Agli Stati Generali Conte accelera ma non convince Confindustria
Giuseppe Conte continua a tessere la sua tela, abbozzando a villa Pamphilj i tratti di quello che dovrà avere il progetto di rilancio del Paese sulla spinta dei fondi miliardari in arrivo dall'Unione Europea. Ma mentre striglia le opposizioni per aver disertato gli Stati Generai riceve lo schiaffo di Confindustria. “Dal Governo mi sarei aspettato un piano ben dettagliato”, dice Carlo Bonomi annunciandone uno degli industriali. Conte cerca comunque di tener fuori dagli Stati Generali le beghe quotidiane della politica. E se i sondaggi lo danno come papabile per la leadership del M5S, lui glissa: “Lo dico ai miei compagni di viaggio, se domani tornerò alla mia occupazione sarò soddisfatto”. La giornata di Conte è servita a fare il punto sul tema lavoro, con gli incontri con i sindacati e l'annuncio, poi adottato in Cdm, di un decreto legge per “estendere di 4 settimane la Cig, garantendola a tutti i lavoratori, per tutto il tempo che sarà necessario in questa fase”. Conte spiega che il piano di rilancio mirerà alla “tutela del reddito dei lavoratori e alla promozione della qualità del lavoro” e che in cantiere c’è una riforma degli ammortizzatori sociali: “A differenza di altri Governi non lasciamo i lavoratori, non li abbandoniamo per strada, non consentiamo che siano licenziati. Il nostro Paese richiede un grande sforzo abbiamo il dovere e la responsabilità di programmare un ritorno alla normalità”. Malgrado Conte dica no alla patrimoniale, il quadro che tratteggia il premier non convince Confindustria; a dir la verità, il presidente Bonomi non è mai stato un estimatore del governo, fresco di elezione disse che la politica rischia di far più danni del covid. Ora rincara e attacca il governo perché, a suo avviso, quello che Conte sta preparando a villa Pamphilj non è, come si aspettava, “un piano ben dettagliato, con un cronoprogramma, con gli effetti attesi, in quanto tempo, gli effetti sul Pil?”.
E quindi, dice Bonomi, “andremo a Villa Pamphilj dicendo quello che pensiamo e soprattutto presentando un nostro piano ben preciso”. A fine giornata Conte preferisce non ribattere. “Ben venga il piano di Confindustria”, risponde, ricordando con un filo di sarcasmo: “La battuta che avevo fatto a Confindustria, che non si presenti solo con un piano di taglio delle tasse, ha avuto effetto”. Poi Conte lancia il suo appello alle opposizioni: “Vi assicuro che dopo che termineremo questa settimana insisterò testardamente per avere un confronto con i rappresentanti delle opposizioni. Non raccogliere il nuovo invito rende la democrazia italiana un po' singolare”. Dal centrodestra, qualche spiraglio pare aprirsi, anche se Silvio Berlusconi bolla gli Stati Generali come una perdita di tempo: “Sono una passerella destinata solo ai giornali e alle televisioni”. E la capogruppo azzurra alla Camera Mariastella Gelmini rincara: Conte “la smetta di recitare. Lo aspettiamo da 3 mesi, ma fugge dal confronto”. Per la leader di Fdi Giorgia Meloni “l'ipocrisia di Conte non è più tollerabile: chiede il contributo dell'opposizione, ma poi chiede e ottiene di sottrarsi al dibattito in Parlamento sul prossimo Consiglio Europeo”. Insomma, la strada del confronto c’è, ma resta stretta.
Forse a settembre si voterà su tutto il pacchetto di aiuti europei Mes compreso
Domani, in Parlamento, il premier Giuseppe Conte si limiterà a illustrare in un’informativa la posizione italiana al prossimo Consiglio europeo. Ma la decisione del Governo di sottrarsi alle risoluzioni di maggioranza e opposizione ha creato nuove fibrillazioni e accentuato i distinguo tra Pd e M5S. Si litiga ancora sul Mes, nonostante il premier Conte abbia detto chiaramente che “non ci sono novità” e che le eventuali valutazioni sull'utilizzo del Fondo Salva Stati ci saranno solo più avanti, quando il quadro economico sarà più chiaro. La vera novità, spiegano fonti parlamentari di M5S, che l'obiettivo è arrivare al voto sul Mes, magari all'interno di tutto il pacchetto di aiuti Ue, a settembre, quando occorrerà chiudere il Recovery plan per sottoporlo all'Europa. Il Pd ne fa una questione essenziale, M5S invece continua a ripetere che non occorre prendere quei fondi e anche Lega e Fdi insistono sul fatto che l'incubo della sorveglianza rafforzata è dietro l'angolo. Da qui ad inizio agosto Camera e Senato saranno chiamate a convertire i decreti, in attesa che in Europa si sciolga ogni dubbio sul Recovery fund, il cui iter è sempre più rallentato. Settembre rischia quindi di essere un mese caldo, non solo perché potrebbe acuirsi il disagio sociale, anche se il premier Conte ha annunciato il prolungamento della Cig. Fino alle elezioni regionali i giallorossi cercheranno di non aprire alcun varco agli affondi di Lega e Fdi, anche sul caso Di Battista che secondo molti da qui all'estate sarà destinato a rimanere nel recinto delle polemiche ma senza particolari evoluzioni. Quello che è certo è che non sarà un autunno facile per la maggioranza.
