Berlusconi è stato assolto al processo Ruby ter: il fatto non sussiste

Bastano poco più di due ore di camera di consiglio ai giudici della settima sezione penale del Tribunale di Milano per assolvere, perché il fatto non sussiste, Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter; per lui la procura di Milano aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere. Assolta anche Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, la marocchina accusata di corruzione e falsa testimonianza, così come le 20 ragazze ospiti delle cene eleganti di Arcore e la cerchia di personalità che frequentavano villa San Martino. Le ragazze imputate, sentite nei due processi sul caso Ruby, andavano ascoltate in veste di indagate e non di testimoni: “La falsa testimonianza può essere commessa solo da chi legittimamente riveste la qualità di testimone” e la corruzione in atti giudiziari “sussiste solo quando il soggetto corrotto è un pubblico ufficiale” si legge in una nota del Tribunale.

Una spiegazione che salva il leader di FI e che fa crollare l'impianto accusatorio, già ridimensionato dall'ordinanza del 3 novembre 2021 che cancellava le testimonianze di 18 giovani imputate che andavano sentite in aula con la garanzia dei testi assistiti da avvocati. “Non c'è amarezza, è il nostro sistema giudiziario, noi abbiamo lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di vista conducevano senza alcun dubbio a fatti di corruzione. Restiamo convinti delle false testimonianze e della corruzione” le parole del Procuratore aggiunto Tiziano Siciliano che insieme al pm Luca Gaglio valuta un possibile ricorso ma solo dopo le motivazioni attese entro 90 giorni. Festeggiano le difese a partire da quella dell'ex premier: “È un'assoluzione con la formula più ampia e più piena possibile, non posso che essere enormemente soddisfatto, tre su tre”, le parole dell'avvocato Federico Cecconi

Forza Italia rilancia la sfida sui giudici, scontro con FdI

L'assoluzione di Silvio Berlusconi al processo Ruby ter piomba a Montecitorio accolta dall'ovazione dei deputati azzurri. Dentro FI, questa sentenza, che ha il sapore di una vittoria non solo giudiziaria ma soprattutto politica, è un'occasione per rilanciare la sfida alla magistratura, tanto che a caldo il capogruppo a Montecitorio Alessandro Cattaneo, coglie la palla al balzo per chiedere l'immediata calendarizzazione della proposta di legge sull'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'uso politico della magistratura con l'obiettivo, spiega tra gli applausi, di “fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”. La proposta però non piace a FdI che non vuole, in questa fase delicata, uno scontro con la magistratura.

Il Presidente della Commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio trattiene a stento il suo scetticismo: “Si tratta di un tema che fa parte del programma della maggioranza. Detto questo ritengo che le priorità siano la durata dei processi e la riforma del processo civile”. Più tardi, nei capannelli altri deputati di FdI hanno usato toni molto più netti e irritati. Da FdI commentano: “Noi crediamo che non si debba fare di tutta l'erba un fascio, riteniamo che il 90% dei magistrati faccia bene il suo lavoro e che in casi poco chiari basterebbe fare delle ispezioni mirate”. Insomma, si chiede il partito di Meloni, perché esacerbare gli animi con i giudici nel momento in cui la maggioranza conta un suo esponente alla guida del Csm e sta trovando nella figura del Guardasigilli Carlo Nordio e nelle sue riforme una importante sintesi? 

Nordio in aula difende il 41 bis per Cospito e chiude il caso Donzelli-Delmastro

Non ci sono elementi di novità per revocare il 41 bis ad Alfredo Cospito né le dichiarazioni di Donzelli erano relative a documenti secretati. In aula alla Camera Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, ripete che la pericolosità dell'anarchico “è aumentata” e che “continua a orientare la galassia anarco-insurrezionalista”. Per Nordio, gli elementi di novità “addotti dalla difesa dell'anarchico”, l'avvocato Flavio Rossi Albertini, non demoliscono i presupposti del 41 bis: Cospito resta in regime di carcere duro. Le sue condizioni di salute, “costantemente monitorate”, sono in miglioramento: è tornato ad assumere integratori e ha accettato di mangiare uno yogurt. Il decreto con il quale il Guardasigilli ha rigettato, lo scorso 9 febbraio, la richiesta di revoca del 41 bis, è stato adottato soltanto dopo aver letto i pareri della Direzione nazionale antimafia, dell’antiterrorismo e del procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo

Il Guardasigilli prova anche a mettere un punto alle polemiche nate dopo l'intervento in aula di Giovanni Donzelli, in possesso di carte che non avrebbe dovuto avere: “Le parole riferite in aula da Donzelli in aula non sono relative a documenti sottoposti a segretezza” e la dicitura “limitata divulgazione” non fa riferimento a documenti da considerare riservati. In aula Donzelli non avrebbe diffuso segreti, ma letto parti di “una scheda di sintesi del Nic”, il Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria. Lo stesso discorso vale per i contenuti delle conversazioni tra Cospito e altri detenuti al 41 bis: non sono i contenuti d’intercettazioni “anche perché non vi sono intercettazioni”, ma sono frutto del lavoro di “osservazione da parte del personale della polizia penitenziaria”. Caso chiuso, insomma, per Nordio, almeno per l'affaire Donzelli-Delmastro, anche se le opposizioni stanno ancora valutando l’ipotesi di un atto d’indirizzo al Governo per far dimettere il sottosegretario o per toglierli la delega sul sistema penitenziario.

