Italia Viva propone scudo ArcelorMittal, Conte cerca sponda nella Merkel

Sale la tensione nella maggioranza per trovare una soluzione a tutto campo alla vicenda dell'ex Ilva di Taranto. Nel frattempo il premier Giuseppe Conte, nel corso della bilaterale italo-tedesca di Roma, ha cercato anche la sponda di Angela Merkel sui temi dell'acciaio, con l'obiettivo di una “cooperazione e un confronto sulle soluzioni più avanzate dal punto di vista tecnologico, condividendone le conoscenze”. Intanto, dal Mef si frena sul possibile ricorso a nazionalizzazioni come “soluzione magica” a una crisi industriale: “una pericolosa illusione”. Il Ministro dell'economia Roberto Gualtieri parla in generale ma mette un paletto alla nazionalizzazione dell'Ilva che invece il ministro della Sanità Roberto Speranza (Leu) considera “ragionevole”. Per il dossier ArcelorMittal è un giorno di lavoro sotterraneo nel quale la politica parla in attesa di possibili confronti e soluzioni. 

Ma intanto a Taranto la società ha avviato il “piano di ordinata sospensione di tutte le attività produttive a cominciare dall'area a caldo” annunciato dall'a.d. Lucia Morselli, un piano di spegnimento che, se portato a termine, creerebbe danni all'Ilva e alla proprietà, chiunque essa fosse, privata o meno. È stato sospeso a Taranto, fanno sapere i lavoratori, lo scarico delle materie prime destinate allo stabilimento, con l'obiettivo di fermare una delle due linee di agglomerazione. Se questo rientri nei poteri di ArcelorMittal (attualmente è solo affittuario degli asset Ilva, la proprietà è ancora dell'Amministrazione Straordinaria) lo diranno i giudici di Milano. Bloccare il piano di spegnimento è il primo obiettivo contenuto nel ricorso cautelare d'urgenza preparato dagli avvocati del Commissari Straordinari per impedire ad ArcelorMittal di filarsela dall'Ilva. 

Difficile capire se siamo alla vigilia di quella che potrebbe diventare, come minacciato dal premier Giuseppe Conte “la battaglia legale del secolo” o in una fase di “raffreddamento” del conflitto. Al momento il limbo in cui è precipitata L'Ilva e i suoi lavoratori permane: da un lato si cerca di creare le condizioni per permettere ad ArcelorMittal di restare, dall'altra il premier Conte avverte che la protezione legale ci sarà solo in caso di rispetto pieno dell'accordo. I due emendamenti dei renziani prevedono il ripristino della “protezione legale” chiesta da ArcelorMittal. Italia Viva di Matteo Renzi ha presentato due emendamenti al decreto fiscale, riproponendo due diversi scudi penali: uno generale per tutte le imprese, l'altro specifico per l'Ilva: è facile prevedere, vista l'ampia maggioranza sul tema, che almeno uno passerà. Tolto dal campo la palla avvelenata dello scudo, il governo tiene aperto il tavolo con ArcelorMittal lasciando trapelare offerte di collaborazione.  

Domani nasce il tavolo per la riforma elettorale, possibile ci sia anche la Lega

Sulla legge elettorale per il momento è ancora tutto fermo ma il tema agita profondamente i partiti di maggioranza e di opposizione. Domani pomeriggio, alle 15.00, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà riunirà alla Camera i capigruppo di M5S, Pd, Iv e Leu, accompagnati dai responsabili Riforme delle Commissioni Affari costituzionali, per un primo giro di tavolo. Le posizioni in campo non sono troppo distanti e gli alleati potrebbero iniziare a dialogare a partire da un sistema proporzionale, sia pur corretto, ma è poi nei dettagli della legge che si potrebbero nascondere le difficoltà per un'intesa. A sparigliare le carte intanto è Giancarlo Giorgetti che, a sorpresa, ha chiesto un posto al tavolo: “Se la struttura costituzionale rimane quella di adesso e si torna al sistema proporzionale, questo Paese è spacciato, indipendentemente da chi va al governo”, avverte. L'ex sottosegretario precisa che le sue parole "non sono autorizzate" da Salvini e infatti, in serata, il leader della Lega frena sulla volontà costituente di Giorgetti: sedere al tavolo delle riforme? “Sono impegnato in temi molto più concreti”, la stoccata.

Nella maggioranza Pd e Iv aprono, ma il Movimento 5 Stelle non si fida delle reali volontà dell'ex sottosegretario: “A Giorgetti proporrei intanto di iniziare a discutere di legge elettorale. Il Pd ha sempre sostenuto che più è ampia la condivisione sul sistema elettorale e meglio è. Per quanto mi riguarda, approvare un testo con il concorso anche della Lega sarebbe un'ottima cosa”, dice il capogruppo Dem Andrea Marcucci. “Oggi Giorgetti della Lega lancia l'idea di scrivere tutti insieme le regole del gioco. Mi sembra una proposta saggia e intelligente. ItaliaViva c'è”, gli fa eco Matteo Renzi. Gli alleati decideranno mercoledì come proseguire, nel metodo e nel merito. Il M5S si è sempre espresso per un sistema proporzionale ed è questo il punto di partenza da cui i pentastellati muoveranno anche in questa circostanza. Il Pd non è ancora arrivato a una posizione condivisa; avevano in programma una direzione sul tema ma ancora non è stata convocata e Nicola Zingaretti si è espresso in più di un'occasione per un sistema maggioritario

