Conte lavora a un nuovo DPCM e lancia l’orizzonte di una ripresa graduale

Occorrerà un ulteriore sforzo, perché i rischi sono altissimi, perché ora non bisogna abbassare la guardia, serve responsabilità: arriverà con un altro decreto del presidente del Consiglio la proroga delle misure restrittive per fronteggiare il diffondersi del contagio da coronavirus. Ma in ogni caso il premier Giuseppe Conte, dopo una videoconferenza con i capi delegazione e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, si confronterà con gli altri ministri nel Cdm che si dovrebbe tenere domani. Italia viva, per esempio, insiste sulla necessità di affrontare subito la questione della ripartenza: dovrebbe essere indicato un orizzonte ben preciso, possibile la data del 18 aprile, ma i dati che arrivano dai bollettini dei contagi e delle vittime e il pericolo che si possa vanificare il lavoro compiuto fanno sì che il governo e gli esperti continuino a predicare prudenza nel medio-lungo periodo. 

La ripresa delle attività sarà graduale e verrà probabilmente indicato nei prossimi giorni un calendario per le fabbriche e gli esercizi commerciali, ma in linea di principio ad aprile dovrebbe prevalere la logica del lockdown, anche per evitare che gli italiani sfruttino i week end e le feste per possibili scampagnate; le scuole potrebbero riaprire non prima del 3 maggio. Di sicuro la strategia è quella di evitare per ancora lungo tempo gli assembramenti: ieri il Viminale ha emanato un'altra circolare per specificare che le camminate tra un genitore e i propri figli minori sono consentite purché in prossimità della propria abitazione ed è consentito anche l'accompagnamento di anziani o inabili. Ulteriori indicazioni del Governo potrebbero arrivare anche dopo l'emanazione del Dpcm

Il Governo è al lavoro sul decreto Aprile

L'obiettivo dell’esecutivo è accelerare sulle misure economiche da mettere in campo. Ieri c’è stata un'altra videoconferenza alla quale hanno partecipato il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione e si è tenuta al Mef la prima riunione operativa con i sottosegretari, i vice ministri economici e gli sherpa della maggioranza sul decreto aprile. Tanta la carne al fuoco per un provvedimento che prevede lo stanziamento di oltre 30 miliardi, di cui la sola copertura degli ammortizzatori sociali dovrebbe impegnarne 13. Molte le proposte sul tavolo: oltre al rifinanziamento della cassa integrazione, sono previsti sostegni alle famiglie e ai lavoratori autonomi, e arriverà il reddito di emergenza, una sorta di assegno unico, una misura temporanea per due mesi; il Movimento 5 Stelle punta ad allargare pure il reddito di cittadinanza. Intanto ieri intanto c’è stato a Montecitorio il via libera al decreto sul cuneo fiscale.  

Oggi le opposizioni si confronteranno nuovamente con il Governo

È un centrodestra che oscilla tra critiche al Governo, anche molto dure, e dichiarazioni di volontà di collaborazione quello che oggi tornerà a presentarsi davanti a Giuseppe Conte: appuntamento alle 9:30, a Palazzo Chigi. Al terzo incontro dall'inizio dell'emergenza coronavirus parteciperanno i leader di Lega e Fratelli d'Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni; e, per Forza Italia, il vice presidente Antonio Tajani, su delega di Silvio Berlusconi (che si trova all'estero). Tutti indosseranno mascherine e siederanno a distanza di almeno un metro l'uno dall'altro. Il tema di questo nuovo incontro, cui prenderanno parte, come ai precedenti, anche i ministri competenti, riguarda il decreto Aprile, ovvero l'insieme di quei provvedimenti, del valore totale fino a circa 30 miliardi di euro, cui il ministro Roberto Gualtieri sta lavorando per dare sostegno all'economia italiana colpita dalle chiusure delle attività decisa per fermare il contagio. Nel giorno in cui arriva l'allarme rosso di Confindustria, che stima nel primo semestre 2020 una caduta complessiva del Pil del -10%, e parla di rischio depressione per l'economia italiana, ogni partito d'opposizione ha la sua ricetta. Salvini chiede un “patto sociale da 200 miliardi di euro” che prevede un anno di “pace fiscale ed edilizia”: “Dobbiamo ricominciare tutto daccapo o non ne usciremo. Se si vuole ripartire dovranno essere azzerati i debiti privati e lasciare fare le imprese: via tutta la burocrazia, tu fai e poi io controllo, non l'inverso com’è oggi. Domani mattina all'incontro con il Governo porteremo la proposta di un’emissione speciale di titoli di Stato per gli italiani con condizioni vantaggiose per chi sosterrà questi titoli di guerra”. 

