Il Governo è al lavoro per la riapertura differenziata

Come far rispettare che tra un tavolo e un altro di un ristorante ci siano 4 metri? E come poter far rispettare che tra un ombrellone e un altro i metri siano cinque? Sono questi gli interrogativi sul tavolo di Giuseppe Conte e dei Ministri con i quali il premier sta lavorando per la fase del post 18 maggio. Le indicazioni per la gestione degli spazi arrivano dal Comitato tecnico scientifico che si è riunito anche ieri, ma il presidente del Consiglio è chiamato a fare una sintesi. Certo, la linea direttrice del post 18 maggio è che occorrerà sempre vietare assembramenti, soprattutto nei luoghi pubblici, tuttavia nell'esecutivo c’è la consapevolezza che le misure suggerite dagli scienziati non sono facilmente applicabili alla lettera. Il discorso vale anche per le indicazioni arrivate dall'Inail per tutti i comparti, dai centri estetici ai parrucchieri. I nodi verranno sciolti sabato quando Conte trarrà le conclusioni; il premier sta valutando anche lo strumento normativo da adottare: nessuna decisione è presa ma al fianco di un decreto legge potrebbe comunque esserci un nuovo Dpcm, proprio per la difficoltà tecnica di un decreto che comunque deve riguardare le libertà personali. Resta in ogni caso la volontà del premier di rispondere alle richieste del Parlamento.  

Le nuove disposizioni dovrebbero quindi arrivare sabato. Oggi alle 12.00 è previsto un Consiglio dei ministri ma nel pomeriggio ci sarà il confronto tra le Regioni e il Governo e quello sarà il momento per chiudere il cerchio. Dovranno essere le Regioni a chiedere quali riaperture delle attività vogliono avviare e le proposte dovranno incrociarsi in ogni caso con i parametri adottati dal ministro Roberto Speranza. Da parte del presidente del Consiglio c’è la disponibilità al confronto ma a indicare la strada saranno i dati epidemiologici di ogni regione, le strutture ospedaliere presenti sui territori e soprattutto i parametri di sicurezza che i governatori dovranno essere sicuri di poter rispettare, con l'avvertenza che in caso che la curva dovesse risalire si potrà procedere a un lockdown selettivo. L'attenzione è ancora alta, visto che ieri i numeri dei morti è tornato a risalire. Ma in ogni caso dal 18 dovrebbe arrivare il via libera all’incontrare gli amici e non solo i congiunti, a recarsi nei bar e nei ristoranti e nelle seconde case. E anche lo strumento dell'autocertificazione dovrebbe essere superato, anche se resterà lo stop agli spostamenti tra le regioni.

Pd e Iv chiedono cambio di passo a Conte

Dopo giorni di tensioni e trattative la maggioranza si gode l'approvazione del decreto Rilancio. Il braccio di ferro andato avanti per oltre due settimane, però, porta con sé strascichi di non poco conto che, dalle grandi sale di palazzo Chigi, si preparano ad approdare in Parlamento. I giallorossi elogiano in modo compatto il provvedimento che vale 55 miliardi, ma restano i chi va là reciproci. Pd e Italia viva chiedono a Giuseppe Conte un cambio di passo. 

Per il momento la soluzione non sembrerebbe essere un rimpasto. Certo, ammettono i dem, “la navigazione è e resta complicata”, specialmente “data la diversità di linee” del M5S e “il bisogno di visibilità” di Italia viva, ma “il Pd vuole affrontare i problemi e trovare soluzioni”. È Nicola Zingaretti a indicare la rotta: “Le persone vogliono soluzioni, non vogliono polemiche. Questa è la linea che il Partito Democratico ha tenuto in queste settimane nel sostegno al Governo: affrontare e risolvere i problemi e far prevalere prima di tutto il bene comune”, assicura il segretario. Certo, per i Dem, è “necessario fare tesoro degli errori commessi per non ripeterli più”. Velocizzare e sburocratizzare, le parole chiave del leader. Andrea Orlando concorda: con il decreto Rilancio “ne usciamo più forti ma ne esce più forte il Paese. Saremo forti nella misura in cui daremo risposte. Il Governo s’indebolisce se fa chiacchiere e non dà risposte. Quando abbiamo aperto discussioni su altri Governi, rimpasti e roba da politica politicante il Governo si è indebolito”, assicura. 

A un possibile rimpasto non crede neanche Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva chiede “una visione per i prossimi dieci anni” e avverte Conte: “Nelle prossime ore, capiremo dal Presidente del Consiglio se, sui punti che abbiamo posto, possiamo camminare insieme. Sbloccare i cantieri per evitare la distruzione di altri posti di lavoro è la priorità, per noi”, insiste. Un incontro tra i capidelegazione e il premier dovrebbe tenersi nel fine settimana o al massimo lunedì per mettere a punto un programma di ripartenza. Il M5S, in ogni caso, resta un campo minato e Conte lo sa. Vito Crimi parla di “normale dibattito interno”, condito però da “unità e spirito di squadra” e prova a calmare le acque: “In questo momento ci troviamo bene con questa compagnia di viaggio e lavoriamo bene, per noi conta portare avanti le cose”, assicura. La mozione di sfiducia presentata dal centrodestra contro Alfonso Bonafede, in calendario mercoledì in Senato, l'imminente discussione sull'utilizzo del Mes all'interno del pacchetto di aiuti Ue, così come il passaggio parlamentare della norma che regolarizza i migranti contenuta nel decreto Rilancio e invisa a parte del M5S, però, torneranno a stressare la maggioranza. Passata l'emergenza Covid, Conte dovrà affrontare la Fase due dei Giallorossi

