Oggi al Senato
Dopo che nella giornata di ieri è stato approvato definitivamente il disegno di legge per la delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi oggi a partire dalle 9.30 per proseguire il confronto sul ddl relativo alle segnalazioni di reati o irregolarità nel lavoro pubblico o privato. Infine giovedì alle 16 è previsto lo svolgimento delle interrogazioni.
Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Giustizia si confronterà sul disegno di legge relativo al reato di diffamazione. La Commissione Finanze proseguirà l'esame del disegno di legge sulla riforma delle Agenzie Fiscali e sullo schema di decreto legislativo relativo ai servizi di pagamento nel mercato interno. La Commissione Sanità riprenderà l’esame del disegno di legge sul ddl sul registro dei tumori
Oggi alla Camera
L’altro ramo del Parlamento, dopo che nella giornata di ieri sono state approvate le due fiducie riferite all’articolo 1 e 2 della nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum 2.0, tornerà a riunirsi a partire dalle 9 per la terza fiducia, questa volta sull’articolo 3. A seguire saranno esaminati gli articoli 4 e 5 e i relativi emendamenti e ordini del giorno. Successivamente ci saranno le dichiarazioni di voto e il voto finale. Al temine la Camera si confronterà sulla Legge di delegazione europea 2016-2017 e sulla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all’anno 2016 e sul cosiddetto ddl Lorenzin sulla sperimentazione clinica dei medicinali, l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, il riordino delle professioni sanitarie e della dirigenza sanitaria del Ministero della salute.
Quanto ai lavori delle Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà lo schema di decreto legislativo recante modifiche e integrazioni al codice dell'amministrazione digitale. La Commissione Giustizia, in sede riunita con Attività produttive esaminerà la proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che conferisce alle autorità garanti della concorrenza degli Stati membri poteri di applicazione più efficaci e assicura il corretto funzionamento del mercato interno. La Commissione Finanze esaminerà la pdl sulla compensazione e sulla certificazione dei crediti nei confronti delle Pubbliche amministrazioni. In sede riunita con la Attività produttive, riprenderà il confronto sulla pdl per la revisione e il riordino della normativa relativa alle concessioni demaniali marittime, lacustri e fluviali a uso turistico-ricreativo.
La Commissione Trasporti esaminerà la pdl per la promozione dell'uso condiviso di veicoli privati e la risoluzione per la modulazione della cadenza della fatturazione da parte degli operatori telefonici e di telecomunicazioni su base mensile e suoi multipli. La Commissione Attività produttive in sede riunita con la Trasporti, proseguirà l’esame della pdl sull’iscrizione e il funzionamento del registro delle opposizioni e sull’istituzione di un prefisso unico nazionale per le chiamate telefoniche a scopo promozionale e di ricerche di mercato. La Affari sociali esaminerà la pdl per la realizzazione di reparti di terapia intensiva; infine si confronterà, in sede di comitato ristretto, sulle proposte di legge sulla prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico.
Avanti tutta sul Rosatellum 2.0
Ieri il Governo guidato da Paolo Gentiloni ha incassato le fiducie chieste sui primi due articoli del Rosatellum bis. L'esame della legge elettorale si è svolto in un’aula semideserta, mentre da fuori Montecitorio arrivavano le urla e i cori dei sostenitori M5S chiamati a raccolta. La maggioranza si ferma a quota 307 in occasione del primo voto e a 308 con il secondo, grazie ai voti del Partito Democratico, di Alternativa Popolare, delle minoranze linguistiche e di alcuni deputati centristi. Come annunciato sono uscititi dall'aula i deputati di Forza Italia e della Lega Nord. A votare no sono stati Mdp, Sinistra Italiana e Fratelli d’Italia, mentre i pentastellati hanno deciso di disertare l'aula definendo il Parlamento “indegno di rappresentare i cittadini”.
Oggi dopo il voto di fiducia sul terzo articolo della legge e il voto degli emendamenti agli articoli 4 e 5, ci sarà il primo vero scoglio da affrontare, rappresentato dal voto finale sul provvedimento, a scrutinio segreto. I dem si dicono ottimisti ma già sono partiti i check incrociati, che coinvolgono anche Forza Italia, per ridurre al minimo possibile i franchi tiratori di entrambi gli schieramenti e dei piccoli partiti che sostengono il Rosatellum bis. Sulla carta ci dovrebbero essere circa 400 voti: oltre ai 283 voti del Pd ci sono i 22 sì Ap, i 58 di Forza Italia, i 19 della Lega, i 12 di Democrazia solidale-Centro democratico, i 15 di Sc-Ala (15), i 14 Civici e innovatori, gli 11 di Direzione Italia e poi Minoranze linguistiche (6), Psi (4), Udc (6). Un'imboscata dovrebbe quindi coinvolgere più di 80 parlamentari.
Per non correre rischi la maggioranza e il Governo pensano di porre la fiducia anche in Senato. Anche a palazzo Madama, infatti, esiste la possibilità di dover votare alcuni emendamenti a scrutinio segreto e l'idea è di fare in fretta e non correre rischi, magari iniziando l'esame in Aula già a partire dal prossimo 24 ottobre. Al Senato, però, i numeri della maggioranza sono più stretti: nonostante l'appoggio dei verdiniani di Ala, infatti, potrebbe rendersi necessario il voto di fiducia tecnico sul provvedimento da parte dei partiti che la sostengono. La decisione verrà comunque presa la settimana prossima.
Ieri è intervenuto anche il presidente emerito Giorgio Napolitano che non retrocede di un millimetro rispetto alle dichiarazioni della settimana scorsa: la legge elettorale e il metodo che è stato scelto per approvarla non incontrano il suo gradimento. L’ex Capo dello Stato inoltre ha giudicato molto severamente la norma che cristallizzerebbe quella che ai tempi di Berlusconi (la prima volta avvenne nel 2006) non fu nient'altro che una prassi e cioè l'indicazione del leader sulla scheda elettorale.
Alta tensione nel Centro Destra
In casa del Centro Destra c’è grandissima tensione. Ieri Giorgia Meloni è tornata ad attaccare gli alleati, chiedendo di spiegare il sì di Forza Italia e Lega al Rostellum bis, che invece lei definisce “uno schifo”.
La leader di Fratelli d’Italia è tornata a invocare la necessità di un incontro con Berlusconi e Salvini per chiarire “il senso del loro sostegno a una legge elettorale che, matematicamente, non consentirà di formare una maggioranza certa e un Governo che difenda gli interessi degli italiani”.
Al momento l’ipotesi di un vertice a tre, fortemente atteso da settembre, non sembra ipotizzale. Gli impegni del Cavaliere e del leader del Carroccio sono troppi. Ma agenda a parte, il Centro Destra vive una spaccatura pesante e su più fronti: se Lega e Forza Italia fanno quadrato sulla legge elettorale, i tre attori non sono sulla stessa lunghezza d'onda anche su altri temi, come Europa e migranti, cui si aggiunge il Referendum sulle autonomie del 22 ottobre.