Draghi ha incontrato Greta Thunberg e preso impegni in vista del prossimo G20
Mario Draghi ha voluto incontrare Greta Thunberg. L'ha invitata alla prefettura di Milano, prima di andare a parlare alla conferenza dei giovani sul clima, la Youth4Climate; lì, solo di fronte a lei, le ha detto cosa vuole fare contro la crisi climatica: al prossimo G20 di Roma, che si terrà il 30 e 31 ottobre e che sarà presieduto da proprio da lui, Draghi farà in modo che i grandi prendano un impegno per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, l'obiettivo massimo dell'Accordo di Parigi. Il Presidente del Consiglio ha poi annunciato pubblicamente la cosa alla presentazione del documento finale della conferenza, ma prima ha voluto anticiparla a Greta, che negli ultimi tre anni è stata il simbolo della mobilitazione per il clima. Da leader consumato, ha voluto rivolgersi direttamente a un altro leader, che può orientare il consenso o il dissenso, ma forse voleva anche rispondere di persona all'accusa di fare solo “bla bla bla” lanciata ai politici dall'attivista svedese.
Il premier ha incontrato insieme a Greta altre due giovani attiviste, l'ugandese Vanessa Nakate e l'italiana Martina Comparelli, che insieme hanno chiesto all'Italia di essere più ambiziosa al G20, di rinunciare al gas e di spingere per gli aiuti ai paesi poveri. Al momento, i target di decarbonizzazione degli Stati decisi a Parigi nel 2015 non sono sufficienti neppure a raggiungere l'obiettivo minimo dell'Accordo di restare sotto i 2 gradi. L'aggiornamento di questi impegni sarà il tema della Cop26 di Glasgow a novembre, l'annuale conferenza sul clima dell'Onu, ma una decisione del G20, che rappresenta l'80% delle emissioni e l'85% del Pil globale, sarebbe fondamentale. Greta ha ascoltato Draghi e dopo non ha fatto commenti. Draghi quindi ha raggiunto la Youth4Climate al centro congressi Mico; in sala per la presentazione del documento finale c'era anche il presidente Sergio Mattarella. I quasi 400 giovani delegati da 186 Paesi hanno chiesto partecipazione alle scelte sul clima e una transizione ecologica equa e inclusiva, legata alla giustizia sociale. Le proposte sono state presentate ai 40 ministri dell'Ambiente riuniti a Milano per la Pre-Cop26, l'evento preparatorio della conferenza di Glasgow.
Il Governo pensa a una riforma fiscale in due step
Sul fisco il Governo starebbe ragionando su un intervento in due tempi, con un primo taglio delle tasse già in manovra e la riforma complessiva del sistema fiscale con una legge delega che dovrebbe contenere, dopo anni di annunci, anche il riordino di sconti e agevolazioni, e punta a chiudere entro il prossimo mese la complessa partita del fisco e impostare il lavoro che in prospettiva porterà non solo alla riforma dell'Irpef ma anche alla revisione del catasto. Temi, però, ad alta tensione politica, tanto che il primo strappo si potrebbe consumare la prossima settimana, quando il premier Mario Draghi porterà in Cdm il testo che dà la cornice alla riforma del registro degli immobili: Matteo Salvini schiera infatti la Lega su una posizione di ostilità assoluta. Che si tratti di una “sfida di grandi proporzioni” lo mettono in evidenza anche i tecnici della commissione del Mef che hanno stilato la relazione annuale sulle tax expenditures, che nel frattempo continuano a lievitare: quelle attive nel 2021 sono 602, settanta in più del 2020, e valgono 68 miliardi. Una riforma “organica”, “di ampia portata e destinata a durare a lungo” come quella in cantiere, osservano ancora i tecnici, richiede analisi approfondite e soprattutto “un ampio consenso”, che ancora non c’è. Un confronto formale tra governo e maggioranza ancora non è stato fissato.
Intanto la riforma della riscossione potrebbe essere invece un capitolo della delega, anche se le Commissioni Finanze la prossima settimana voteranno una relazione in cui si chiederà, anche in questo caso, di anticipare qualche misura già alla legge di bilancio. In manovra di sicuro arriverà “qualche primo passo sull'alleggerimento del carico fiscale”, ha confermato, con cautela, il ministro dell'Economia Daniele Franco: il conto delle risorse a disposizione si farà solo nella composizione dell'intero puzzle della legge di bilancio. Si parte dai 2,3 miliardi del fondo per la riforma già a bilancio e dal tesoretto “potenziale” di 4,3 miliardi che arriva dal contrasto all'evasione che però potrebbe non essere tutto destinato al calo delle tasse. Ancora è da stabilire se si interverrà sull'Irap o già con una prima riduzione dell'Irpef per il ceto medio, mentre la riforma complessiva del prelievo sarà rinviata alla delega. Tutto nella delega sarà invece lo spinosissimo capitolo catasto, cui dovrebbero però essere dedicate poche righe, con mandato al Parlamento a rivedere le norme catastali e forse un riferimento all'assenza di tasse sulla prima casa.