Alta tensione in Forza Italia tra Berlusconi e Carfagna

Ancora acque agitate all'interno di Forza Italia, dove tiene banco il gelo calato nei rapporti tra il Presidente Silvio Berlusconi e l'ex ministro Mara Carfagna. Al centro del contendere il ruolo di Forza Italia all'interno di un centrodestra sempre più a trazione leghista. La vice Presidente della Camera, figura di spicco dell'ala moderata del partito azzurro, pur smentendo le voci di un'adesione a Italia viva, continua a esprimere grande preoccupazione nei confronti dell'egemonia salviniana sulla coalizione. Sul fronte opposto raccontano di un Cavaliere molto irritato con lei per colpa dei suoi toni definiti eccessivamente ultimativi, in un momento di oggettiva difficoltà per il partito. Del resto, anche le semplici voci di un suo dialogo con Italia Viva di Matteo Renzi stanno provocando reazioni forti dentro il partito. Ora per Mara Carfagna, raccontano, non è il momento delle scelte ma della riflessione. Sullo sfondo, tra i suoi, resta comunque la denuncia di un partito come Forza Italia troppo schiacciato sulle posizioni sovraniste di Lega e Fratelli d'Italia

Proprio sul futuro di Mara Carfagna da giorni si parla di una sua candidatura a maggio alla presidenza della Regione Campania e lei stessa s’è detta pronta ad affrontare la sfida. Detto questo, il discorso è prematuro e certamente la stessa ex ministro si rende conto del rischio che rappresenti una trappola ai suoi danni perché non sarebbe facile strappare la Campania al centrosinistra. E anche nel caso di una sua affermazione, qualcuno pensa sarebbe proprio questo il modo con cui il centrodestra potrebbe limitare la sua influenza al livello nazionale. Oggi il centrodestra è Matteo Salvini: andare oggi contro di lui, fuori da Forza Italia, vorrebbe dire lanciarsi in un’avventura senza un approdo certo, una sorta di suicidio politico. Il rischio è ripetere esperienze passate sul modello Ncd di Angelino Alfano, quando al posto di Salvini c'era Berlusconi: una forza politica che è finita nel centrosinistra senza alcun successo. 

Al Senato 

L’Aula del Senato tornerà a domani alle 16.30 per le comunicazioni del Presidente sul calendario dei lavori. Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni sul disegno di legge costituzionale per l’estensione dell’elettorato per il Senato. La Commissione Bilancio, in sede congiunta con quella della Camera, proseguirà il ciclo di audizioni sulla legge di bilancio 2020; nello specifico oggi ascolterà i rappresentati della Banca d'Italia e dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) e alle 11.00 il Ministro dell'economia e delle finanze Roberto Gualtieri. Tutte le altre Commissioni invece proseguiranno l’esame, in sede consultiva, della manovra economica. Infine la Territorio esaminerà gli emendamenti presentanti al cosiddetto decreto clima.

L’Aula della Camera 

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.0 per lo svolgimento delle interpellanze e interrogazioni. Dalle 15.00 esaminerà la proposta di legge relativa al personale assunto a contratto dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura, le mozioni sull’affidamento di minori, anche alla luce delle vicende che hanno coinvolto la rete dei servizi sociali della Val d'Enza, le mozioni per prevenire e contrastare ogni forma di violenza contro le donne e le mozioni per la prevenzione e la cura dell'obesità. A seguire esaminerà diversi disegni di ratifica di trattati internazionali.

Le Commissioni della Camera

La Commissione Affari Costituzionali esaminerà il decreto per la riorganizzazione dei Ministeri e con la Trasporti si confronterà con il decreto relativo alla sicurezza nazionale cibernetica. La Giustizia con la Lavoro tornerà a confrontarsi sullo schema di decreto ministeriale recante regolamento in materia di assunzione dei testimoni di giustizia. La Esteri, in sede riunita con la Politiche dell’UE, ascolterà il Capo negoziatore dell'Unione europea sulla Brexit Michel Barnier. La Cultura, in sede riunita con la Lavoro, svolgerà delle audizioni sulla pdl per il reclutamento e lo stato giuridico dei ricercatori universitari e degli Enti di ricerca. 

La Commissione Ambiente esaminerà il decreto per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici, lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento relativo a contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni e ad altri organismi. La Trasporti esaminerà e svolgerà audizioni sullo schema di contratto di programma tra il Ministero dello sviluppo economico e la società Poste italiane S.p.A per il quinquennio 2020-2024. La Commissione Attività produttive proseguirà il ciclo di audizioni sulla risoluzione relativa al settore della distribuzione dei carburanti. La Affari sociali svolgerà una serie di audizioni sul sostegno alla ricerca e alla produzione dei farmaci orfani e alla cura delle malattie rare. La Agricoltura esaminerà le risoluzioni per la tutela del comparto agroalimentare a fronte dell'aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensi e quelle per l'uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa. 

 

 

 



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