Nel Pd è scontro su Meloni. Orlando attacca Bonaccini e Letta

A dieci giorni dalle primarie per eleggere il nuovo segretario del Pd si accende lo scontro. I dem, questa volta, litigano sulla figura di Giorgia Meloni: ad agitare le acque sono le parole di Enrico Letta riportate dal New York Times e una risposta di Stefano Bonaccini in tv, entrambe giudicate, dall'ala sinistra del partito, troppo morbide. Il segretario spiega che la Meloni è stata “migliore di quanto ci aspettassimo” sulle questioni economiche e finanziarie, decidendo di “seguire le regole” europee ed evitando di “commettere errori”.  Bonaccini, rispondendo in tv a una domanda sulle parole di Letta, dice la sua: “Giorgia Meloni non è una fascista, è una persona certamente capace, ha idee molto lontane e diverse dalle mie, dovrà dimostrare di essere all'altezza di guidare un Governo come quello italiano. Sono troppi pochi mesi che è partita”. Le parole di entrambi non sfuggono a Andrea Orlando che su Facebook lancia un appello: “C'è qualcosa che non va. Mettiamoci d'accordo compagni e amici”, esordisce, ricordando la manovra di bilancio che, secondo le ricostruzioni dem, “incentiva l'evasione, non aiuta l'economia reale e premia le rendite, colpisce i poveri e non affronta la crisi salariale” e il decreto Ong che “è contro la Costituzione, i trattati internazionali e il senso stesso di umanità”. “Se diciamo che esponenti del Governo, coperti dalla premier, si sono resi responsabili di comportamenti gravi e di un utilizzo inaccettabile delle istituzioni contro l'opposizione, come si fa a dire contemporaneamente che sono capaci (di cosa?) o che sono meglio di quanto ci aspettassimo?”.

Il tema diventa subito di scontro congressuale. “Non sono d'accordo con le dichiarazioni di Bonaccini” su Meloni, taglia corto Elly Schlein, “Penso che sia un Governo che sta facendo male e che in Europa rischia di isolarci portandoci tra le braccia del gruppo Visegrad”. Bonaccini e Letta, però, non ci stanno: “Bisognerebbe evitare polemiche strumentali; ho detto che Meloni è parsa una persona capace perché ha tenuto la posizione sul patto Atlantico” ribatte il governatore dell'E-R, “Io la destra preferisco batterla nelle urne, come ho dimostrato, vorrei che anche altri avessero la priorità di batterla nelle urne e non con le interviste sui giornali”. La battaglia tra i due candidati che con ogni probabilità, in attesa della fine dei congressi dei Circoli, si sfideranno il 26 febbraio alle primarie va avanti poi anche a colpi di sondaggi. La Schlein sarebbe avanti per un sondaggio Winpoll, con il 56,3% delle preferenze contro il 43,7% di Bonaccini; sarebbe invece il governatore dell'E-R a doppiare la rivale per una rilevazione Emg, secondo la quale la forbice di cittadini che voterà Bonaccini si aggirerebbe tra il 63 e il 67%, mentre quella che voterà Schlein sarebbe compresa tra il 33 e il 37%. 

Alla Camera

Dopo che ieri è stato approvato, in prima lettura, il decreto sulla gestione dei flussi migratori, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera dei deputati tornerà a riunirsi alle 11.00 per esaminare il decreto per la trasparenza dei prezzi dei carburanti e il rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché per il sostegno per la fruizione del trasporto pubblico. 

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia, assieme la Affari Sociali, si confronterà sulla pdl per la prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e sulle misure rieducative dei minori. Alle 8.30 la Difesa, assieme alla rispettiva del Senato, proseguirà l’audizione del Ministro della difesa Guido Crosetto sulle linee programmatiche del suo dicastero. La Cultura, con la Lavoro, ascolterà il presidente e amministratore delegato di Sport e salute Vito Cozzoli sulle tematiche afferenti al lavoro sportivo, mentre con la Trasporti esaminerà, in sede di Comitato ristretto, le pdl per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica. La Ambiente si confronterà sullo schema di decreto legislativo relativo ai contratti pubblici.

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato, in prima lettura, il decreto milleproroghe, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per la Votazione per l'elezione dei Senatori Segretari. Come di consueto svolgerà le interrogazioni e alle 15.00 le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl per l’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei sindaci metropolitani e dei sindaci, il ddl su statuti, trasparenza e finanziamento dei partiti politici, il ddl per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, il ddl per l’istituzione del Garante per la protezione dati personali e diritti umani e il ddl per la compartecipazione dello Stato alle spese per minori in comunità o istituti. La Giustizia riprenderà le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni. La Esteri e Difesa ascolterà il Viceministro degli affari esteri, con delega agli affari europei, della Polonia Arkadiusz Mularczyk e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito gen. c.a. Pietro Serino sulle linee programmatiche del suo mandato. 

La Politiche dell’Ue discuterà dell’affare assegnato relativo agli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell'Unione europea. La Finanze svolgerà delle audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti d’incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d’imposta. La Ambiente e Lavori Pubblici esaminerà il decreto sugli interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile e lo schema di decreto legislativo relativo ai contratti pubblici. La Industria e Agricoltura esaminerà il decreto sulle misure urgenti per impianti d’interesse strategico nazionale. La Affari Sociali e Lavoro esaminerà il ddl di delega al Governo sulle politiche in favore delle persone anziane e il ddl sul ristoro dei medici lesi da SARS-CoV-2. Infine, ascolterà i rappresentanti di COVIP e di IVASS nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell'efficacia complessiva dei sistemi di welfare e di tutela della salute. 



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