Il centrodestra vince a Genova, Palermo e L'Aquila ed è in vantaggio in molti Comuni
I risultati delle amministrative sono abbasta chiari. Il centrodestra vince al primo turno a Palermo con Roberto Lagalla, a Genova e a L'Aquila rispettivamente con Marco Bucci e Pierluigi Biondi; vince anche a La Spezia con Pierluigi Peracchini, a Oristano con Massimiliano Sanna, a Pistoia con Alessandro Tomasi e a Rieti con Daniele Sinibaldi. Il centrosinistra conquista al primo turno Lodi con Andrea Funegato, Padova con la riconferma dell'uscente Sergio Giordani e Taranto con Riccardo Melucci. Nonostante il chiaro vantaggio del centrodestra, andranno al ballottaggio Parma, Piacenza, Gorizia, Frosinone, Monza, Alessandria, Cuneo, Barletta, Verona e Lucca. In 971 Comuni al voto per un totale di 8.831.743 elettori l'affluenza di questo primo turno elettorale è stata del 54,73%, ancor più bassa rispetto alle precedenti elezioni quando si era raggiunto il 60,12%.
Ma al di là delle considerazioni sulle singole città queste elezioni hanno chiaramente fatto intendere che i partiti del centrodestra raccolgono più voti e vincono in 9 capoluoghi contro i 4 conquistati dal centrosinistra e che le coalizioni quando corrono unite ottengono i risultati migliori. Ma i dati forse più interessanti sono sui partiti: Fratelli d’Italia ha scavalcato in quasi tutte le città la Lega, il Carroccio crolla praticamente ovunque, il M5S non va mai in doppia cifra, il Pd ne esce come la prima forza politica e i centristi crescono ovunque. Queste poche considerazioni rappresentano quindi un nuovo punto di partenza in vista del lungo cammino verso le elezioni politiche della prossima primavera.
Dopo la vittoria Meloni chiede a Lega e Fi di staccare la spina al Governo
“Non nascondo la mia soddisfazione. Il centrodestra esce vittorioso al primo turno e Fdi cresce ovunque con dati molto significativi, il fatto che siamo la forza traino è un'indicazione della chiarezza delle posizioni”. A fine serata, Giorgia Meloni si presenta nella sala stampa di via della Scrofa per un primo commento al voto amministrativo. Appare raggiante ed emozionata, perché il sorpasso sulla Lega è realtà. Nel giorno del flop dei referendum sulla giustizia e della forte battuta d’arresto della Lega, che cala dappertutto, anche nelle roccaforti al Nord a cominciare da Verona, la presidente di Fratelli d'Italia è infatti l'unica a gioire, consapevole che il risultato le fa compiere un altro passo avanti decisivo verso la leadership del centrodestra. Il commissario regionale di Fi in Sicilia Gianfranco Miccichè, forte del 12% azzurro a Palermo, veste i panni del guastafeste ribadendo il no alla riconferma di Nello Musumeci, ma lei prima invita tutti a “non fare polemiche proprio oggi che dalle urne è arrivata un'indicazione importante per il futuro, un bicchiere quasi pieno”, poi scende sul piede di guerra: “Ho letto delle dichiarazioni assolutamente fuori luogo, noi non diamo aut aut, ci aspettiamo che non li diano neanche gli altri”.
La leader di FdI torna a porre i suoi paletti per una coabitazione civile: no alla tentazione del proporzionale, “regole chiare che valgano per tutti'”. Della serie ‘niente giochini sottobanco’: ”Queste elezioni sono un avviso ai naviganti: i cittadini vogliono un centrodestra non ondivago e chiaramente alternativo alla sinistra”. Da capo dell'opposizione Meloni non risparmia stilettate all'indirizzo dell'esecutivo di Mario Draghi e chiede a Lega e Fi di staccare la spina, visto che i 5 stelle, ”prima forza di governo in Parlamento”, hanno subito “un enorme calo di consensi, non raggiungendo la doppia cifra praticamente da nessuna parte'”. “Il M5S non esiste più nella Nazione”, avverte, “occorre fare una riflessione: il voto amministrativo ci interroga, lo dico agli alleati, se bisogna ancora tenere in piedi Draghi...”. Un concetto ribadito con maggior forza poco dopo: '”Se chiedo a Berlusconi e Salvini di lasciare il governo? Io non pongo le questioni così, ho detto quello che volevo dire e gli altri faranno le loro valutazioni, fossi in loro lo farei”. L'ex ministro della Gioventù dribbla la domanda sulla premiership, restando sul generico: ”Sono disposta ad andare a palazzo Chigi se ci sono le convinzioni, non a ogni costo, siamo pronti a governare se gli italiani ci daranno questa occasione”.