Giorgia Meloni, invece, ha già scritto una lettera a Conte: la richiesta del suo partito è di “accreditare immediatamente 1000 euro sul conto corrente di tutti gli italiani che ne hanno bisogno”. “Penso agli italiani che hanno perso il lavoro, a quelli che non hanno più un reddito da lavoro autonomo e a coloro che non sanno come dare da mangiare ai loro figli” spiega la presidente di FdI. “Presenteremo al Governo un piano che arriva a 100 miliardi, sperando che bastino”, annuncia, dal canto suo Silvio Berlusconi: “Dobbiamo salvare le aziende che oggi sono ferme, a cominciare da quelle medio-piccole. Occorre garantire la liquidità al mercato per difendere il tessuto produttivo del nostro Paese. Lo Stato deve dare la sua garanzia alle banche che faranno prestiti alle imprese”. Forza Italia chiede ulteriori risorse per infermieri e medici, un piano infrastrutturale pubblico per aprire cantieri, accompagnato da un piano casa per investimenti privati opportunamente incentivati, da misure per la semplificazione e dall'abbattimento fiscale con Flat tax al 15% per sostenere la ripresa di aziende e professionisti. 

L'incontro tra Conte e i leader dell'opposizione segue la cabina di regia parlamentare avviata venerdì scorso dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà insieme con i capigruppo e responsabili economici di Lega, Fratelli d'Italia e FI. In particolare, durante quell'incontro è stato raggiunto un accordo in base al quale l'opposizione si è impegnata a ritirare buona parte degli emendamenti presentati al decreto Cura Italia e a trasformarli in ordini del giorno per velocizzare l'approvazione del provvedimento. Gesto che al momento non è stato ancora messo in pratica ma che dovrebbe portare alla condensazione, per esempio, degli oltre 200 emendamenti leghisti in circa 30. “La Lega farà la sua parte”, garantisce Matteo Salvini, che continua ad assicurare la collaborazione del suo partito con l'esecutivo in carica, così come fanno anche Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Da tutti e tre i partiti arrivano però critiche molto forti sulle inadeguatezze del Governo sul tema forniture mascherine e fondi ai bisognosi destinati ai Comuni. 

In Parlamento

Nella giornata di oggi l’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’informativa del Ministro della salute sulle iniziative di sua competenza per fronteggiare l'emergenza epidemiologica del COVID-19. Per quanto riguarda le Commissioni, la Bilancio, dopo che venerdì è scaduto il temine per la presentazione degli emendamenti, proseguirà l’esame del decreto legge per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale e il sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19, il cosiddetto decreto Cura Italia. Le restanti Commissioni non si riuniranno. 

L’Assemblea della Camera alle 15.00 di oggi svolgerà le interrogazioni a risposta immediata e alle 17.00 ascolterà l'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro della Salute Roberto Speranza, sulle iniziative di competenza del Ministero della Salute per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19. Le Commissioni invece non si riuniranno.

Per Conte se l’Europa non sarà unità perderà la partita

A proposito di Eurobond, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è molto chiaro; in un’intervista alla tv tedesca Ard dichiara: “Vorrei ricordare che questo meccanismo, le obbligazioni in euro, non significa che i cittadini tedeschi dovranno pagare anche solo un euro di debito italiano. Significa solo che agiremo insieme per ottenere migliori condizioni economiche, di cui tutti beneficiano”. E aggiunge: “Anche se il numero di persone infette sta diminuendo, non dobbiamo vanificare gli sforzi finora compiuti”. Per Conte “in questo momento stiamo combattendo una battaglia contro un nemico comune e invisibile. Tutti i Paesi sono colpiti, tutti sono in prima linea. Se un avamposto si ritira, il nemico invisibile all'interno può diffondersi e tutti gli sforzi sarebbero vani”. Sui coronabond Conte prosegue: “Dobbiamo spiegare ai nostri cittadini che non abbiamo problemi finanziari di singoli Paesi. Si tratta di un'emergenza che riguarda tutti, di cui nessun singolo Paese è responsabile”. Il premier italiano conclude: “L'Europa deve dimostrare di poter trovare una risposta appropriata, parlo dell'Europa come la intendevano Robert Schumann, Konrad Adenauer e Alcide de Gasperi”. 

Per il premier “è un’emergenza della quale non è responsabile nessun singolo Paese, non si tratta di tensioni finanziarie. L'Ue come risponde? L'Ue compete con la Cina, con gli Usa che hanno stanziato 2 mila miliardi per reagire, in Ue cosa vogliamo fare? Ogni Stato membro vuole andare per conto suo? Se la reazione non sarà coesa, vigorosa, coordinata, l'Europa diventerà sempre meno competitiva nello spazio globale di mercato”. Comunque la partita post-Coronavirus si gioca soprattutto in Europa: sullo sfondo il fantasma del fondo salva Stati con il Movimento 5 stelle che ha una posizione ben precisa, “Vogliamo un'Europa solidale”, nel sostenere il premier a non aprire sul Mes e sulle condizionalità. Il Commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni crede che la strada del compromesso ci sia su bond ad hoc, ovvero sull'emergenza sanitaria, perché “non si tratta di emettere dei titoli per condividere il debito precedente, cosa che alcuni Paesi non sono disponibili a fare”. 



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