Tre milioni e mezzo dal Venezuela, bufera sui 5 Stelle
Un finanziamento in contanti di 3 milioni e mezzo di euro dal Venezuela di Hugo Chavez al M5S, nel 2010, con il console a Milano a fare da intermediario per consegnare il denaro direttamente nelle mani di Gianroberto Casaleggio. Il presunto scoop del quotidiano conservatore spagnolo Abc, che pubblica un documento attributo all'intelligence chavista, è una mina che esplode nel dibattito politico italiano. L'indiscrezione viene denunciata come “fango su mio padre” da Davide Casaleggio e liquidata come fake news dal capo politico del Movimento Vito Crimi, ma anche da Caracas e dallo stesso console, mentre le opposizioni caricano a testa bassa i pentastellati accusati di relazioni pericolose con una dittatura. La vicenda risalirebbe al 2010, un anno dopo la nascita del M5S; secondo il documento classificato citato da Abc, l'attuale presidente Nicolas Maduro, allora ministro degli Esteri di Chavez, avrebbe spedito una valigetta con 3,5 milioni di euro al consolato a Milano indirizzati a Casaleggio padre, fondatore del Movimento con Beppe Grillo e creatore della piattaforma Rousseau.
Sul documento è arrivata una netta smentita da Caracas: il ministro degli Esteri Jorge Arreaza ha parlato di “mitomania dei media della destra mondiale contro il Venezuela”; il console Di Martino, chiamato in causa come intermediario, ha detto di “non aver mai conosciuto Gianroberto Casaleggio” e che si tratta di una “notizia falsa, già uscita nel 2016 e che rispunta ora dopo che Maduro ha convocato le elezioni”; “Tutto falso e assurdo, adiremo le vie legali”, ha confermato l'ambasciata a Roma. Anche in casa M5S “si valuteranno le vie legali”, ha avvertito Crimi, derubricando la vicenda a “fake news ridicola e fantasiosa” e ricordando che “anche allora realizzammo una campagna elettorale fatta con pochissime risorse e mezzi”. Da Madrid la direzione giornalistica di Abc ha confermato tutto, chiarendo di aver verificato le fonti, alimentando così il fuoco di fila delle opposizioni: “Al governo, anziché il modello Genova per rilanciare l'economia, c’è un modello Cgil-Venezuela”, ha attaccato Matteo Salvini. L'esecutivo riferisca in aula, è la richiesta di Giorgia Meloni, mentre Antonio Tajani ha annunciato che presenterà un'interrogazione. Poche le voci dal Pd, che si sono limitate a chiedere di “fare chiarezza”.
L’Aula del Senato
L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per l’esame del decreto per la proroga d’intercettazioni e sospensioni processuali e del decreto sugli studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2.
Le Commissioni del Senato
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto sulle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e si confronterà sul decreto sulle consultazioni elettorali per l'anno 2020. La Giustizia esaminerà il ddl per l’istituzione della giornata per le vittime degli errori giudiziari. La Commissione Difesa proseguirà il ciclo di audizioni sull'affare assegnato sulla partecipazione italiana ai progetti della difesa comune europea. La Finanze dibatterà il ddl in tema d’imposta di registro sugli atti giudiziari. Alle 14.00 la Istruzione ascolterà il Ministro dell'università e della ricerca Gaetano Manfredi sulle iniziative di competenza del suo Dicastero connesse all'emergenza epidemiologica Covid-19.
L’Agricoltura esaminerà il ddl per la limitazione alla vendita sottocosto di prodotti agricoli e il divieto di aste a doppio ribasso. A seguire si confronterà sull’affare assegnato sulle problematiche inerenti alla crisi delle filiere agricole causate dall’emergenza da COVID-19 e successivamente sugli affari assegnati relativi alle nuove biotecnologie in agricoltura e alle problematiche della filiera bufalina. La Commissione Industria svolgerà diverse audizioni sull’affare assegnato sulle iniziative di sostegno ai comparti dell'industria, del commercio e del turismo nell'ambito della congiuntura economica conseguente all'emergenza da COVID-19. La Salute esaminerà il ddl sulla sicurezza degli esercenti delle professioni sanitarie. La Politiche dell’UE proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea.
L’Aula della Camera
Nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. I lavori riprenderanno domani alle 9.00 con le comunicazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in vista della riunione del Consiglio europeo del 18 e 19 giugno.
Le commissioni della Camera
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni sulla proposta di legge costituzionale sulla base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica. Svolgerà poi delle audizioni sulle pdl per il coordinamento in materia di politiche integrate per la sicurezza e di polizia locale, e sulle pdl per l’istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani fondamentali. Riprenderà le audizioni sulle pdl per la disciplina dell'attività di rappresentanza di interessi. La Giustizia terrà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo relativo codice della crisi di impresa e dell'insolvenza e si confronterà sulle pdl in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere. La Bilancio proseguirà l’esame degli emendamenti segnalati presentanti al cosiddetto decreto rilancio.
La Cultura, con la Trasporti, proseguirà il ciclo di audizioni sulla proposta di istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla diffusione intenzionale, seriale e massiva di informazioni false. La Ambiente, alle 12.00, ascolterà il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa sulle recenti iniziative normative dell'Unione europea in materia di cambiamenti climatici. La Trasporti svolgerà diverse audizioni sul decreto recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. La Affari Sociali esaminerà il decreto in materia di studi epidemiologici e statistiche sul SARS-COV-2. La Agricoltura si confronterà sulle pdl in materia di agricoltura contadina. Infine la Politiche dell’Ue proseguirà le audizioni sul Programma di lavoro della Commissione per il 2020-Un'Unione più ambiziosa e sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020.