La lega perde voti, Salvini chiede un incontro a Draghi e Franco
Dopo il flop del referendum e le polemiche durissime sul viaggio a Mosca, le amministrative non regalano un’inversione di tendenza a Matteo Salvini: il centrodestra tiene mentre il Carroccio va in caduta libera e viene sorpassato da Fratelli d'Italia quasi ovunque. Il leader apre la giornata a Milano in via Bellerio riunendo il Consiglio federale convocato sui temi economici, poi va in pressing: “Urgente e doveroso il confronto con Draghi e Franco. Il problema è a fine mese. Il Governo deve dare certezza che benzina e diesel abbiano prezzi accettabili per tutta l'estate”. Il segretario leghista ironizza sulle polemiche relative alla personalizzazione dei referendum e si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Nardella dice: Che bello, ha perso Salvini. Che qualcuno goda della non partecipazione al voto mi sembra miope. Ognuno è fatto a modo suo”. Secondo Salvini, il voto di 10 milioni di italiani “è un punto di partenza e non un punto di arrivo”, però occorre anche “una riflessione” sul quorum, a fronte di una bassa affluenza anche alle elezioni amministrative, che “è una sconfitta per tutti”.
Ma il vero tema sono le amministrative e da questo punto di vista è eclatante il risultato di Verona, con la lotta interna al centrodestra che ha finito per avvantaggiare gli avversari, almeno al primo turno. “Il centrodestra unito vince, il centrodestra diviso come a Verona potrebbe vincere ma se la gioca al ballottaggio. Questo dicono gli elettori e gli elettori hanno sempre ragione”, segnala Salvini. “Lo sforzo della Lega di essere collante di questo centrodestra sacrificandosi in prima persona è la strada vincente”. Coalizione a parte è lo stato di salute della Lega in Veneto che brucia di più, soprattutto al cuore del partito. Al Consiglio federale convocato a Milano è assente il vicesegretario Giancarlo Giorgetti per “motivi di salute familiari, ci vediamo in settimana” minimizza Salvini. Che poi rilancia sulla sfida del Pnrr e sottolinea che “i governatori della Lega si lamentano dello scarso dialogo con il Governo”. Rimane il fatto che la tensione interna al partito è palpabile e nonostante i cambi di rotta di Matteo Salvini il risultato alle amministrative preoccupa e non poco. Nonostante il continuo calo dei sondaggi e la perdita della leadership del centrodestra, Matteo Salvini non è ancora stato messo in discussione pubblicamente ma la preoccupazione interna al partito è destinata, secondo molto, a crescere se nelle prossime settimane non avverrà un vero e proprio cambio di rotta, magari uscendo dal Governo, ipotesi comunque non ancora contemplata.