Nel centrodestra la tensione arriva anche nelle amministrative
A poche ore dalla conclusione della campagna elettorale per le amministrative, la tensione nel centrodestra è davvero alle stelle. Oggi a Roma Sud si scatterà la prima vera “foto di famiglia” della coalizione, con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani al fianco del candidato al Campidoglio, Enrico Michetti. L'immagine avrebbe dovuto essere la stessa anche ieri a Milano, con Luca Bernardo, ma così non è stato per oggettivi problemi di ritardi nei trasferimenti aerei e ferroviari dei due leader di Lega e Fratelli d'Italia; Salvini che ha dovuto lasciare la conferenza stampa prima dell'arrivo della Meloni ma in una nota congiunta Salvini e Meloni hanno negato “polemiche o tensioni”: “Questa mattina non è stato possibile salutarci di persona per banali imprevisti”; i rispettivi staff hanno confermato di aver tentato di tutto per mantenere la conferenza stampa malgrado gli imprevisti ritardi e cancellazioni nei trasferimenti.
A tenere banco nella giornata politica del centrodestra, poi, anche il colloquio di Silvio Berlusconi con un quotidiano, smentito dallo staff del presidente di FI. Dalle parti di Arcore si esclude che il Cavaliere abbia parlato, al telefono, del caso Morisi sostenendo che l'ex capo della comunicazione della Lega abbia solo “il difetto di essere gay”: non sono parole o pensieri attribuibili al presidente, è la linea. Smentite anche le parole “Ma che scherziamo?” sull’eventualità che Salvini e Meloni vadano a Palazzo Chigi: la linea di FI è da sempre che governerà chi prenderà un voto in più alle elezioni. L’intervista è stata smentita ma il dubbio che il Silvio Berlusconi volesse lanciare un messaggio agli alleati rimane. Insomma, la tensione interna non accenna a diminuire e potrebbe aumentare con l'esito delle elezioni amministrative che non si preannunciano un grande successo per il centrodestra. La coalizione ritiene di avere buone possibilità soltanto a Torino, Trieste e in Calabria, mentre restano molto difficili le partite di Milano, Roma, Napoli e Bologna. Una eventuale vittoria nelle prime tre realtà potrebbe tenere tutti buoni e compensare i mancati successi a Roma e Milano, dove i candidati, ritenuti da molti non all'altezza, sono stati scelti rispettivamente da Meloni e da Salvini.
Salvini prende posizione e lancia la corsa ai congressi della Lega
Intanto, le acque nella Lega continuano a essere agitate dopo lo scoppio del caso Morisi, il social media manager che si è dimesso dopo una presunta vicenda di droga ed escort gay su cui ancora deve essere fatta piena luce. Salvini ha insistito nel definirla una vicenda penalmente irrilevante, montata ad hoc dalla stampa per attaccarlo e indebolire la Lega, e in un'intervista ha poi confermato che a fine ottobre avvierà la stagione dei congressi, prima cittadini e poi provinciali, sospesi dal lockdown della primavera del 2020. Matteo Salvini ha poi detto di non temere “assolutamente” alcun tentativo di sfida interna alla sua leadership ma ha riservato qualche stilettata al suo vice, Giancarlo Giorgetti. Il nodo resta l'intervista, mai realmente smentita, in cui il ministro dello Sviluppo economico ha sostanzialmente sostenuto, tra le altre cose, che solo Mario Draghi sarebbe capace di gestire i fondi del Recovery mentre l'attuale classe politica li sperpererebbe. Giorgetti ha detto di “essere stato frainteso”, ha premesso Salvini, per poi aggiungere: “Anche se mia madre diceva che se c’è qualcuno che non capisce è sempre colpa tua perché ti esprimi male”. Sul Quirinale, ha aggiunto poi “Io fossi in Draghi sarei irritato: Letta mi mette qua, Giorgetti mi mette là”.
Al Senato
Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. L’Aula di palazzo Madama riprenderà i lavori mercoledì 6 alle 9.30 con l’esame della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 e di alcune ratifiche di accordi internazionali. Anche le Commissioni non si riuniranno.
Alla Camera
Nella giornata di oggi anche l’Aula della Camera non si riunirà. L’Assemblea di Montecitorio riprenderà i propri lavori martedì 5 ottobre alle 10.00 con l’esame del decreto relativo alle modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto nelle consultazioni elettorali dell'anno 2021 e delle mozioni per il rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera. Anche le Commissioni non si riuniranno.