Nel Governo la priorità ora è approvare i decreti nonostante le tensioni 

Ieri a Montecitorio è stato approvato il decreto Covid, da domenica si cominciano a votare gli emendamenti al decreto liquidità, poi c’è da convertire il decreto elezioni e sempre a Montecitorio si aspetterà il decreto rilancio: l'iter sarà lungo, il testo definitivo ancora non c’è, un Ministro spiega che si tratta di definire qualche dettaglio e che la Ragioneria sta completando le sue verifiche. “Questioni tecniche da sistemare”, spiega la responsabile delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli. In tutto questo c’è da considerare che dovrebbe arrivare il decreto sul post 18 maggio annunciato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, un decreto sulle libertà personali che per la natura dell'argomento presenta delle criticità tecniche. In ogni caso da qui a luglio per il Governo sarà tutta una corsa visto che a fine maggio dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri anche il decreto semplificazione. In questo periodo si capirà la reale tenuta della maggioranza. 

Per la conversione dei decreti i fari sono puntati soprattutto al Senato dove i numeri sono ballerini e dove, tra l'altro, si sta lavorando per evitare un incidente sul decreto scuola. E con i tempi contingentati per l'emergenza coronavirus non sarà facile il lavoro per la maggioranza, perché l'opposizione avrà la possibilità di rallentare i lavori cercando di alzare la posta. La fine dei Dpcm concorre a sminare un po' il terreno ma i giallorossi hanno già messo in conto l'assalto alla diligenza sul provvedimento da 55 miliardi; quello sarà il momento della verità. Anche Italia viva e Movimento 5 stelle non staranno a guardare, anche se il premier nell'annunciare che il decreto potrà essere migliorato in Parlamento non intendeva dare un segnale di via libera per stravolgerlo. C’è comunque chi pensa di correggere l'ecobonus, chi invece vorrebbe tassare il mondo dell'E-commerce. Insomma arriveranno tante richieste e ci sarà molto lavoro per il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, che ha già dimostrato le sue doti di mediatore. 

Gualtieri assicura che con il decreto ripresa verranno rispettati i tempi

Con il decreto Rilancio non ci saranno i problemi del Cura Italia. Con il varo della doppia manovra da 55 miliardi la preoccupazione del Governo è rassicurare i cittadini che non si ripeteranno intoppi e ritardi, che hanno sollevato un polverone di critiche. “Saranno erogate di nuovo tutte le indennità ai lavoratori autonomi, la seconda tranche dei 600 euro arriverà immediatamente appena il decreto sarà in Gazzetta, senza bisogno di fare domanda”, assicura il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, spiegando che “tutti coloro che l'hanno già avuto riceveranno un secondo bonifico da parte dell'Inps”. Anche per la Cig “sappiamo anche che tantissimi non l'hanno ancora ottenuta perché il meccanismo, soprattutto per quella regionale, la cassa in deroga, è molto complesso e farraginoso. E quindi siamo intervenuti e adesso già al momento della prenotazione direttamente all'Inps, prima delle richiesta vera e propria, sarà possibile erogare una parte della cig”. Anche i ritardi nel varo del decreto, di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta ufficiale tra le proteste dell'opposizione che lamentano il ritardo, sono dovuti a “problemi tecnici non banali”, sottolinea il viceministro dell'Economia Antonio Misiani oltre che a “nodi politici”. 

Il decreto, accusa il leader di FI Silvio Berlusconi, soddisfa “solo in minima parte e soprattutto troppo tardi. Non per caso, mi dicono che sia già stato ribattezzato non decreto rilancio ma 'decreto ritardo”. Il governatore Pd Vincenzo De Luca fa notare che il punto critico “rimane sostanzialmente irrisolto”, ovvero “la palude burocratica; è indispensabile consentire a chiunque voglia investire di farlo in 24 ore, sulla base di autocertificazioni”. Dal Governo si lavora già a un nuovo provvedimento sulle semplificazioni, che dovrebbe dare una mano ad accelerare i cantieri e snellire la burocrazia per la ripartenza del Paese. Solo una bozza, per ora, con alcuni punti da sviluppare nelle prossime settimane, adesso che finalmente si è riusciti a varare il decretone. “Non bisogna sprecare nemmeno un centesimo. E neanche un secondo: la burocrazia va messa in quarantena. Noi siamo felici per alcuni interventi, a cominciare dall'Irap, frutto dell'impegno di Italia Viva. Ma il punto adesso è correre, correre, correre”, insiste Matteo Renzi. Per quanto riguarda l'Irap il Mef conferma la cancellazione definitiva di saldo e acconto per tutti i soggetti con fatturato fino a 250 milioni di euro, mentre vanno definendosi i termini per i bonus: per quello sulle vacanze in Italia, 500 euro per le famiglie sopra le 3 persone, 300 se si è in 2, 150 per i single, nell'80% può essere ceduto come credito d’imposta alla struttura ricettiva che quindi sconta al cliente; il 20% resta a carico delle persone. Quanto al bonus su bici e monopattini, 60% di credito d’imposta fino a 500 euro, la Ministra dei Trasporti Paola De Micheli chiarisce che sarà un “rimborso secco” e potrà essere anche retroattivo. 

 



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