Il Pd è al bivio, il voto spinge al dialogo con i centristi. Urne disastrose per il M5S
Il voto alle amministrative sembra confermare la necessità di costruire un'ampia alleanza progressista, che vada oltre l'intesa Pd-M5S e apra ad Azione di Carlo Calenda e Italia Viva. Questo sembra l’unico modo per sperare di battere alle politiche del 2023 un centrodestra che, unito, si rivela vincente. I risultati confermano il Partito Democratico come primo partito, la crisi profonda dei Cinque Stelle e la crescita dalla componente centrista, la stessa che non vuole allearsi con i pentastellati. Il voto insomma spinge Enrico Letta alla costruzione di “un centro sinistra, un campo progressista, attorno al Partito Democratico”, dice, perché è “l'unico argine per evitare la vittoria delle destre nel nostro Paese”. Il dato più importante “è che il Pd è il primo partito d'Italia”, il cui giudizio “è decisamente positivo” perché “già al primo turno sono arrivate tre vittorie importanti a Taranto, Padova e Lodi. Quello che emerge è che il centro-sinistra vince quando è unito”. Nella war room del Pd si sorride come dimostra il selfie che ritrae lo stato maggiore dem Francesco Boccia, Peppe Provenzano e le capigruppo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi particolarmente soddisfatti. Se il centrosinistra è avanti anche a Verona, bruciano però le sconfitte pesanti a Genova, L'Aquila e Palermo, e soprattutto preoccupa la crisi nera del Movimento 5 Stelle, che galleggia tra il 5% e 8%, con numeri anche inferiori al nord.
Il leader pentastellato Giuseppe Conte non si nasconde e ammette la sconfitta: “Dichiaro molto espressamente che i dati che emergono non ci soddisfano”, afferma in conferenza stampa nella sede del partito a Roma, pur sottolineando che “le amministrative sono state sempre un tabù per il M5S”. Tuttavia non si nasconde: “La risposta che mi sono dato, rispetto all'incapacità di intercettare la sofferenza di molte persone, è che il M5S non riesce a stare sui territori”, perché “siamo in ritardo al punto che non abbiamo ancora costituito i comitati territoriali”. La colpa è di “alcune resistenze interne, anche durante le elezioni per il Quirinale”, aggiunge Conte alludendo alle tensioni con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che “hanno rallentato la nostra azione, così come fattori esogeni come la vicenda del ricorso al Tribunale di Napoli”. Ma non si dà per vinto e rilancia: “Dobbiamo ripartire con umiltà, rimboccarci le maniche e ripartire dalla forza dei nostri principi e valori”, rilancia, annunciando che oggi presenterà “il futuro percorso politico del M5S e l'organizzazione interna anche territoriale”.
Al futuro della coalizione progressista il capo politico del M5S dedica invece poche parole: “Io parlo sempre non di alleanza strategica ma di un dialogo con il Pd” e “qualsiasi giudizio sul percorso futuro e su un'azione congiunta non può essere compromesso da questa tornata elettorale”. A fargli sentire il fiato sul collo sono invece Carlo Calenda e Matteo Renzi, che sottolineano il flop dei 5 stelle e incalzano Letta: “È nato un terzo polo”, che “è un partito fondato sul civismo, è un'area del pragmatismo, della civiltà, di chi si è rotto le scatole della sinistra e dei 5 Stelle che dicono di no a tutto”, affonda il leader di Azione, che manda un messaggio al segretario dem: “Enrico, argine alle destre non è una proposta politica”. Ancor più duro Matteo Renzi: “Il grillismo è finito, con le liste di Conte che fanno il 5% a Genova, il 4% a Taranto oppure l'1% a Padova”, e “se fossi ancora un dirigente del Pd, mi porrei il tema di fare un'alleanza col centro riformista anziché coi grillini. Staremo a vedere”.
L’Aula del Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per la discussione della proposta di delega al Governo in materia di contratti pubblici.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl sulla disciplina Corte dei conti e il ddl sulla rappresentanza d’interessi. Con la Istruzione, dibatterà sul decreto per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La Giustizia esaminerà la delega al Governo per la riforma dell’ordinamento giudiziario e del CSM. La Esteri esaminerà la ratifica del trattato tra la Italia e Francia per una cooperazione bilaterale rafforzata. La Difesa esaminerà la relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento per l’anno 2021 e svolgerà delle audizioni sul disegno di legge per la revisione del modello di Forze armate e di delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale.
La Finanze discuterà lo schema di decreto legislativo sul quadro generale per la cartolarizzazione, lo schema di decreto legislativo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni relative alle commissioni applicate sui pagamenti transfrontalieri nell'Unione europea e alle commissioni di conversione valutaria, e lo schema di decreto legislativo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni relative ai fondi europei per il venture capital. A seguire esaminerà la pdl sui limiti dimensionali delle banche popolari e dell'esercizio dell’attività delle banche di credito cooperativo.
