitolino, flagellato da undebito che tocca i 14 miliardi di euro e che nei prossimi mesi dovrà essere ridiscusso in un delicato confronto con il Governo.

Ieri è arrivata anche la notizia dello scioglimento del mini-direttorio del Campidoglio: il gruppo ristretto di politici a 5Stelle, che avrebbe dovuto avere il compito di aiutare la Sindaca Raggi, lascerà che la prima cittadina "proceda spedita esclusivamente sulle sue gambe", hanno scritto gli interessati su Facebook. Di conseguenza, anche se promettono di continuare a dare una mano, l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo, il consigliere pentastellato in Regione Lazio, Gianluca Perilli e la senatrice Paola Taverna (che al momento è anche accusata di aver segretamente inviato a diversi quotidiani nazionali la mail nella quale s'informava Luigi Di Maio sul caso Muraro) non avranno più un ruolo di primo piano.

Infine, ieri si è saputo anche che la Sindaca di Roma, come già spiegato durante la campagna elettorale degli scorsi mesi, sarebbe davvero intenzionata a dire ufficialmente no alla candidatura di Roma per le Olimpiadi nel 2024. Secondo quanto si apprende, l'annuncio ufficiale dovrebbe essere fatto durante una conferenza stampa, probabilmente dopo i Giochi paraolimpici in corso a Rio de Janeiro. La decisione non è ancora ufficiale ma sembra sia già stata presa nonostante la Raggi non abbia incontrato Giovanni Malagò, presidente del Coni, e Luca Pancalli presidente del comitato Paraolimpico Italiano: la Sindaca ha anticipato il no e a meno di colpi di scena, che a questo punto sarebbero clamorosi, chiude il capitolo Olimpiadi, perché senza l'appoggio del Comune la candidatura non potrà essere presentata.

Manca ancora l’ufficialità, ma tanto basta per scuotere anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che in serata, parlando alla festa dell’Unità di Firenze, commenta così il preannunciato no olimpico dell'amministrazione capitolina: "Chi dice di no magari per questioni interne, rifarsi verginità nel dibattito di Roma, a me sembra triste per Roma e per l'Italia. Decideranno loro, hanno vinto loro, ma non si può dire di no perché si ha paura del futuro. Roma ha una chance, noi siamo in pole position. Se Raggi firma il documento della candidatura di Roma, la città ha un'occasione straordinaria di mostrare il suo volto. Sarebbe un'occasione da non perdere; spero prevalga il buonsenso, che si abbia la forza e il coraggio, ma se Raggi non firma, Roma si taglia le gambe perché c'è anche bisogno del futuro".

In casa Forza Italia intanto prosegue il delicatissimo dibattito interno sul futuro del partito ora affidato da Silvio Berlusconi alla guida da Stefano Parisi. La fibrillazione dei colonelli forzisti è ormai un affare quotidiano: ieri è stato il turno di Giovanni Toti che alle spinose domande sul suo rapporto con l’ex candidato sindaco della città di Milano, ha ribadito: "Io freddo con Parisi? Non sono freddo né caldo nei confronti di nessuno. Penso che il centrodestra debba tenere i suoi confini larghi e recuperare tutte le energie, risorse e idee che servono. Dopodiché vorrei capire quali sono prospettive e strategie. Il centrodestra deve ripartire da quelle regioni che già governa, con un'alleanza consolidata e strategica tra Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia e tutti coloro che nel mondo cattolico moderato oggi si oppongono a queste riforme. Se questa è la strada, benvenuto non solo a Parisi ma a tutti i Parisi che vogliono entrare nel centrodestra, fermo restando che devono avere una proposta coerente con il modello di coalizione che già si è sviluppato in Liguria, Lombardia e Veneto. Devono avere chiarezza d'intenti nei confronti del governo Renzi che è il nostro avversario e prima va a casa e meglio è, e soprattutto devono essere disponibili a mettersi in gioco perché nessuno si autoproclama capo di alcunché. I partiti hanno già dei leader e per quanto mi riguarda il mio è Berlusconi".

 



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