La Istruzione esaminerà il ddl sul fondo per la comunità educante e il ddl per l’istituzione dei patti educativi di comunità per contrastare la povertà educativa e l'abbandono scolastico e nonché ridurre i fattori di disagio sociale e di devianza dei minori. La Lavori Pubblici esaminerà il disegno di legge delega, già approvato dalla Camera, di modifica al Codice degli appalti e il ddl per il riordino delle disposizioni legislative in materia di costruzioni. L’Industria ascolterà i rappresentanti di Arera, Enea, Acquirente Unico e Gme nell'ambito dell'esame dell'Atto UE sulla sicurezza dell’approvvigionamento e prezzi energia accessibili. Inoltre, esaminerà il ddl per la disciplina della professione di guida turistica e il ddl sull’inquadramento ai fini previdenziali e assistenziali degli esercenti attività di perito assicurativo. La Lavoro dibatterà sul ddl sul salario minimo orario e sullo schema di decreto legislativo sul prodotto pensionistico individuale paneuropeo (PEPP).
La Salute, con la Agricoltura, ascolterà i rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dell’Associazione italiana allevatori (AIA), della Lega antivivisezione (LAV) e della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (FNOVI) sullo schema di decreto legislativo relativo al sistema d’identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali e dibatterà sul tema. Con la Territorio svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo relativo al commercio, importazione e conservazione di animali della fauna selvatica ed esotica.
La Territorio esaminerà il ddl per la riduzione dell'inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano, il ddl sulla rigenerazione urbana e l’affare assegnato sul tema dello scioglimento dei grandi ghiacciai alpini. La Politiche dell’Ue proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea 2021 ed esaminerà la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2022 e la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e relativa all'anno 2021.
L’Aula della Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9-30 per la discussione delle interpellanze e interrogazioni. Dalle 12.00 esaminerà la pdl per l’inserimento in costituzione dell’attività sportiva, le mozioni per la prevenzione e cura delle malattie oncologiche, anche nel quadro del Piano europeo di lotta contro il cancro, la mozione per una strategia nazionale per la prevenzione del suicidio, le mozioni sull’energia nucleare di nuova generazione, le mozioni per la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale, le mozioni per incrementare le misure per il contrasto della peste suina africana e per il sostegno della filiera suinicola, e le mozioni in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell’Unione europea. A seguire si confronterà sulla proposta di legge per la modifica del codice del Terzo settore e sulla pdl sulla disciplina del volo da diporto o sportivo.
Le Commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei cinque referendum sulla giustizia di giugno e, con la Trasporti, si confronterà sullo schema di decreto legislativo sulla cibersicurezza. La Giustizia, con la Finanze, esaminerà lo schema di decreto legislativo sui pagamenti transfrontalieri nell'Unione europea e le commissioni di conversione valutaria. L’Esteri, assieme all’Attività Produttive, ascolterà i rappresentanti di Edison e Snam sulle risoluzioni relative alla partecipazione dell'Italia al progetto per la realizzazione del gasdotto EastMed e ascolterà la Viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni sul quadro geopolitico del Mediterraneo.
La Bilancio dibatterà sulla pdl di disciplina dell'istituto del cinque per mille. La Finanze riprenderà il confronto sulla delega fiscale ed esaminerà lo schema di decreto legislativo sui fondi europei per il venture capital e ai fondi europei per l'imprenditoria sociale e lo schema di decreto sulla cartolarizzazione. La Cultura esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2022. La Ambiente svolgerà delle audizioni sulle modifiche alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna.
La Attività Produttive ascolterà i rappresentanti di rappresentanti di Enel sulle prospettive di sviluppo nei siti interessati dalla decarbonizzazione e dalla produzione di energia elettrica, inizierà l’esame della legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 approvata dal Senato due settimane fa e svolgerà delle audizioni sulla proposta di direttiva Ue sulla prestazione energetica nell'edilizia. La Lavoro svolgerà delle audizioni sul prodotto pensionistico individuale paneuropeo (PEPP) ed esaminerà la pdl per la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.